Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

giovedì 13 ottobre 2016

Una donna in bianco e nero (cap 1)


(Pubblicato nell'antologia "Il tango di Cloe" da "Writer Monkey" Maggio 2018)


Non si vedeva bella, eppure Irene lo era: movimenti flessuosi e un leggero, naturale ancheggiare, ma soprattutto il vezzo, un po infantile, con cui socchiudeva gli occhi per mettere a fuoco, dal momento che gli occhiali, pur dovendo, non li portava, perché l'unica bellezza che si riconosceva erano quei suoi occhi di un grigio cangiante che secondo la luce diventavano azzurri, verdi o nocciola, perfino neri.
Il nero, però era dovuto soprattutto ai suoi umori interni.

Quando incontrò per la  prima volta Alejandro, Irene era nell'età favolosa dei 40 anni: un età che appieno le donava, anzi, nella sua tipologia fisica, addirittura risplendeva.
Alejandro di anni ne aveva invece 25, gli stessi che avrebbe potuto avere un suo ipotetico figlio, semmai lei avesse deciso di metterlo al mondo durante la sua infernale vita matrimoniale, costellata di botte, di richieste di perdono e di assoluzioni.
Ma Irene, nonostante fosse succube di quell'amore vigliacco, aveva fatto in modo che la sciagurata eventualità di una gravidanza non s'avverasse,
Fu solo dopo che lui l'aveva quasi uccisa che lei aveva trovato la forza di reagire, denunciarlo e spezzare finalmente quel legame mortale.
Nel suo petto, orrendamente fracassato, s'era fracassato anche il cuore.
Una volta divorziata s'era consacrata alla singlitudine.
Nessun uomo, da allora, l'aveva più toccata.
E questo, incredibilmente, aveva accresciuto il suo fascino di una donna inarrivabile.
Una donna superiore.
Irene, in base a questa supposizione, ci scherzava con le amiche che pure la spronavano a ritentare, che non tutti gli uomini sono uguali e che bisogna sempre dare una possibilità di riscatto a se stessi e agli altri.

Non ho tale esigenza.
Questa la sua risposta sintetica e conclusiva.
Gli occhi scurivano e la voce diventava amara.
Discorso chiuso.
Nessuna delle amiche, d'altronde, intendeva aprire ferite dolorose, come la dura cicatrice, dello spessore di una grossa chiusura lampo, che le percorreva la cassa torica, chiudendosi sul cuore.
Quel cuore ostinato che aveva continuato a battere tra le costole fratturate.

No, Irene non avrebbe concesso nessun'altra possibilità.
Neppure a se stessa.

Fino al giorno in cui incontrò Alejandro.
O meglio, si scontrò con Alejandro.

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