Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 29 gennaio 2023

Cagliostro e Drugo: amici/nemici/fratelli

 


Ho raccontato molto dei miei gatti e, nonostante stiano con me ormai da molto tempo (otto anni Cagliostro e quattro Drugo) continuano ogni giorno a sorprendermi con l'innocenza, la spontaneità e, in alcuni momenti, la stravaganza delle loro performance.
Guardarli è come sfogliare un fumetto o assistere a un film della Disney: il sorriso mi si stampa in automatico sulla bocca, qualunque sia il mio umore.
Così schiettamente diversi, Cagliostro e Drugo, non hanno mai ipocritamente tentato, come spesso è nella natura umana, di falsificare le carte e spacciarsi per quello che non sono o, addirittura, voler essere l'altro.
Fieri di essere indiscutibilmente se stessi, non hanno mai tentato di addomesticarsi ai miei desideri neppure per il miraggio di un premietto.
... e, a tal proposito, cosa se ne fanno del mio benestare se Cagliostro, ormai abile scassinatore di credenze e cassetti, se ne approvvigiona autonomamente, spartendo le ruberie col suo coinquilino?
Mangiano insieme la refurtiva, seppure Drugo, più agile e vorace, soffia all'altro l'ultimo boccone. Cagliostro, a tutta prima, pare non aversene a male, anche se continua per un po' ad annusare il pezzetto di pavimento dove prima c'era il bocconcino trafugato. Terminato il pasto, fuori menù e fuori orario, in sincronia, seppure dislocati in angoli diversi, i due sodali si leccano i baffi e le zampe, si stiracchiano e sbadigliano.
Drugo, come consuetudine, dopo ogni pasto s'appisola, Cagliostro, invece, la tira per le lunghe. Lui, che pure è tipo da letargo, diventa tutto ad un tratto irrequieto, quasi che passata la botta di adrenalina della malefatta, abbia bisogno di ripetere l'esperienza. Stavolta, ad essere scassinata è la porta di casa. La maniglia cede dopo il primo vigoroso, maschio assalto, destando dal sonno Drugo che, attratto da quello che gli sembra un nuovo gioco, scansa Cagliostro seduto indifferente sulla soglia e cerca la via dell'avventura lungo le scale. Ovviamente mi precipito affannata a recuperare il fuggitivo mentre lo scassinatore resta immobile sull'uscio. Quando risalgo con Drugo in braccio, lui, con aria di sufficienza, si sposta quel tanto che basta a lasciarci passare e, senza alcuna sollecitazione da parte mia, rientra in casa.
«Volevi smammarlo?» Lo sgrido, mentre mi fissa impassibile. Poi, dopo aver chiuso a chiave la porta, puntandogli il dito contro, lo avviso: «Se lo rifai ancora sarai tu a sloggiare, capito?» Cagliostro non si scompone alla minaccia e placidamente ignorandomi s'avvia al divano sotto cui Drugo, dopo che l'ho sgridato, per prudenza s'è rifugiato e dove, nel frattempo, ha scovato una pallina che con abilità calcia e poi rincorre per la stanza, proponendosi nel doppio ruolo di attaccante e difensore. Nell'enfasi del gioco la scaglia in un angolo da cui rimbalza e finisce tra le zampe di Cagliostro, che fino a quel momento ha seguito annoiato il trambusto prodotto dall'altro, che se ne impossessa senza dar mostra di restituirla. E' nella sua area e a quanto pare non intende rimetterla in campo. Drugo, sulle prime, fraintende l'intenzione dell'altro ipotizzando la sua adesione al gioco, così rimane in attesa del rilancio, ma quando questa si prolunga, lo sollecita dapprima con brevi, amichevoli miagolii, poi, capita l'antifona tenta, con l'irruenza che gli è propria, di riprendersela e, con un'acrobazia felina, gliela soffia via, correndo sotto il letto. Cagliostro non ci sta e parte all'attacco per ritrovarsi entrambi in un turbinio rarefatto di peli sopra il letto a suonarsele di santa ragione. Cagliostro è di stazza maggiore ma l'altro non si fa intimorire, glissa le zampate e se ne frega delle soffiate, con un agile mossa lo scavalca e si catapulta a terra. La lotta continua in tutti gli angoli della casa, sopra e sotto i mobili, perfino nella lettiera dove Drugo, sconsideratamente, s'è andato ad infilare. Il rumore della sabbia che dalla cassetta travasa sul pavimento m'induce ad intervenire. Di solito non m'intrometto nelle loro faccende se non per controllare, discretamente, che nessuno dei due si faccia male e non mi distruggano casa. E' un gioco, quello della lotta...per Drugo lo è di sicuro, Cagliostro però è fumantino e credo non abbia dimenticato che una volta, in questa casa, era tutto suo, d'esclusiva proprietà perché non c'era nessun cacacazzi a fottergli i bocconcini onestamente rubati.
«Adesso basta!» Li rimprovero severa nell''intento di riportare, tra i due gladiatori, una pace seppur forzata.
Due paia di occhi color ambra mi fissano. Due code svettano.
Non capisco se è una resa o una minaccia.
«Meow». Miagola Drugo, consenziente, scrollandosi vigorosamente di dosso residui di sabbietta, che sparpaglia fin sotto la porta.
Cagliostro, che è un aristocratico, lo guarda disgustato (se non fosse total black, giurerei di avergli visto alzare il sopracciglio), poi, con noncuranza s'avvia alla credenza della sala da pranzo.
Drugo lo segue e gli si pone a lato. Affiancati nel minuscolo spazio di una mattonella, di nuovo uniti, in attesa che io entri e apra quella credenza, per il rito della sera, quello della spartizione di uno snack
«Meow». Implora, con un vocino dolce, Drugo., guardandomi coi suoi occhi tondi da bambino.
Contrasta il silenzio di Cagliostro che per me, invece, è molto eloquente: «Ci dai il premietto di tua spontanea volontà o quando dormi dovrò forzare la credenza?»

Marilena

Nessun commento:

Posta un commento