parleranno male di te
e sarà difficile che incontri qualcuno
al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi: vivi come credi, fai quello che ti dice il cuore...
la vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali.
Canta, ridi, balla, ama...
e vivi intensamente ogni momento della tua vita...
prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi....
( Charlie Chaplin )
Inutile girarci attorno perché è agli applausi che noi tutti miriamo, ad aver successo in quello in cui appassionatamente crediamo, tanto da indurci a far ricorso a tutto il nostro sapere e, ancor di più, a inoltrarci alla ricerca di sentieri inesplorati, pur essendo consapevoli che quell'ignoto che noi cerchiamo di portare alla luce, e sotto cui apporre la nostra firma, è magari già stato contaminato da altri, subito modifiche di cui nulla mai sapremo poiché si presenta, per quella prima volta, vergine ai nostri occhi.
Ed ecco che piantiamo semi già dove altri hanno interrato il loro, e il frutto che ne nascerà sarà un ibrido che però noi, ignari, riterremo puro.
Questo per dire che è un impresa davvero ardua cercare la diversificazione, quel marchio d'autore che ci renda eccellenze in coda, però, ad una lunga fila di geni, compresi o meno, arrivati prima di noi a reclamare il brevetto per il loro innesto, in buona fede ritenuto il prototipo.
Un piccolo affollamento di personaggi strampalati, ma tutti così simili in quella esasperata diversificazione, da parere cloni gli uni degli altri, così uguali da rendere impossibile stabilire chi sia il genitore e chi il figlio.
Un caos da fiera dove ognuno espone le proprie cianfrusaglie come fossero divine reliquie, nel convincimento che prima o poi s'affaccerà alla piazza del mercato quell'intenditore capace di scovare nel comune ciarpame il gioiello grezzo.
Pura illusione.
Possibilità remota.
Ma tanto ci basta per tirar fuori il meglio, o il peggio (secondo i punti di vista) di cui siamo capaci.
Alcuni puntano su se stessi per focalizzare l'attenzione del probabile mecenate, vestendosi della propria presunta originalità, come di un abito fastoso o sgargiante, mentre altri, sempre in virtù della ricercata diversificazione, di plumbee palandrane, che però scenicamente risalteranno con la luminosità di una nube scura all'interno di un arcobaleno.
Altri, ancora, punteranno sulla propria mercanzia, sicuri dell'incontestabile genuinità del proprio prodotto, il migliore in assoluto.
Non prendo in considerazione, in questo contesto, i mercificatori e i plagiatori, pirati e truffatori, infiltrati nelle fila degli entusiasti novelli scrittori/esploratori.
Consapevolmente li ignoro, riservando a loro un ampio e successivo capitolo.
Anch'io, dunque, e non troppo modestamente, sono alla ricerca della mia diversificazione, dell'inconfondibile impronta d'autore, pur essendo consapevole che quasi mai niente si crea ma tutto si reinventa, perchè nulla è rimasto vergine, intoccato, dopo il fragoroso scoppio del Big Bang.
Ho però riservato un margine ristretto all'esplorazione dedicandomi maggiormente alla sperimentazione, creando connessioni tra il mio blog, il mio profilo fb e la pagina di Amaranta. Mi piacerebbe anche ampliare il discorso coinvolgendo altre pagine fb, strutturate come la mia, per costruire un mondo dove personaggi di fantasia interagiscono tra di loro, dando vita ad un network parallelo.
Ma sono ancora molto circoscritta per dar vita ad un simile tentativo, che sto conquistando, lentamente e a fatica, piccole zolle di territorio, dove già altri hanno immensi possedimenti.
E questo a sfatare il mito che la rete sia una sorta di astronave che può condurti dapertutto.
Troppo affollamento crea un deserto.
E come in ogni percorso ci sono le scorciatoie.
Ma io preferisco tracciare, seppur a fatica, centimetro per centimetro il mio sentiero, così da esser certa che ogni minimo avanzamento è il risultato genuino della mia intraprendenza di esploratrice.
