Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 8 novembre 2017

Uno strampalato Olimpo


Rileggendo i miei racconti più vecchi mi sono resa conto, con divertita sorpresa, della presenza costante, e con ruoli di un qualche rilievo, di pennuti di varie specie: un uccello delle tempeste e un gallo orbo ne "L'ISOLA",  un fagiano ammaestrato  ne "LA STORIA DI ANDRES RUBIO", una gallina nevrotica in "UNA STORIA ASSURDA", un'allodola sacra presente in ben due racconti, "ULTIONEM" e "L'UOMO DELLA PIOGGIA" , il superbo pavone di "HEUROPA", e l'ultimo arrivato, il pappagallo Van Gogh ne "IL FIORE DEL MIO GIARDINO"
...e mentre sto scrivendo quest'annotazione sento un pur sommesso frullio d'ali provenire dalle pagine più interne del mio blog, che in questa mattinata di diluvio universale costituiscono l'allegro controcanto al frustrante, monotono scrosciare della pioggia.

A questa piccola, pestifera accozzaglia di umili animali da cortile, (tra cui ascrivo anche il meraviglioso pavone di Heuropa che, nonostante l'aspetto esotico, appartiene alla stessa famiglia degli altri gallinacei) ho affidato ruoli di rilevanza, se non addirittura da protagonista, come è stato per la gallinaccia isterica  di"Una storia assurda", che rocambolescamente ha sfidato la più potente ed invincibile di tutte le creature: La Morte, adempiendo al suo compito, con valoroso eroismo.
...ma in quanto ad acrobatiche peripezie non è da meno l'enorme fagiano addestrato nell'arte del controcanto come in quella del borseggio, compagno di avventure di Andres Rubio, cerusico, sperimentatore ed ipnotista, e del suo compare, il nano Galeno, in una storia a minaccia inquisizione.
..nessuna minaccia, invece, per l'uccellino delle tempeste e il gallo orbo, il cui ruolo di sentinelle su "L'Isola", non comporta altro rischio se non quello del loro innamoramento per Kalifa.
...mentre solo, apparentemente, alcun rischio pare correre il meraviglioso pavone di "Heuropa", che fedele al suo stereotipo si limita a far meravigliosa mostra di sé all'interno di una voliera, seppur questa sua  presenza, anche solo passiva, influirà sul destino finale della protagonista.
...destino che, invece, l'allodola sacra a Santa Lucrina, in felice sinergia con Lucrina, la protagonista che porta lo stesso nome della santa, si realizzerà in maniera benigna, per ripristinare la giustizia a lei negata in "Ultionem". La stessa sacra allodola che, all'opposto, rifiuterà il miracolo della pioggia ai pavidi, opportunisti seguaci di Don Saverio, ne "L'uomo della pioggia", condannandoli, senza possibilità di riscatto, al loro irreversibile destino.
...destino a cui pare miracolosamente esser scampato l'ultimo arrivato, il pappagallo Van Gogh, reduce dalla sua disavventura in "Il fiore del mio giardino", amorevolmente curato da Veronica Sorrentino, che a far da coprotagonista in una storia dove ci s'infila il malanimo, qualche rischio sempre si corre.

...eppoi l'immagine della civetta che magnificamente correla questo mio post, ma di lei non troverete traccia in nessun mio racconto, (non ancora, almeno) che pure un animale così controverso, amato e odiato, malefico o benefico secondo l'ora in cui si mostra, simbolo di sapienza, perché sacro alla dea Atena, o anima nera di strega, è tutto e il contrario di tutto, affascinante metafora di tutte le nostre mai risolte, umane contraddizioni
 ...di certo anche lei meriterebbe un posto di riguardo in questo mio strampalato Olimpo.