Fino a pochi anni fa ero una persona totalmente diversa, vabbé...abbastanza diversa.
Più defilata e, per scelta personale, sempre in secondo piano. Sempre sullo sfondo.
Vivere da protagonista era fuori dai miei schemi.
Ho sempre pensato che in un ipotetico film mi sarebbe stato di sicuro assegnato un ruolo da comprimaria: amica della protagonista, cugina o semplice conoscente.
Una figura sullo sfondo.
Un po' questa percezione di me stessa vagamente m'umiliava e profondamente m'infastidiva, soprattutto quando ero più giovane, nel tempo in cui competizione ed affermazione possono costituire un perverso binomio esistenziale.
Col passare del tempo, invece, mi sono resa conto che in realtà non mi è costato molto sostare nelle retrovie di quell'ipotetico set virtuale, non è stata una rinuncia né una rassegnazione, semplicemente non ero interessata al ruolo principale perché miravo molto più in alto, ad esser quella che i copioni non l'interpreta ma li scrive.
Deus ex machina.
E non c'è nulla di più travolgente, adrenalico, del dirigere da dietro le quinte.
La maggior parte delle persone sognano il palco e la platea, mirano ad apparire.
Apparire significa esserci
Esserci significa esser visti.
Esser visti significa esistere.
E ai più non importa in che modo, e per quale scopo, si viene reclutati per la recita esistenziale, anzi spontaneamente ci si offre svestendosi senza troppi pudori e forse oggi, senza neppure più troppa malizia.
Il mondo contemporaneo ha perso l'innocenza. Anche quella del peccato.
Quanto dura una scena da protagonista?
Quante sono quelle memorabili che saranno nel futuro ricordate?
Stabilito quindi che per chi opera dietro le quinte non è indispensabile possedere il "phisique du role e la fotogenia, doti invece richieste all'attore, il cui compito è quello di rendere indimenticabile il suo personaggio, personalizzarlo ma non stravolgerlo.
Anna Karenina, ad esempio, potrà avere tanti volti e voci diverse, quante sono le attrici chiamate ad interpretarla, ma attenzione, le battute, saranno sempre e solo quelle scritte da Tolstoj.
Nessuna potrà impedire il suicidio di Anna e travolgere le volontà del deus ex machina.
Perché è dietro le quinte che si decidono i destini delle storie.
Marilena
Il dietro le quinte ha un suo fascino, discreto. È il punto di osservazione defilato che consente di disinnescare – se occorre, solo se occorre - il coinvolgimento totale ed emotivo nella scena madre. In fin dei conti, perché no? La prima linea, quella degli applausi, necessita invece che si sgomiti. Mi fa fatica anche solo pensarci. La competizione mi inquieta, richiede velocità d'azione, rapidità d'esecuzione. Non ci sono portato... troppo lento, troppo pigro. Buona regia!
RispondiEliminaEppure è alla prima linea a cui tutti aspirano: essere protagonisti.
EliminaIeri ho visto uno spezzone di Videocracy, un'analisi riuscitissima sulla influenza della televisione nella vita degli italiani, soprattutto con l'avvento delle tv berlusconiane, la povertà intellettuale e di linguaggio, gli scimmiottamenti di quei comportamenti copiati dallo star sistem, imbarazzanti e penosi, eppure con quanta convinzione messi in atto!
Intelligenze limitate, parole prese in prestito, pose copiate, niente di naturale ma tutto costruito e costruito male.
Ma nessuno davvero aspira più alla regia?
Magari Giò, fosse vero che la competizione si basi solo sulla velocità d'azione e rapidità d'esecuzione, in realtà non sono quasi mai le gambe e la mente le parti del corpo chiamate all'esame :)
......e i tempi e i ritmi è giusto stabilirli noi!
Grazie del tuo passaggio
Buona serata :)
Chi crea ha un potere incredibile, e un eternità che neppure l'attore più bravo può fare a gara, perché qualcun altro potrà interpretarlo, ma quel testo sarà così per sempre, solo un altro autore , regista o altro, può ri-crearlo ancora e farne un opera a se e di se. Una gara tra Dei.
RispondiEliminaUn bacio mia divina
Ma è meravigliosa questa tua gara tra Dei.
EliminaIn realtà gli interpreti sono solo momentanei anche se, tocca ammetterlo, capiti talvolta che a qualcuno di loro riesca il colpaccio e convinca il pubblico che personaggio ed attore siano un'unica entità.
Sean Connery/James Bond, ad esempio.
Roger Moore, Timoty Dalton, Pierce Brosnan e Daniel Craig, non sono riusciti a sovrapporre la loro immagine a quella di Connery.
Ma Sean è universalmente riconosciuto superlativo!!!!!!
Bacio
In effetti anche qui c'è una forte componente di creatività/personalità, quasi oltre l'autore che ha visto Bond con un mix di Cary Grant serial killer anche se al servizio di sua maestà. Brosnan ne ha l'eleganza un po' crudele e accattivante, ma Connery vi ha dato un imprinting inimitabile.
RispondiEliminaBaci dall'agente cat008
James Bond è Sean Connery, questione d'imprinting, probabilmente si.
EliminaTutti gli altri interpreti sopra elencati, tutti giusti per la parte, forse, ma di sicuro privi della personalità di Connery, perchè non basta avere un fisico wow, un sorriso smagliante e fascino, occore qualcosa di più dirompente per essere al tempo stesso se stessi ed un altro.
A Sean il colpaccio è riuscito.....questione di filing :)))))
Baci da "Roma con amore" :))))))