INQUIETUDINI
Mi sono presa una pausa dal Blog.
Ho esplorato Face Book.
Mi sono iscritta a un gruppo.
Alla ricerca di nuovi interessi.
Non ne ho trovati.
In compenso stanno scomparendo anche i vecchi.
Non riesco più a scrivere.
Dilaga il mio pessimismo esistenziale a cui, però, non voglio ancora del tutto arrendermi.
Marilena
(Diario - Inquietudini 17/02/2014)
Prova a fare una pausa, vedrai che ti verrà la nostalgia di questo piccolo 'non luogo' privato, ove si può spadroneggiare.
Cristiana
Sai che non avevo riflettuto su questa dimensione di Repubblica autarchica del blog. Quello che posso dire è che, per quanto mi riguarda – ed è un'operazione allo stato riuscita –, riesco a scrivere con maggiore continuità, vincendo il morbo della pigrizia che mi ha infettato da che ho messo piede su questa terra, e contemporaneamente posso confrontarmi con persone che non conosco (mi libererei volentieri della moderazione, ad esempio, ma, già dagli inizi, sono stato bombardato da presunti interlocutori, soprattutto stranieri, che lasciavano link misteriosi... mi sa che conosci il problema), sottopormi anche ad un giudizio critico.. Forse è vero che la blogosphere si configura come un “non luogo”, ma ha anche talune sfaccettature dell'Agorà. Mi sono accorto, comunque, che con l'andare del tempo, ho ristretto abbastanza le mie esplorazioni in rete, come si dice, ho messo dei paletti. Non è per un pregiudizio nei confronti di chi non la pensa come me, per essere chiari, che, in alcuni casi, può capitare già ora, solo mi pare di riuscire a comunicare solo con chi ha un approccio non troppo ossessivo con la rete, ma la interpreta per quello che è, uno strumento e non un fine, in altre parole ne accetta la condizioni di analogia con l'Agorà, ma non ha la pretesa di esserlo in assoluto o di surrogarlo. Il giorno in cui dovessi accorgermi di fare confusione tra queste due dimensioni, quello sarà il giorno in cui staccherò definitivamente la spina al mio computer.
RispondiEliminaAl fotofinish... buon 25 Aprile! :-)
Per me, Giò, la rete è entrambi: uno strumento e un fine.
EliminaE nessuna confusione tra le due cose.
Credo che il tutto vada sempre rapportato sulla base delle proprie esigenze personali, quelle motivazioi per cui ci si accinge all'opera. Motivazioni che possono, però, anche cambiare nel corso del tempo.
Le mie sono l'amore sconfinato per la scrittura, poichè da quando ho imparato a leggere, vivo in una sorta d'ipnosi letteraria che mi spinge a cimentarmi con le parole, in una sorta d'impari sfida con i grandi della letteratura, ovviamente già persa dall'inizio, ma quanto per me, entusiasmante, quel mettermi alla prova.
Ho sempre letto.
Ho sempre scritto.
Per me le due cose vanno insieme.
La rete offre un pubblico, genuino per giunta.
Parlo di lettori e non di bloggher.
Quelli che sempre leggono i tuoi post, persone a cui piace il tuo stile e quello che scrivi.
La rete mi ha offerto la possibilità di tirar fuori i miei scritti dai cassetti e renderli pubblici: io lo trovo meraviglioso.
Così, da sei anni, è stata, per me, una sfida al miglioramento, all'evoluzione, alla sperimentazione: alla ricerca di un mio stile.
E ho conosciuto persone, anche live, intessuto rapporti veri e stabilito amicizie.
Qualcuno, nel corso dgli anni è rimasto, altri sono andati.
Ti confesso che mi sarebbe piaciuto avere un ventaglio più ampio di persone con le quali confrontarmi ma io stessa ho limitato le mie esplorazioni nei territori confinanti e, qualche volta, spontaneamente e con discrezione, mi sono ritirata per mancanza di entusiasmo, di condivisione o di noia.
Ho trovato, da subito, nello strumento blog, la dimensione adatta ai miei scritti, (più che altro "scrittura in pillole") perchè il mio fine è scrivere e pubblicare.
E qui ne ho l'opportunità.
Non sarò mai una scrittrice di libri veri, ma il mio rapporto con le parole è grande e vero e, soprattutto, appagante.
La gioia che provo a dar vita ad una storia è quella stessa che prova uno scrittore di professione.
Le emozione di vederla terminata e data.....alle stampe (messa in rete :).è la stessa identica.
Quello che conta è la passione per la materia e la gratificazione personale di aver portato a termine, nel modo più congeniale, l'OPERA.
Così le due dimensioni, strumento e fine, per me sono un tutt'uno, poichè senza la rete non mi sarebbe possibile pubblicare i miei scritti.
Tornare in un cassetto. dopo aver conosciuto i fasti di un palcoscenico (non importa se è solo una saletta parrocchiale, un teatrino d'essai o una palestra adibita, per l'occasione, alla rappresentazione), non sarebbe più possibile e, d'altronde, non lo era neanche prima, tant'è che per anni non ho più scritto, trovando frustrante il buio sepolcrale dove andavano a morire i miei racconti.
Grazie infinite, Giò, per le riflessioni che sempre stimolano i tuoi commenti
(i commenti sono materiale davvero prezioso di cui tener sempre conto e, al momento opportuno, farne uso)
Solo questo a commento del commento del commento: :-)
EliminaCorretto definire tutto questo un commentario?
EliminaGrazie, Giò :))))
No... a me pare stimolante conversazione, come sempre da queste tue parti! :-)
Eliminanon luoghi fitti di isole e pensieri profondi
RispondiEliminaUn arcipelago, dove dar libero lo sfogo alla fantasia :)))
EliminaToujours un plaisir de vous trouver, Antoine :)
Pensa tu: io sono un pescivendolo garzone; e il pesce sul bancone è quel che del banale è già accaduto che io regalo non mio mentre lo mostro
RispondiEliminaGarzone pescivendolo io mostro e vendo pesce del di già accaduto
RispondiEliminaGarzone del tipo speciale, però, che del pesce non svisceri le interiora ma l'anima.
EliminaBuon inizio settimana, Andres :)
ma almeno qui si può pogare?
RispondiEliminaBuona settimana e scusa il commento non in linea ma sono molto umorale.
In questi nostri piccoli "non luoghi" privati, possiamo fare ciò che vogliamo, anche pogare :))))
Eliminaendi, scusa il ritardo con cui rispondo
A presto :))))
Ogni spazio che ci permette di esprimerci, spaziare, ed essere un po' più liberi è ossigeno per mente e anima, e la libertà che porta in sè ci lascia la possibilità di viverlo, sospenderlo, riprenderlo, lasciarlo, ripensarlo, condividerlo ..... forse è un po' salvarci. Baci e fusa
RispondiEliminaUn posto magnifico, Lucy, questo piccolo "non luogo" privato, ove si può spadroneggiare.
EliminaPer me, il regno della fantasia, quello che per Alice è Wonderland; la palla di cannone su cui viaggia il Barone di Muchausen; l'isola che non c'è, di Peter Pan; il Nautilius di Capitan Nemo......
Baci, Lucy :))))