Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 13 dicembre 2017

Maria Verena Valduga. La storia. La leggenda (cap 3)


AMNESIE. E MANIPOLAZIONI.
Dunque, Maria Verena era tornata e il prete, invece, se ne era partito, adducendo la motivazione puerile di un grave problema di famiglia, come asseriva il foglio sul tavolo della canonica.
Ovviamente la sua partenza frettolosa aveva suscitato un vespaio d'illazioni, perché era evidente che la motivazione di quella sua fuga era da collegarsi con la scena avvenuta la domenica in chiesa.
...e così gli occhi dei passanti andavano al balconcino, a quella presenza misteriosa che pure vi si affacciava a rendersi visibile, a sollecitare quegli sguardi e quei pensieri che da basso salivano fino a lei, che intenzionalmente si concedeva alla loro curiosità seppur attraverso una distanza siderale, un confine che nessuno avrebbe varcato per paura dell'ignoto.

La si vedeva incamminarsi su sentieri secondari, con lo splendido alano al guinzaglio e il viso schermato da una veletta. E sempre sola.
...anche se il circondario del suo palazzo era diventato luogo di pellegrinaggio, inesauribile fonte di curiosità e fantasiose ipotesi, come ad esempio quella gabbietta esposta al balcone, vuota ma fornita di cibo, che nell'immaginario popolare era stato stabilito fosse un approdo per le anime dannate.
...e quel geranio, coi petali color di fiamma, che in così poco tempo s'era sviluppato come un'edera, tendendo verso il basso come la corda di un fuggitivo; e il basilico, un cespuglio che pervadeva l'aria col suo profumo stordente, per ingarbugliare sensi e pensieri.

Nessuno ricordava più quella storia, che in quel tempo di guerra gli uomini adulti erano soldati al fronte o partigiani sulle montagne, e le donne intente alla propria sopravvivenza e a quella dei figli, avevano altro a cui pensare che non all'improvvisa scomparsa di Maria Verena, la cui vicenda non venne vissuta con l'attenzione morbosa che sempre caratterizza fatti del genere.
...e così la famiglia ebbe gioco facile per accreditare nell'opinione pubblica la sua entrata in convento, supportata dalla complicità dei notabili, in primis da don Rigamonti, che inscenò una messa, in pompa magna, in onore di Maria Verena sposa di Dio.
E a render tutto più vero la famiglia, per solennizzare l'evento, fece dono alla comunità di pacchi di pasta, conserve e coperte.
Ad archiviare definitivamente il tutto ci aveva pensato il capo della polizia con una retata avente la duplice funzione di ottemperare agli ordini del nuovo codice fascista sulle leggi razziali, che ascriveva tra gli impuri anche gli zingari, e cancellare in questo modo ogni possibile testimonianza riguardo la fuga di Maria Verena e Django. E soffocare lo scandalo.

ORSO
Ma pure ancora c'è qualcuno che ricorda, e ride dello scompiglio che la comparsa della donna ha generato nella fantasia dei paesani
... che neppure la cruda lezione della guerra è valsa a portare un barlume di ragionevolezza nel buio superstizioso delle loro menti, riflette Orso l'anarchico, il partigiano, il sopravvissuto. L'alcolizzato. Ingollando sorsate dalla fiasca che sorregge con la mano sinistra, che della destra è mutilato.

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