Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

martedì 3 gennaio 2017

Variazioni sul tema

Iggy odia Cagliostro, la cosa è talmente evidente che neppure Amaranta ha potuto negarlo.
La notte di Capodanno, sfuggendo al suo controllo, il killer/salamandra si è scagliato contro il gattino che dormiva acciambellato sul divano, accanto a BLOG.
Il micio, prima di sfuggire con una acrobatica piroetta alle sue grinfie, è riuscito però a graffiarlo su una mano, strappando applausi a scena aperta da tutti gli altri che lo hanno entusiasticamente acclamato eroe.
Non il graffio, ma l'umiliazione subita ha mandato su tutte le furie il piccolo killer che, mani alla fondina, ha cominciato a sparare all'impazzata con la sua arma giocattolo verso Cagliostro, che velocemente s'era già eclissato sparendo alla vista.

- Non ti riesce proprio di tenerlo a bada, vero? -

Ho inveito contro Amaranta che stranamente non ha reagito come al suo solito con una stizza maggiore della mia, piuttosto tra le sue lunghe, nerissime ciglia, s'è affacciata una lacrima.
Non ero preparata a questo.
Amaranta è una tosta, quando soffre non lo dà a vedere, così viene da pensare che lei sia emozionalmente inespugnabile.
E' il suo modo di proteggersi, anche se proprio questo, il più delle volte, accentua la mia rabbia.

Ma ecco la sorpresa di una sua emozionalità rivelata da quella lacrima.

...ma è davvero una lacrima o solo un riflesso di luce?
 Ora sono io la bastarda che tenta di negare l'evidenza, vergognosamente disconoscendo la sua vulnerabilità evidente.

E' che ho sempre nutrito la certezza che la sua corazza fosse impossibile da scalfire, che niente e nessuno potesse violentemente penetrarla e farla sanguinare... fino al momento in cui s'è affacciata quella lacrima.

Perché invece di provare empatia mi sento tradita? 

E' che l'acquisizione di quella sua sensibilità ha reso più fragile anche me, che della sua presupposta inalterabilità mi sono fatta vanto, e talvolta scudo, avendola io scientemente strutturata con questo presupposto, nella certezza sperimentata che un personaggio di carta non ha possibilità di evoluzione autonoma, dipendendo unicamente dallo scrittore e dalle linee guida della trama, da cui non può svisare né progettare variazioni sul tema. 

...anche se quelle variazioni, per lo più ignorate, talvolta modificherebbero in meglio la storia.

Dunque io ho dato vita al personaggio di Amaranta, l'alter ego così diversa da me, dotandola di tutto ciò che io di bello e stravagante e ribelle e carismatico non ho, ma ho sempre desiderato possedere, e adesso mi ritrovo spiazzata davanti a quella lacrima miracolosa e da me non progettata.

E' la rivelazione che lei ha un cuore vero e non uno fittizio di carta, nonostante la mia arroganza a volerla generare come una creatura fantastica, una icona da video game o da film in 3 D.
Ed eccola, invece, la notte di Capodanno, con quella lacrima clamorosamente smentirmi, mostrandosi al mio stesso livello di fragilità emotiva: una donna che piange sconsolata su un fallimento.