Marlene, Marilyn e Mari (i nomi con cui, spesso, mi chiamano gli amici)
Ho deciso, per scongiurare il maleficio delle amnesie progressive che da un pò di tempo mi tormentano, di usare tutti i miei molteplici nomi come firma, secondo l'umore o il tenore dello scritto, o solo come personalizzazione del rapporto intercorrente tra me e chi commenta.
L'ho già messo in atto in fase sperimentale e trovo che sia un ottimo rimedio per sopperire ai vuoti di memoria, alle intemperanze umorali, alle crisi identificative e alle controindicazioni derivanti da un uso troppo prolungato, ed usurante, dello stesso nome, e per combattere tutti gli accidenti che da questo possono scaturire.
Una ulteriore chiarezza per me, quindi, prima ancora che per l'interlocutore che, come mi ha fatto rilevare l'Imperatrice Camilla abbisogna, talvolta, di note esplicative per sapere con chi diamine, tra le varie identità, sta al momento interagendo.
Camilla dice che non sempre si capisce e, devo convenire con lei, che ha ragione.
Il fatto vero è che, spesso, non lo so neppure io perchè accade che ad iniziare un post sia Amaranta ma a concluderlo sia Alruna.
Fai ordine, mi suggerisce pragmatica, l'Imperatrice.
Le ho chiesto di essere la mia biografa, di provvedere alle pagine del mio diario perchè lei, tra tutte, seppur è la meno creativa è di sicuro la più metodica.
La più affidabile.
Si è alquanto risentita di questa mia affermazione e mi ha risposto freddamente no.
Capisco che ci sentiamo tutti creativi anche chi, come l'Imperatrice, non ha alcun talento per nessun' altra arte che per se stessa: lei è la prova della creazione di Camilla, un capolavoro magnifico, un assemblaggio magistrale di occhi, gambe, braccia, seni, natiche e capelli.
Tanti capelli
Una chioma fluente eppur così disciplinata.
Una donna che sa addomesticare i capelli in siffatto modo egregiamente potrebbe mettere ordine tra le mie tante identità che affollano, spintonano, bisticciano, persino s'azzuffano, che è risaputo che la dove ci sono tante donne c'è sempre molta vivacità.
Così, nell'intento di fare ordine, questo post entusiasticamente lo firmo col mio nome completo, quello dell'anagrafe e quello della chiesa: l'unica tra i miei fratelli, essendo la maggiore, ad avere il privilegio di tre nomi
Marilena (il nome scelto dai miei genitori)
Anna (il nome della bisnonna, nonna di mia madre)
Rosa (il nome di mia nonna, madre di mio padre)
Ed ecco,dunque, questo scritto, il primo della nuova era, che reca la firma estesa dei miei tre nomi
Marilena Anna Rosa
Images by Natalie Shau |
Senti, ma come faccio a dirti ke io vi adoro tutte, ma proprio tutte!!!!!!!
RispondiEliminaPuoi evre tanti nomi, puoi aver tutti i tuoi alter ego, ma l'importante è ke l'impronta dello scritto è la tua, sempre.
Io, che dire, nelle mie amnesie ho solo il mio nome da ricordare, oltretutto più raro ke unico.
Un bacio a tutte voi e un'abbraccio unico a Marilena Anna Rosa d.c.
gli alias cominciano a divorarsi tra loro ?
RispondiEliminacosa ne uscirà ?
L'identità non è mai univoca ed essa, secondo me,non si stabilizza con la maturità,come si tende a credere, ma è sempre in continua evoluzione.
RispondiEliminaEssa è costruzione in divenire e si modifica o si completa secondo i vissuti sia ontologici e delle categorie connesse in senso trascendente e sia a livello empirico che coinvolge direttamente e concretamente.
Allora i tanti "pezzi" concorrono a formare il tutto, il tutto non è mai completo senza il "funzionamento" delle parti...
Quel tutto però, secondo me, è sempre relativo poichè non è scontato che rimanga tale.
Ecco allora che ad ogni "evento" entrano in gioco le varie parti oppure una sola che sovrasta le altre o un interscambio fra esse...può accadere,tuttavia, che per fronteggiare il fatto, nessuna parte è decisamente adeguata e allora se ne ricerca un'altra nelle categorie apriori del pensiero dell'essere ...e, per assimilazione e adattamento,quella parte entra a "completare", sempre momentaneamente, la nostra identità.
