Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

martedì 25 marzo 2014

La bellezza ha bisogno delle imperfezioni per esaltarsi: mai chiudere la tenda su un brutto paesaggio.

L'aria ancora fredda del mattino penetra nella stanza e vivifica il risveglio. Non concede attese il freddo, solo reazioni immediate, e così mi butto fuori dal letto per chiudere quella finestra spalancata sul gelo del mattino, efficace terapia d'urto a contrastare l'ottundimento, morbido e tiepido, delle coltri.
La casa è sempre silenziosa a quest'ora.
E' il momento più bello, più intimo ed esaltante, quel momento sospeso, quando ancora tutto deve cominciare: l'ultima stella tardiva si va spegnendo e il primo pigro raggio di sole è ancora lontano a venire.
Si alza il sipario e va in scena il mondo.

Mi siedo davanti la finestra, spettatrice attenta e benevola, che l'esperienza m'ha insegnato che nella solennità dell'allestimento in corso ci sarà di certo una qualche stonatura che, in un dato momento della giornata, si paleserà.
La bellezza ha bisogno delle imperfezioni per esaltarsi.
E' da quel confronto che lei esce vincente.
Sbavature, nei, incongruenze e visibili posticci, strategicamente collocati nelle immediate adiacenze, sono accessori atti a far risaltare le sue lisce patinature, la luce pulita e le ombre morbide, e quella serenità calma che ne scaturisce.
Perché la bellezza ci quieta, ci riempie, ci evolve.
Inchiodandoci alle nostre evidenti imperfezioni, si mostra come alternativa, obiettivo da raggiungere, primato da eguagliare.
La bellezza ci pacifica quanto la bruttezza ci rende combattivi.
Il bello afferma se stesso senza mai troppo sforzo, il brutto, invece, deve imporsi.
E' questa la sua vitale energia.
La bruttezza s'avvale, per emergere, di una volontà potente, nervi scattanti, sensi allertati e mente lucida.

 Mai chiudere le tende su un brutto paesaggio.
Un brutto paesaggio non attira i turisti ma piuttosto i poeti.
I poeti sanno penetrare l'essenza delle cose anche laddove c'è disarmonia e cattivo odore, e apparentemente niente invoglia alla contemplazione.
Il poeta affronta le ragioni della disarmonia, non le evita, come chiunque altro farebbe, con un moto frettoloso di fastidio, quel tirare, appunto, le tende a voler preventivamente ignorare, disconoscere, prender le distanze, su qualcosa che si palesa alieno o in contrasto con i canoni prestabiliti, ma cerca, invece, di comprenderle quelle storture, con benevolenza ed una punta d'ironia.
E alla fine se ne innamora.
E ce ne fa innamorare.

 Un brutto paesaggio non attira i turisti, ma piuttosto i poeti, i fuggitivi e i randagi, gli anacoreti e gli eretici, i disperati e gli appassionati. E gli anarchici.
Facile imbattersi, in questi luoghi così superficialmente disdegnati, in Edgar Allan Poe o Dante Alighieri, e la più ardente, tra le donne: Giovanna D'Arco.

6 commenti:

  1. nel paesaggio che vede, si riflette l'inquietudine che ha di dentro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meglio, comunque, sempre vedere che ignorare :))))

      Elimina
  2. Bello questo elogio al "brutto e al diverso", tanto più che non si può far finta di non vederli.
    Sei come un tagliatore di diamanti : sfaccetti .
    Cristiana

    PS. Qualora non lo sapessi, sappi che Giò ti ha dedicato un premio e se ti può interessare lo trovi fra i suoi post. Io apprezzo alcuni di questi meme, perchè permettono di scoprire blog interessanti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il brutto e il diverso che, spesso, originano inedite meraviglie.

      Buona giornata, Cri, e grazie per la segnalazione :))))

      Elimina
  3. Mai ho odiato nulla più che la perfezione che rasentava Lucia nei Promessi Sposi... E poi, senza conoscerne una nota, stima incondizionata per Salieri! :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Antipatica anche a me la Lucia Mondella: troppo perfettina, le mie simpatie andavano alla monaca di Monza :)

      Salieri, il rivale di Mozart, o almeno così la storia ce lo identifica.
      ......eppure lui seppe splendere di proprio. E, forse, qui c'è stata davvero una deformzione della storia a favore della leggenda: ovviamente di Mozart :))))



      Elimina