Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 29 settembre 2012

L'addestratore di cavallucci marini (cap 12)

- Io vi dirò dov'è andata la ragazza ma voi mi dovrete svelare qualche segreto, sia pur piccolo, dei vostri fantastici macchinari. Uno scambio alla pari, così come avevamo concordato. -
- Non ricordo di aver pattuito nulla con voi. Avanti...in piedi! Verrete con me alla ricerca di Ketty così se mi avrete mentito mi risparmierete la strada per tornare indietro ad ammazzarvi.-

Ma a ritrovare Ketty fu Louise, una delle ragazze di Miss Rose, che al ritorno da Santa Monica dove era stata in visita ai suoi genitori, s'era imbattuta nel mustang nero zoppicante che sbarrandole la strada l'aveva letteralmente poi spintonata verso la radura dove la ragazza giaceva a terra priva di sensi.
Louise, che a causa della sua assenza non era al corrente degli ultimi eventi accaduti a Culver City, le prestò i primi soccorsi cercando di farla rinvenire. Ketty però continuava a tenere gli occhi chiusi, a non rispondere a nessuna domanda e a gemere al benché minimo spostamento.
Fu un' impresa ardua per Louise issarla, cercando di non procurarle ulteriore dolore, in sella a Shadow che, in questo frangente, dimostrò tutto il suo attaccamento verso la piccola acrobata, adattando la sua andatura ad un ritmo dolce, come di culla, e procedendo col muso basso a schivare possibili intralci sul sentiero: l'avrebbe protetta a costo della sua vita.

Louise non sapeva nulla della fuga di Ketty, né tanto meno delle angosce e delle collere che aveva suscitato, e la ragazza, d'altronde, non era in grado di rispondere ad alcuna domanda né fornire spiegazioni sul perché si trovasse così distante da Culver City, né Louise perse tempo in ulteriori approfondimenti presa com'era a badare che non cadesse, nonostante l'avesse assicurata alla sella con delle cinghie di fortuna, ma che per il cavallo dovevano costituire uno strumento di tortura con quei rozzi nodi che terminavano sul suo sottopancia.
Ma il mustang pareva non badarci e così continuava, lento ma costante, nel tragitto verso Culver City.
E neppure si fidava, Louise, a precederli in cerca d'aiuto perché c'era ancora molta strada da percorrere prima di giungere a casa, e tra l'andare a cercare soccorso ed il tornare poi con i soccorritori sarebbe trascorso troppo tempo. Se nel frattempo la giovane fosse rinvenuta, trovandosi sola sarebbe precipitata nell'angoscia della vulnerabilità, un'afflizione che lei ben conosceva e che mai le avrebbe inflitto, seppure per una lodevole motivazione. Così Ketty, al suo risveglio l'avrebbe trovata al suo fianco.

4 commenti:

  1. Cavalli e cavallucci ...... vi è un sottoracconto tra le righe della tua narrazione . Comunque intanto a me basta che mi fai fuori quell'impiccione, proprio non lo sopporto. Almeno nei romanzi gli antipatici si possono disintegrare. Miagolii e nitriti cara

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  2. Un sottoracconto......mi piace!
    Se ti riferisci ad Osmond Cox, t'assicuro che ha le ore contate, sto studiando il modo di come farlo fuori (in senso letterario, ovviamente :)))

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  3. certo che mi riferisco all' Osmond non lo reggo ....... , sapere che ha le righe contate mio fa affrontare meglio il lunedì. ggrrrr

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    1. T'assicuro, ha davvero le righe contate, alla fine bisogna pur fare un pò di pulizia

      Buon inizio di settimana, Lucy :)))))
      Un bacio

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