Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

giovedì 30 settembre 2010

La legge di Hugh


 


(Pubblicato nell'antologia "Il tango di Cloe" da "Writer Monkey" Maggio 2018)



«I froci portano lo smalto.» Sancì rabbioso Hugh, sfilandosi la cinta dai pantaloni.
 «Era solo per gioco, papà.» Implorò, tra le lacrime, Simon.
 «Un gioco da froci.» Urlò Hugh, facendo sibilare la cinta, come una frusta.

E già Hugh si era sfilato la cinta per impartire a suo figlio Simon una indimenticabile lezione di vita, quando Muriel, scivolando silenziosa alle sue spalle, calò con tutte le sue forze una vigorosa padellata sulla testa del marito mandandolo al pavimento.
«Lo hai ucciso?» Nella domanda di Simon non c'era apprensione, ma sollievo.
 Muriel scosse la testa: «No, si sveglierà con un gran mal di testa e niente altro. Se siamo fortunati avrà un'amnesia e non ricorderà nulla ma, in ogni caso, è meglio che tu non ti faccia vedere per ora. Vai da Sara e aspettami e da lei che verrò a prenderti appena sistemata la faccenda.»

Simon uscì e Muriel scese in cantina dove scovò una robusta corda ed  un rotolo di nastro adesivo e con quelle ritornò in camera dove, con un bel po' di fatica, riuscì a trascinare Hugh sul letto e a  togliergli la camicia, prima di legargli i polsi alla spalliera.
L'ematoma che gli aveva procurato era molto grande, al risveglio avrebbe avuto un' emicrania bella forte e avrebbe cominciato a lamentarsi,  perché Hugh non sopportava nemmeno un milligrammo di dolore, anche se, stavolta, sarebbe stato molto più di un milligrammo. E glielo aveva consapevolmente procurato lei, con tutti i rischi che la faccenda comportava. Ma d'altronde di botte, e senza alcuna  ragione( semmai ne esistesse una con cui si potessero giustificare), durante la sua lunga, sofferta vita matrimoniale, ne aveva ricevute a iosa, di tutti i tipi e procurate con gli oggetti più svariati, anche se, il più delle volte, Hugh godeva addomesticare con le proprie mani sia lei che i ragazzi.
Questa piccola vendetta, no, meglio, atto di giustizia, ci poteva alla fine stare.
Con cura, Muriel, distese la larga striscia di adesivo sulla bocca del marito, assicurandosi della sua perfetta aderenza.
Poi gli sfilò anche i pantaloni e si distese al suo fianco, in bigodini e vestaglia, in attesa che lui rinvenisse.
La botta doveva essere stata bella forte perché lui ci mise un sacco di tempo a rinvenire, e quando lui  si riprese iniziò a scalciare furioso, come una bestia in trappola.
«Ti conviene stare fermo o potresti farti ancor più male.» Lo redarguì lei, con voce neutrale «Sai Hugh, è in queste situazioni che si valuta la propria capacità di fronteggiare l'imprevisto, e tu mi stai deludendo. Sei un idiota se pensi che dimenandoti come un ossesso tu possa riuscire a liberarti. Ecco, non volevo farlo ma mi costringi a legarti anche i piedi. Tutta questa agitazione ti procurerà solo un mal di testa più forte. Devo proprio dirtelo, ma in tutti questi anni sei stato un vero stronzo con me e con i ragazzi. Ci hai costretto a vivere sotto la tua legge. A sopportare le tue angherie, i tuoi umori ed i tuoi tradimenti. A fare a modo tuo, sempre e senza discutere. La legge di Hugh. La legge del macho. Perché è questo che tu ti consideri, no? Un macho. Un vero uomo. I muscoli e tutti quei tatuaggi...guarda me, invece, come mi hai ridotta.»

Muriel fece scivolare a terra la vestaglia  rimanendo nuda davanti a lui.
Nell'ossatura minuta sporgevano quelli che un tempo erano stati seni generosi e che ora ricadevano flosci sul ventre rimasto gonfio, segnato dalle cicatrici delle gravidanze e degli aborti.
«E' per non vedere questo che quando mi scopi spegni la luce? E' per non vedere questo, vero? Bastardo...mi fai schifo. Sei solo un animale che grugnisce quando dorme, grugnisce quando mangia, grugnisce quando scopa. Grugnisce quando viene. Grugnisci sempre, Hugh, solo che tu non ti senti. Ma oggi la luce rimarrà accesa e così ti costringerò a vedermi, perché oggi la tua legge non conterà un cazzo. Oggi farai a modo mio.»
Da un cassetto estrasse una bottiglina fucsia, e la dondolò sotto gli occhi di lui: «I froci portano lo smalto.» Lo schernì rifacendogli il verso.
«Era solo un gioco di bambini, stronzo, ma tu avresti comunque ammazzato di botte tuo figlio.
 Adesso gioca con me, Hugh, e fammi vedere quanto sei macho.»

