Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

giovedì 17 maggio 2012

Continuum

Era tanto tempo che non scrivevo più una pagina di diario, stanchezza e tedio in aggiunta alla determinazione di smettere di raccontare una storia troppo nota a me stessa e che, senza il supporto degli immaginifici abitanti del mio antro, risulterebbe ancora più noiosa.
Ma tutti noi, anche i più insicuri e i più scettici e i meno possibilisti, nel profondo covano la convinzione di essere, o voler essere, qualcosa di più di un nome, di un sesso o di un'età, ed è questo che esalta la nostra vera umanità: il convincimento di noi stessi.
Non è la santità o la moralità che eleva gli uomini al grado più elevato dell'intelletto, ma piuttosto la loro umanità squilibrata e deficitaria che li rende incoscienti e spericolati, e quindi grandi.
Addirittura geniali.
Ecco io stessa che m'ascrivo alla categoria dei meno possibilisti son qui a congetturare e disquisire, con un entusiasmo estremo, del valore che a lungo ho negato a me stessa e di cui dapprima con umiltà, trepidazione e timidezza, poi con sempre più sfacciata determinazione, forse anche con un pizzico di presunzione (l'egocentrismo, velato o esposto, appartiene a tutte le categorie, anche a chi lo rifiuta a priori per un senso d'inadeguatezza o d'imbarazzo) ho cercato, quindi, di svelarmi nelle mie molteplicità e raccontarmi in una sequenza a volte caotica, molto spesso ripetitiva, ma sempre assolutamente sincera di me stessa, di quell'Amaranta che sentivo prepotente scalciare nel mio utero per nascere e vedere finalmente la luce, (madre e figlia allo stesso tempo, complesso di potenza sfiorante il divino, ecco cosa i timidi sono capaci di covare nel fondo delle loro viscere!)
L'ho tirata fuori la mia Amaranta, la mia alter ego, bellissima e sicura di sè, ed insieme abbiamo avuto buoni successi (perfino individuali e scissi)  in questi anni di avventura in Blogosphere, certo non tutte vicende felici, qualche delusione che però non relego nel negativismo ma, anzi, l'archivio convintamente come illuminante esperienza che, nonostante tutto, mi ha permesso di guardare oltre e valutare anche la mia capacità di comprensione e coerenza, d'empatia ed apprendimento, in ottemperanza al mio modo di vedere e in nome di quell'evoluzione intellettuale che, spesso, mi ha posto in posizioni scomode, non sempre capite, ma di cui io sono sempre stata assolutamente cosciente.
Insieme alle delusioni, poche e passeggere, moltissime e vere soddisfazioni: la mia affermazione personale agli occhi di me stessa e di chi ha creduto in me; la conoscenza di  Blogosphere che io continuo a ritenere assolutamente non virtuale o, almeno, non troppo diverso da quel virtuale che mettiamo in scena, o che ci viene propinato ogni giorno nel corso della nostra vita definita reale ma con rappresentazioni, talvolta, di alto virtusiosimo artistico; l'amicizia, su tutto, dono meraviglioso, privilegio, intesa, conforto di presenze reali e di sentimenti che forse mai avrei avuto, in altro modo, la fortuna d'incontrare.
E' il mio Diario il racconto del lungo iter verso il convincimento di me stessa, dei miei limiti ma, soprattutto, delle mie possibilità (mi ricordo che tempo fa, su un'altra pagina ho adoperato questa stessa ultima frase a fattori invertiti: il convincimento di me stessa, delle mie possibilità ma, sopratutto dei miei limiti. E la differenza, se non nella forma è nella sostanza)
Non importa se oggi sono solo un nome, un sesso e un'età confusa nella folla di altri nomi, sessi ed età, queste pagine sono il mio tributo al futuro: una piccola storia normale di una donna normale, nata nel 1956, un'epoca di transizione ma che sa già di remoto.
Noi ci illudiamo di vivere un tempo eterno ma io sono convinta che l'eternità degli uomini vada circoscritta dalla data di nascita a quella della morte, e non esiste poi un altro tempo e un altro spazio se non quello riservato alla memoria, nel ricordo dei figli e di chi ci sopravvive o di chi incappa in qualcosa di noi e ci fa rivivere, per lungo o breve tempo, una sorta di resurrezione nella riesumazione della testimonianza del nostro passaggio.
Esistono solo due tempi davvero reali: il passato ed il presente, (il futuro è solo una terza, fortuita, possibilità), così ecco che il presente è "il continuum", la retta reale, il collegamento ordinato tra la realtà di un passato e l'ipotesi di un futuro.
Le pagine del mio diario sono quindi la testimonianza di quel continuum, quell'insieme "totalmente ordinato" e "densamente ordinato" non vuoto e privo di buchi, la testimonianza del mio reale presente.
Marilena

