"Vado in cucina a prepararmi un altro caffè."
Lo dico al mio pubblico immaginario (ho sempre avuto un pubblico immaginario fin dai tempi delle scuole elementari, quando ripetevo a voce alta le lezioni. Lo stesso pubblico al quale ora propino i miei racconti)
Mi rendo conto, però, che stamani i miei spettatori non sono troppo convinti della mia perfomance, perplessi, non sanno risolversi ad applaudire e restano in silenzio: ce n'è uno nell' ultima fila che tossisce imbarazzato, qualcuno si agita sulla sedia, qualcun'altro esce di sala.
"Vado in cucina a prepararmi un altro caffè."
Ripeto la battuta con più convinzione.
E, finalmente, arrivano gli applausi.