Inutile girarci attorno perché è agli applausi che noi tutti miriamo, ad aver successo in quello in cui appassionatamente crediamo, tanto da indurci a far ricorso a tutto il nostro sapere e, ancor di più, a inoltrarci alla ricerca di sentieri inesplorati, pur essendo consapevoli che quell'ignoto che noi cerchiamo di portare alla luce, e sotto cui apporre la nostra firma, è magari già stato contaminato da altri, subito modifiche di cui nulla mai sapremo poiché si presenta, per quella prima volta, vergine ai nostri occhi.
Ed ecco che piantiamo semi già dove altri hanno interrato il loro, e il frutto che ne nascerà sarà un ibrido che però noi, ignari, riterremo puro.
Questo per dire che è un impresa davvero ardua cercare la diversificazione, quel marchio d'autore che ci renda eccellenze in coda, però, ad una lunga fila di geni, compresi o meno, arrivati prima di noi a reclamare il brevetto per il loro innesto, in buona fede ritenuto il prototipo.
Un piccolo affollamento di personaggi strampalati, ma tutti così simili in quella esasperata diversificazione, da parere cloni gli uni degli altri, così uguali da rendere impossibile stabilire chi sia il genitore e chi il figlio.
Un caos da fiera dove ognuno espone le proprie cianfrusaglie come fossero divine reliquie, nel convincimento che prima o poi s'affaccerà alla piazza del mercato quell'intenditore capace di scovare nel comune ciarpame il gioiello grezzo.
Pura illusione.
Possibilità remota.
Ma tanto ci basta per tirar fuori il meglio, o il peggio (secondo i punti di vista) di cui siamo capaci.
Alcuni puntano su se stessi per focalizzare l'attenzione del probabile mecenate, vestendosi della propria presunta originalità, come di un abito fastoso o sgargiante, mentre altri, sempre in virtù della ricercata diversificazione, di plumbee palandrane, che però scenicamente risalteranno con la luminosità di una nube scura all'interno di un arcobaleno.
Altri, ancora, punteranno sulla propria mercanzia, sicuri dell'incontestabile genuinità del proprio prodotto, il migliore in assoluto.
Non prendo in considerazione, in questo contesto, i mercificatori e i plagiatori, pirati e truffatori, infiltrati nelle fila degli entusiasti novelli scrittori/esploratori.
Consapevolmente li ignoro, riservando a loro un ampio e successivo capitolo.
Anch'io, dunque, e non troppo modestamente, sono alla ricerca della mia diversificazione, dell'inconfondibile impronta d'autore, pur essendo consapevole che quasi mai niente si crea ma tutto si reinventa, perchè nulla è rimasto vergine, intoccato, dopo il fragoroso scoppio del Big Bang.
Ho però riservato un margine ristretto all'esplorazione dedicandomi maggiormente alla sperimentazione, creando connessioni tra il mio blog, il mio profilo fb e la pagina di Amaranta. Mi piacerebbe anche ampliare il discorso coinvolgendo altre pagine fb, strutturate come la mia, per costruire un mondo dove personaggi di fantasia interagiscono tra di loro, dando vita ad un network parallelo.
Ma sono ancora molto circoscritta per dar vita ad un simile tentativo, che sto conquistando, lentamente e a fatica, piccole zolle di territorio, dove già altri hanno immensi possedimenti.
E questo a sfatare il mito che la rete sia una sorta di astronave che può condurti dapertutto.
Troppo affollamento crea un deserto.
E come in ogni percorso ci sono le scorciatoie.
Ma io preferisco tracciare, seppur a fatica, centimetro per centimetro il mio sentiero, così da esser certa che ogni minimo avanzamento è il risultato genuino della mia intraprendenza di esploratrice.
interessante.
RispondiEliminaLo spero :)
EliminaOgnuno — io penso da per me — racconta il sé fatto di accadere che sono agli altri e a te — contemporaneamente —; gemelli mai zigoti
RispondiEliminaPoi c'è quello che sei: il che a caso ti tocca, il tu non saprai mai
Saluto muto
Forse, a torto, ci crediamo unici.
EliminaO forse lo siamo.
Comunque siamo autorizzati a crederlo, ai fini della sopravvivenza.
Un saluto, Andres :)