Una tattica di sopravvivenza, che devo ammetterlo, complice la grande stanchezza della giornata, quasi sempre funziona.
...quasi sempre, ma non questa notte.
Così alle prime luci dell'alba ero già sveglia, con la testa in subbuglio, cercando di districarmi tra il sogno/incubo notturno, nitido di tutti quei particolari che pure avrei voluto non ricordare, e le nebulose prospettive del giorno.
Sono uscita sul terrazzo ancora buio, nuclei di stelle e strisciate di nuvole, gli ultimi respiri della notte e il cigolio del primo tram del mattino, la tazzina di caffè caldo e la voglia spasmodica di una sigaretta, e la consapevolezza di non avere ancora una volta un appiglio reale a cui aggrapparmi, se non quello della mia forza di volontà.
...gli occhi fissi alle stelle che andavano una ad una spegnendosi, fino a quell'ultima così piccola e remota che pur arrogantemente s'ostinava a voler illuminare, con la sua luce pigmea, la vastità del cielo.
Quella piccola, presuntuosa stella anarchica, mi ha strappato un sorriso e infuso calore e determinazione.
- Guarda, Cagliostro, c'è ancora una stella che brilla per farci compagnia. -
Ma il mio gattone nero, pragmatico e nichilista, rifuggendo queste mie romanticherie da operetta, è corso in cucina a reclamare la pappa.
Di nuovo ho sorriso.
Di nuovo una benefica sensazione di calore.
...mentre l'incubo notturno, posposto alle esigenze improcrastinabili di Cagliostro, perdeva forma e consistenza, dissolvendosi, irreale, nel chiarore perlato del mattino.
Marilena