Muriel iniziò a pennellare le unghie dei piedi del marito che, nonostante le corde, cercava di impedirlo.
«Se ti muovi ancora, Hugh, giuro che ti conficco uno spillone prima nei capezzoli e poi nell' uccello.»
Questa minaccia, fatta con voce calmissima, indusse l'uomo a rilassare i muscoli e rimanere fermo.

«Niente male. Devo ammettere che il fucsia ti dona.» Disse, rimirando compiaciuta la sua opera.

«Non muovere i piedi che dobbiamo dare il tempo allo smalto di asciugarsi.» Ordinò perentoria mentre introduceva l'ultimo batuffolo di cotone tra le dita per impedire che si toccassero.

«Ora ti dipingo le unghie delle mani  che, per come sono legate, non sarà facile, perciò cerca di stare fermo e non farmi innervosire, altrimenti sarò costretta a spiegarmi con altri argomenti.» Sorrise di sghembo, materializzando un lungo ago da materasso.

Le grosse mani di Hugh pendevano inerti, legate alla spalliera. La mano sinistra gravava sulla destra coprendola interamente cosicché Muriel, per averne accesso dovette torcergli, verso l'esterno, il polso sinistro
Un singulto di dolore fuoriuscì dall'adesivo.

«Mi spiace, Hugh, ma hai le dita di un babbuino e lo smalto, tra tutti quei peli, non risalta. Mi vedo costretta a raderle, Inutile che ti dica di stare buono, vero? Se stai fermo non sentirai troppo male.» Raccomandò, in tono suadente, Muriel, tra le cui mani era apparsa una vecchia lametta annerita.

«Sai quante volte ho pensato di tagliarmi le vene con questa? Ogni  fottuta volta che tu mi scopavi. Non erano le botte a farmi più male, ma il tuo peso su di me. Il tuo grugnito, quando ti scaricavi dentro di me. Mi faceva sentire una pattumiera. Avevo solo voglia di farla finita. Poi pensavo ai bambini, reprimevo il vomito e lasciavo perdere. C'era sempre un figlio a cui render conto, compresi quelli che non ce l'hanno fatta a nascere. Ma oggi si fa a modo mio. Oggi ci stiamo chiarendo.» Enfatizzò con allegria mentre con la lametta strappava via lembi di pelle dalle dita del marito che ciondolavano inerti, scarnificate e sanguinolente, con le unghie sgargianti di fucsia.
«Sono certa, che dopo questo trattamento estetico, le mani non potrai più usarle per picchiare nessun altro. Credo che neppure il culo sarai più in grado di pulirti da solo. Ad ogni modo non è una  faccenda che mi riguardi.»

Non si era accorta che lui era svenuto.
S'infilò la vestaglia stringendola stretta in vita con un lembo di corda avanzata, riavvolse un paio di bigodini nelle loro ciocche ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.

18 commenti:

  1. Della serie: mò te sistemo io.
    Fortissimo l'inizio, con quella padellata in testa, ho sentito il suono persino fino qui:)
    Peccato come certi atti fatti a letto risultino poi punitivi quando ci sono le padelle di mezzo.
    Ma non poteva legarlo ad un cancello?
    Lorenzo

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  2. Sai sorella, con la foga ke hai scritto sto racconto, non kredo proprio ke qualsiasi uomo dopo averlo letto, pronunci davanti a te una frase o faccia gesti violenti. Porca put... sei peggio dell'infermiera del film Misery non deve morire! DDDDDDD!
    Naturalmente stavo scherzando. E' un racconto molto profondo che porta a considerare quanto dolore e quanta rabbia devono reprimere e subire le persone sottoposte a violenza quotidiana da uomini che grugniscono come maiali, perkè non sono altro ke bestie e forse è un offesa anke x i maiali, definirli tali.
    Ma la repressione trattenuta a lungo porta, prima o poi, alla vendetta ke richiede più coraggio ancora di quanto se ne è avuto per subire!
    Ciao.
    P.S.: Tieni lontane da me corde e lamette, x favore!

