Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 17 dicembre 2010

Giorno di fiera

M'incammino nel freddo del primo mattino trascinandomi dietro il carretto delle mercanzie, uggiolante e svogliato, che ad ogni buca sobbalza e si lamenta, ed io con lui, mentre procedo in equilibrio precario con il peso che grava sul  lato sinistro, quello del cuore, che stamani avevo pensieri serrati e nebulosi come un barricamento di nubi, e non avevo la testa ad organizzare la distribuzione dei pesi, che tutto mi sembrava fosse di un unico volume e di una medesima consistenza. Ma ora che mi cimento nelle salite, e nelle discese, con rammarico constato la mia sventatezza e cerco di rimediare adattandomi alle esigenze della strada.
Sono tra i primi ad arrivare nello slargo ancora vuoto che oggi, giorno di fiera, s'andrà riempiendo di folla e di mercanti, ognuno col suo carretto delle meraviglie, carabattole e leccornie, esposte alla rinfusa o, come nel mio caso, ben allineate sul ripiano e con le novità in bella vista.
-Venghino signori a sperimentare i profumi afrodisiaci della sensuale Parigi. C'è da perderci la testa. -
E' ancora buio quando arriva Joe Black col suo carrellino colmo di aromi d'ambrosia e di miele della speranza, cestini di fiori ed animaletti di legno, unguenti balsamici e polverine sperimentali.
S'affianca al mio lato e, diligentemente, s'accinge ad apparecchiare il suo spazio, che la predisposizione all'ordine è un fattore di famiglia, quello stesso che accomuna nei gesti e nello sguardo, come nella voce.
Il mattino s'insinua nei vicoli più bui e rischiara, con strisciate di latte, le grondaie ed i balconcini striminziti, le finestre che si spalancano su altre finestre, con i davanzali mesti, sguarniti di fiori, cosicchè saranno i cestini di Joe a portare primizia di colore e provvidenza di sole, per illuminare gli angoli in ombra, quelli più remoti, dove la luce non s'azzarda ad entrare.
Lei vende i suoi sogni in ampolle di cristallo, ripiene di  liquido purissimo e non compromesso, constatabile alla luce più cruda che non c'è inganno ed il prodotto è di pregio.
Io, invece, in bottigliette metafisiche, dai colori indecifrabili, misture fermentate nel tempo, in origine sintesi energetiche per i muscoli e per  la mente, ma ormai adatte solo all'oblio.
- Venghino signori a sperimentare i profumi afrodisiaci della sensuale Parigi. C'è da perderci la testa

 La piazza si va lentamente animando e c'è come sempre trambusto intorno al banchetto di Lucy, perchè i suoi giocattoli meccanici, e le sue boîtes à musique, richiamano grande folla. Oggi, poi, è di scena il Dottor Zivago, il gattone Blu di Russia che, quando Lucy suona l'organetto di Barberia, muove la coda pigramente assecondandone il ritmo, e così piovono sorrisi, monete e bocconcini prelibati, che scaldano stomaco e cuore e predispongono al buon umore, che la giornata è insopportabilmente fredda perfino per lui, felino della Russia polare.
Volti conosciuti tra i tanti anonimi.
Il Colonnello Flannery, che marziale fende la folla, s' avvicina porgendomi un fiore rubato da un cestino di Joe, è il suo modo per dirmi che siamo amici nonostante Caterina Belgrano lo abbia costretto alla ritirata. Contraccambio il dono inestimabile della sua amicizia regalandogli una preziosa Acqua Dello Spirito Santo che ha il potere di donare pace ai cuori in subbuglio.
La luce che ora inonda la piazza è fredda e colorata, come un tenue acquerello, imitazione di un sole che mai riuscirà a scaldare davvero.
- Venghino signori a sperimentare i profumi afrodisiaci della sensuale Parigi. C'è da perderci la testa. -
Quanto costa una dedica d'amore?
Dipende dalla qualità delle parole: più sono rare più sono preziose.
Quanto, invece, una dedica dell'odio?
Poco, perchè le parole cattive sono alla portata di tutti.
La gente va di fretta, non si sofferma abbastanza a lungo per penetrare il senso delle cose, è fatalmente attratta dagli ingarbugliamenti tecnici dei giocolieri e dei contorsionisti piuttosto che dalla magia empirica dei flussi e delle essenze, dei veleni e dei profumi, o da quella mitologica degli scapolari delle martiri e dei pugnali degli eroi, dei pettinini d'avorio e degli specchi d'argento delle regine della storia e di quelle delle leggende.
Meraviglie che non seducono più.
Favole.
Fanfaluche.
Realtà da caleidoscopio.
Come le carte nautiche del principe Achab che indicano la rotta per Zamoras e che nessun navigatore satellitare sarà mai in grado d'individuare. Quelle mappe, issate come vele solitarie, richiamano passeri e beccaccini che arrivano in volo per planare curiosi tra binocoli, cerate e bussole. Esploratori fantasiosi e sprovveduti, questi piccoli pennuti, che si lasciano tentare dal miraggio di rotte impossibili per quelle loro piccole ali.
- Venghino signori a sperimentare i profumi afrodisiaci della sensuale Parigi. C'è da perderci la testa. -
Una malia per far innamorare un cuore riottoso.
Un amuleto per sconfiggere la mala sorte.
Una pozione che rinsaldi le ossa e fortifichi la volontà.
Un pendaglino per ricordare l'adempimento di una promessa.
Miracoli spiccioli ad effetto immediato e, possibilmente, a buon mercato, che alle incognite del futuro non è possibile, con troppo anticipo, provvedere, limitandoci saggiamente a sperare in un tempo di costante, seppur noiosa, bonaccia, senza chiedere troppo al buon Dio, o chi per lui gestisce le faccende terrene, che a star troppo ad interrogarsi sugli sviluppi delle questioni a lungo termine, personali o universali, c'è il rischio di farsi venire emicranie ed ulcere, se non qualche altro male peggiore. I quesiti importanti dell'esistenza lasciamoli ai filosofi, che si prendano loro il merito dell'intuizione illuminata, del ragionamento sensato, del teorema perfetto, che a noi è sufficiente acconsentire o dissentire, senza altri gravami mentali aggiuntivi.
- Venghino signori a sperimentare i profumi afrodisiaci della sensuale Parigi. C'è da perderci la testa-

La verità, è l'articolo meno richiesto e giace dimenticata tra un teorema ed un trattato, declassata ad "atto dovuto".
La speranza, invece, è battuta alle aste a cifre da capogiro, come l'illusione che vola alta nei titoli di borsa.
Un  lavoro immane, per i filosofi, incasellare tutto nel giusto ordine.
Non predico il futuro, spiega paziente Logos alla vecchina sdentata che gli chiede lumi sul suo destino, confondendo la filosofia con la chiaroveggenza, ma  posso raccontarti del passato e del presente, di come io lo vedo e che non è detto che sia allo stesso modo in cui lo vedi tu, ed allora ne scaturirà un bel parlare.
 Il passato ed il presente li conosco, ribatte ostinata lei, e del mio futuro prossimo son ben cosciente e so di non potergli sfuggire. Ho bisogno, quindi, dell'ipotesi di un futuro non ancora stabilito.
 Io studio il pensiero sensibile, come posso aiutarti?  Chiede perplesso Logos
Raccontandomi una storia nè troppo bella, nè troppo brutta, a cui io possa credere: sarà quello il mio futuro.

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