Può succedere di utilizzarla una sola volta oppure un'infinità di volte ... tutto dipende dal "gioco" a cui ci sottoponiamo oppure alle varianti che, in corso esistenziale,si affacciano sul nostro cammino.
Credo sia così per tutti.
Tu, Marilena, sei bravissima ad identificarle nei "ritratti" e a personificarle con nomi, come, appunto, essenze corporee vitali,quasi staccate l'una dalle altre, ma che invece sono parte integrante dell'essere in quanto tale.
Scusa il giro di parole,magari ho dato una interpretazione che non corrisponde a quello che tu volevi comunicare...ma io ci leggo un approfondimento identitario ragionato e riflessivo.
Un forte abbraccio!
Mille , nessuna , centomila .........
RispondiEliminaaffascinanti enigmatiche splendenti buie uniche assolutamente uniche Marilene
Petali di rose seguono ogni tuo nome .....
Eli, lo sapevi che il tuo nome origina da una delle tante varianti di Elisabetta?
RispondiEliminaComunque è un nome difficile da ricordare ma che, una volta acquisito, non si dimentica.
Oltretutto correlato da una chioma ramata e da un carattere niente male......
TVB anche io
Marilena
Non è in atto nessuna guerra "sorrelicida", Antoine, ma è pur vero che la convivenza è difficile.
RispondiEliminaTante donne......sono una portatrice sana di alias :(
Evito l'implosione, e l'ammattimento, liberandole qui, in Internet!
Un bacio, Antoine
Marlene
P.S. - Il dramma è che ogni tanto esce fuori una nuova alias......penso di aprire un altro blog perchè questo non basta.
Miryam, innanzitutto lasciati stringere in un abbraccio grande, non sai quanto piacere mi fa ritrovarti e rileggerti e l'analisi che qui fai di questo post è ineccepibile.
RispondiEliminaLe mie alias sono pezzi che concorrono a correlare il tutto, sono quelle parti di me quasi mai visibilmente esposte ma che pur esistono manifestandosi attraverso gli umori o le predisposizioni.
ED ECCO ALLORA CHE AD EVENTO "EVENTO" ENTRANO IN GIOCO LE VARIE PARTI OPPURE UNA SOLA CHE SOVRASTA LE ALTRE IN UN INTERSCAMBIO FRA ESSE......
Proprio come tu hai scritto, Miryam, perfettamente interpretando lo spirito dle mio post.
L'esigenza di dare nomi e struttura fisica alle mie tante identità (le abbiamo tutti ma, non tutti, sentono il bisogno di farle affiorare)è qui una esigenza di scrittura ma è anche come io le immagino, e di come mi piacerebbe essere.
Le alias sono nate nel periodo della mia depressione quando ero soggetta a quelle improvvise variazioni dell'umore che chi ha soffeto di questa patologia ben conosce, scriverne, poi, è stato conseguenziale.
Grazie Miryam di questo commento scritto con la sensibilità dell'empatia.
Un bacio grande, sorellesco
Marilena
In origine doveva essere una O, tonda, pienotta, soddisfatta di se stessa.
RispondiEliminaUna O assolutamente appagata.
Un cerchio perfetto, circoscritto e definito che, dal tuo computer, Lucy, sarebbe dovuto rotolare fino al mio trascinandosi dietro tutto il resto della parola che così avrebbe dovuto essere compitata: O scura.
Ma le tue dita nella fretta di rincorrere quella O che rotolava così di fretta dimenticandosi il resto delle lettere,(quella tua O, Lucy, una deliziosa testolina ordinata, ben pettinata e con un cappellino a modo, legato sotto il mento......e non importa se il resto di se non ce la fa a seguirla perchè lei, come capita alle avanguardie, è già un pezzo avanti, quasi arrivata al mio computer, trafelata ma in ordine).
Ma sul confine ecco che tu la riacchiappi con l'intento di assemblarla al resto della parola per darle un senso compiuto.
Cosa se ne fa Amaranta di una testolina di bambola a cui manca il corpo? avrai pensato avvedendoti dell'errore.
L'hai riacciuffata e, nel timore che quella ti sfuggisse di nuovo,(che è noto il rotolmanto acrobatico della vocale O)hai accentuato la presa e, forse, stretto troppo, ma data l'ora già buia ed il nero delle pagine e l'urgenza del recapito, non ti sei accorta che, nel frattempo, la tua stretta aveva plasmato quella faccina paffutta nella elegante E di un profilo ESPAÑOL.