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  3. Peccato che quel fuxia delizioso su Hugh non dia quella luce unica che appartiene ad una vera Drag Queen. Peccato , ma che ci vuoi fare cara certi non riescono veramente ad essere niente, nè un macho, nè una autentica Regina, ne un buon marito nè un padre decente. Insomma a qualcuno quel nastro adesivo sta d'incanto s'intona da matti con il suo essere dentro.
    Un bacio scarlatto mia amarantosa miaooooo

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  4. "Strega sei...Strega rimani" - Quante volte abbiamo sentito urlare o sussurrare questa frase? Infinite. Perchè dietro queste parole si celano tante verità e spesso sono proprio verità nascoste. Nell'intimità possono divenire musica, nel triste quotidiano un sibilo di morte. Quella morte non sempre fisica bensì spirituale, che rende arido ogni sentimento, stimolo, fino a sfinire la persona. L'ignorante arroganza e dittatura esercitata da certi soggetti è presente non solo nell'ambiente familiare, anche in quello lavorativo e sportivo. E colpisce sempre nei punti vitali, perchè il dolore provocato sui deboli, fortifica il loro ego. Fondamentalmente i deboli sono proprio Loro, aguzzini della vita, che non riescono a godere della semplicità di un gioco, della purezza di un sorriso, dell'emozione trasformata in lacrima. Di un tramonto multicolore, del profumo di un fiore, del rumore di un ruscello di bosco... Loro.. orribili rami secchi che un giorno verranno spezzati e bruciati... "Strega sei...Strega rimani" ... sì, e questa volta, sarà bellissimo sentirlo implorare.

    Dolcissima Marilena, un abbraccio colmo di gratitudine e di bene. Tutto per te.

    Boudicca '67

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  5. Uno SDENG padellesco molto forte e deciso.
    Senza tentennamenti.
    Chi sopporta troppo, alla fine, quasi sempre opta per soluzioni drastiche.
    Però a pensarci bene, Lò, smaltare le unghie al partner potrebbe essere molto erotico :)
    Un bacio, al chiarore dell'alba.
    Marilena
    P.S.- Forse, Muriel, non aveva un cancello!

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  6. Muriel è entrata nella mia testa così come l'ho descritta, in vestaglia e bigodini e la sua storia da raccontare.
    La sopportazione troppo a lungo esercitata può generare mostri, come accadde a ER CANARO, il toelettatore di cani della Magliana, che uccise, dopo averlo brutalmente torturato e mutilato, il pugile Giancarlo Ricci, che di continuo lo angheriava ed umiliava.
    Tranquilla Eli, nonostante personalmente subisca il fascino dei rasoi e delle corde, intendo usarli unicamente per gli scopi a cui comunemente sono adibiti.
    ALMENO PER ORA :)))))))))
    Un bacio, senza scorticamento
    Marilena

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  7. Hai ragione, Lucy, alcuni individui riescono ad essere niente, pur credendosi dei padreterni.
    Sono coloro che impongono le loro leggi, che ti dicono cosa fare, a cosa credere e, soprattutto, chi non essere.
    Per lo più sono persone che vivono di stereotipi, si circondano di gente con gli stessi limiti mentali, avendo la tendenza a chiudersi in clan o, sarebbe più corretto dire, branchi.
    I più subdoli, inoltre, sono esperti di violenza psicologica, l'infamia che non lascia segni sul corpo ma ti uccide la mente.
    Un bacio, Lucy, col rossetto fcsia, che mette allegria e colora le stentate giornate autunnali
    Marilena

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  8. Boudicca,grazie per il tuo bellissimo commento, un compendio perfetto al mio post.
    Hugh è esattamente quel profilo che tu hai tracciato ed io non avrei saputo descriverlo meglio di come tu hai fatto.
    Quelli come lui, gli aguzzini della vita (mi piace molto questa uta definizione) non sanno godersi la vita, vederne il bello ed il buono perchè sono prigionieri di loro stessi.
    Sono loro i deboli, come tu giustamente scrivi, gli orribili rami secchi che un giorno verrano spezzati e bruciati, perchè le radici del male non abbiano ad espandersi dal momento che, per tanti casi, l'opera di bonifica è completamente inutile che, come la cronaca c'insegna, torneranno a reiterare perchè è nel sopruso la loro ragione di vita.
    Mi piace il tuo commento, Boudicca, perchè dentro c'è molta partecipazione e rabbia.
    Grazie davvero
    Contraccambio il tuo bacio con intenso entusiasmo, di donna e di strega.
    A presto
    Marilena
    P.S. - " Strega sei...Strega rimani"si..., e questa volta sarà bellissimo sentirlo implorare
    Questo è un meraviglioso incipit per un nuovo racconto ;)

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  9. Ciao Marilena,questo tuo racconto è bellissimo,
    si sente la tensione che sale e ti stringe la gola,molto ben descritta la figura della donna,
    una vittima che finalmente ha trovato il coraggio di punire quello che alla nascita doveva essere uomo,ma si è rivelato uno stagnone,la scena dello smalto a lui è cattiveria allo stato puro,per non aver capito un gioco da ragazzi,giusta vendetta,io avrei fatto di più,non nel tuo testo,di più a lui.
    Complimenti.
    Buona giornata cara.
    Un bacio colorato con smalto nero.