6 commenti:

  1. L'immagine che ho di questo tuo scritto: una finestra spalancata, dopo tempo in cui era stata socchiusa, il sole che entra sfacciatamente a scaldare tutte le cose contenute nella stanza ma soprattutto te!
    Non vedo note scure, adesso, ma solo una determinata consapevolezza di un "io" seppur sofferto nella ricerca stessa, forte e luminoso.
    Bellissima luce ed atmosfera, sicuramente con la forza con cui è riuscita ad entrare vi rimarrà a "lungo".
    Avrei dovuto usare il termine "per sempre", ma da parecchi anni non fa più parte del mio vocabolario.
    Un abbraccio.
    Tiziana

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    1. Eh già, hai proprio ragione sorella, il termine per sempre l'ho depennato anch'io dal mio vocabolario, perchè è un concetto a cui non credo più
      L'ho ridimensionato, umanizzato, reso più rassicurante e definito, a mia misura, solo così mi è possibile accettarlo.
      Ma proprio perchè niente dura davvero per sempre mi piace quel tuo "vi rimarrà a lungo", lo trovo più possibile e reale e, quindi, non aspettandomi un tempo infinito ogni attimo di quel suo prolungamento sarà sempre, e comunque, una benedizione.

      Grazie per questo bellissimo commento.
      TVB
      Marilena
      P.S. - Baciotti a tutta la truppa nipotesca: Valentino, Erica e Aurora.

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  2. Chissà Marilena, se questi nostri scritti saranno memorie dell'oggi nel futuro, spero di si , c'è tutto un mondo, tante vite interessanti tra queste righe. Il tuo diario comunque è già interessante da leggere, c'è una storia vissuta, ma sopratutto è raccontata con sincerità spiazzante, denudandosi anche senza voglia, e in quella pelle nuda scarnigìficata c'è un lembo che ci appartiene visceralmente. Un abbraccio fortissimo.

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    1. Io scommetto di si, Lucy, o almeno così mi piace immaginare.
      Le nostre piccole storie, i nostri sogni come le follie e i desideri, e la nostra voglia di luce e di vivere, vivere, vivere, perchè alla fine è solo di vita che si nutre l'uomo fino all'ultimo istante quando ancora, nel suo ultimo giorno, cerca di succhiare dall'aria l'ultimo respiro così come appena nato ha succhiato la prima goccia di latte dal seno della madre.
      Vita: e cosa sono le parole se non il senso della nostra vita?
      Saremo nel futuro Lucia e non moriremo mai nei nostri racconti, così mi piace immaginare la nostra eternità.
      Un bacio :)))))
      Marilena (Heather)

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  3. Ma tu non sei soltanto un nome, un sesso, un'età... sei una storia, sensazioni, racconti, vita. Sei la bellezza donata a noi. Ogni tua parola è un lembo di pelle nuda (come dice Lucy), a noi rivelata. E, per questo, assolutamente sacra! Ed è un grande privilegio, per me, far parte di te. Esserci, nel tuo presente. Con tutta me stessa, anche da lontano...
    Ti voglio bene
    Cla

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    1. Noi siamo la nosra storia, Claudia, come è vero anche se talvolta, e per molti, è davvero difficile raccontarla.
      Per me è, invece, facile e liberatorio.
      Adoro scrivere e scrivere vuol dire farlo a tutto tondo, non ci dovrebbero essere luoghi impenetrabili nella scrittura perchè, altrimenti, ce ne sarebbero nel pensiero e, questo escluderebbe, a priori, la possibilità di una vera scrittura.
      Si parte sempre dai propri limiti e dai propri condizionamenti e si va oltre alla ricerca consapevole non solo dell'aggettivo più giusto o del verbo più consono ma, soprattutto, dell'espressione di noi stessi.
      La scrittura è per me una ricerca continua, a volte facile, a volte estenuante, ma sempre, sempre coinvolgente, assolutamente esaltante.
      Scrivere, per me, è uscir fuori dalle mie ossa.
      Un bacio, Cla
      Grazie
      TVB

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