Così, quella sera, invece di Oscura le tue dita hanno digitato Escura che, di sicuro, quella simmetria della lettera E, spigolosa e puntuta, è molto più confacente al mio carattere di una rassicurante, paffuta O.
Così, da un errore di digitazione è nata Escura, come accade alle nascite vere che a volte sono casuali...... eppure quanto amore riserviamo per questi nostri figli nati da un incidente amoroso :)
Un bacio, Luce
Grazie :)
Escura
Ciao cara Marilena,mi piace tutto questo,tutte queste donne in una,o una donna sola in tutte queste donne,direi da vertigine,un post particolare ma molto sentito da te.
RispondiEliminaBuona serata.
Un bacio.
Sei proprio una strega ..... è andata proprio così ...... ........... miaaaaaa0000EEEEEEEE
RispondiEliminaTante donne in una......mi piace più immaginarla così, in questo modo seppur tutte, ad esempio, hanno il mio colore d'occhi e di capelli le sfumature sono, invece, diverse.
RispondiEliminaAlice (l'adolescente) ha un colore d'occhi ancora incerto, come i bambini appena nati.
Kindred (quella di cui non parlo mai) ha gli occhi bui, come quelli di un vampiro, uno sguardo proiettato verso l'interno.
Alice e Kindred sono i due estremi di questo "caravanserraglio" donnesco.
Un bacio da tutte noi, principe achab, e buona giornata
Marilena
Per non perderla di nuovo hai stretto troppo quella O, Lucy, ed è diventata una E, da cui è generato un nome ed una storia.
RispondiEliminaNon a tutti, capita, di ricevere in dono un nome.
E' un bellissimo regalo.
Un bacio, cat-sorella :)
Marilena
hai presente quelli che chiamano tutti 'tesoro'? bene quelli mi indispongono proprio, li trovo sciatti, maleducati, insopportabili...io ti chiamerò ogni volta col nome che avari in quel frangente perchè rispetto le personalità multiple!
RispondiEliminaBeh, l'onomachia (o forse è meglio onomomachia, ma è più cacofonico) che suggerisce giardigno è interessante, o meglio affascinante, però, ecco, io credo sia meglio una sana alternanza: un giorno essere l'una, un giorno l'altra. Un giorno Marilena la passionale, un secondo Anna la saggia, un terzo Rosa la tradizionalista. E poi in un luogo Amaranta l'immortale, in un altro Alruna la misteriosa, in un terzo Alice l'ingenua. Ancora: una volta Amerilna volgare e poetica, che si diverte a giocare con gli anagrammi, quella successiva Camilla la vestale, la successiva Kindred la neopagana. E infine Marlene la seduttrice, Mari la dolce, Escura la ritrosa: c'è sempre un posto per chi ha mille sfaccettature a salvarla dalla banalità.
RispondiEliminaSta a chi ti ascolta cogliere la sfumatura giusta per saperti assaporare.
Detesto anch'io chi chiama tesoro o cara, soltanto perchè così viene facile se non si ricorda il nome.
RispondiEliminaNon è un vezzo, come si vorrebbe far credere, ma una cafonaggine.
Se non sbaglio questa pratica trova molti adepti fra gli uomini che hanno in pedi più di una storia cosicchè, omaggiando la partner di turno con un tesoro o cara o amore, non si fa confusione con i nomi a meno che, per ovviare la faccenda, non si scelgano partner tutte con lo stesso nome :)
Vabbè, io ne ho troppi Ady, però c'è possibilità di scelta e, se fra i tanti ne capita qualcuno che non mi appartiene, chi vuoi che ci facia caso?
Sarà uno dei suoi, ne ha tanti :))))
E così la lista si allunga......
Grazie, Ady
Un bacio glamour rock
Marilena
Scongiurata la monomachia, Silas, che il sangue fa sempre un certo effetto, ma adottata la pratica da te suggerita che, è poi, il succo del mio post.
RispondiEliminaIn quest'ultimo lungo periodo ho molto ristretto lo spazio d'azione delle altre prendendo io, su tutte, il sopravvvento e questo neppure va bene che io mi prenda i meriti, e gli elogi, per ciò che da altri proviene ed è giusto ristabilire un ordine di merito e di diritto.
Ristabilire quest'ordine non è facile perchè tutte si sentono protagoniste ma, alla fine, è il doveroso compito che mi spetta perchè senza di loro io, forse, non avrei troppo da raccontare :)
Un bacio, Silas :)
Marilena