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  10. I padri padroni, purtroppo, esistono da sempre e non credo che siano una genia facile da debellare perchè spesso si nascondono dietro apparenze di normalità, educazione, rispetto.
    E' questo un fenomeno soprattutto maschile, retaggio culturale di una società patriarcale dove le donne ed i bambini non contavano nulla.
    Solo una società improntata a comportamenti equi e privi di discriminanti, con una concezione non moralista della giustizia, potrebbe raggiungere buoni risultati.
    Bisogna lavorare molto anche sugli adulti per spronarli alla denuncia, visto che ancora molto prevale l'occultamento ella realtà, la negazione della nefandezza, per proteggere il buon nome della famiglia.
    Contraccambio il tuo bacio, Massimo, con il mio rossetto, stamane, viola.
    Marilena

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  11. appena finito di leggere mi sento come se avessi le unghie laccate color fucsia

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  12. Antoine, non ti ci vedo proprio con lo smalto fucsia più adatto ad una Drag Queen come suggerisce nel suo commento la nostra amica Lucy, ma per te andrei decisamente sul nero, il colore del mistero e dei vampiri.
    Un homme avec les ongles émaillés de noir est sexy absolument
    Un bacio, Antoine, di viola quaresimale
    Marilena

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  13. Padri padroni e mariti schiavisti.
    Forse una delle piaghe più tremende della nostra società ma ben chiusa all'interno delle mura. Una casa che dobrebbe essere un rifugio avolte diventa una tomba.
    Un saluto

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  14. Incisivo, graffiante, esplicito, ad un ritmo serrato, la narrazione si legge d'un fiato come quei libri da cui non riesci staccare...
    Mi è piaciuto!
    Baci
    Giulia

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  15. Conosco giusto un paio di tizi da presentarti per funzioni come queste:)
    Ma quando esci dall'uscio avvisami.....il lavoro era appena all'inizio.
    Non so se questo post lo hai scritto per denunciare le violenze domestiche. Io lo leggo sotto la chiave dello spregio al diverso, al nuovo, alla modernità e alla libertà di sperimentare. Hugh non rappresenta solo il machismo, ma tutte quelle persone, donne comprese, che hanno paura della modernità e rispondono con la violenza.
    Un episodio per tutti molto recente: una festa patronale a Latina dove un gruppo di "HUGHES" picchiarono due turisti inglesi mentre si baciavano, in modo riservato per di più.
    Doriana

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  16. Per tanti la casa è una trappola da cui è davvero difficile fuggire o, quanto meno trovare il coraggio di denunciare.
    La normalità apparente, troppo spesso, cela l'horror.
    Grazie, area56, del tuo commento e della tua visita.
    Buon week end
    A presto
    Marilena

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  17. Grazie Giulia, tengo sempre in gran conto i tuoi commenti, perchè la tua sensibilità è un pò la mia cartina di tornasole :)
    Un bacio, streghetta bionda, e scusami se ultimamente sono stata latitante, ma ho avuto problemi di pc e di tempo.
    Un bellissimo week end
    Marilena

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  18. Sai Doriana, questo racconto lo avevo concepito per una storia che, dalla leggerezza sarebbe precipitata nel dramma.
    Poi, come spesso accade quando si scrive senza un canovaccio, ma solo sulla base di un idea nomade, la mia storia si è incentrata sulla violenza maschilista che non è solo quella domestica, (anche se Hugh qui è padre e marito) ma, come tu hai rilevato, è quel tipo di violenza che rappresenta il rifiuto a tutto quello che non rientra nella logica moralista accettata.
    Moralismo oscurantista, infarcito di preconcetti, contradizioni ed ignoranza.
    I moralisti, dal mio punto di vista, sono i più violenti, quelli che non riescono ad uscire fuori dal limite del pensiero unico che tentano d'imporre come principio universale usando la violenza fisica e psicologica che si scatena sul niente come per l'episodio che tu hai citato.
    Un bacio, Doriana, grazie davvero per tutte le considerazioni che esponi nel tuo commento che sono indice di un'attenta lettura ed autentica partecipazione e, di questo infinitamente te ne sono grata.
    Marilena
    P.S. - Mi piace il termine HUGHES da te coniato: se io fossi stata una scrittrice famosa e tu una critica letteraria ora questa parola sarebbe entrata nella terminologia corrente.

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