Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 17 agosto 2016

Admin

Fuori da quella landa favolosa e animata di me stesso che è così interessante, troppo interessante per una reale felicità terrena.
(Jack Kerouack)

Anche Kerouack viveva dunque in una favolosa landa, così troppo interessante da inibirgli una reale felicità terrena.
Ma, pur se volessi con una qualche presunzione fare un paragone tra le nostre lande, mi rendo conto, da subito, che  nessuna similitudine è possibile: la sua landa è quella immaginifica dello scrittore, un luogo interiore da far sembrare opaca qualsiasi pur magnifica realtà o felicità terrena, la mia, invece, è solo un apparato scenografico costituito da assi di legno e fondali di cartapesta, tenuti su a mascherare il nulla, ai quali mi sono aggrappata, in tutti questi anni, come una naufraga alla sua zattera, alla ricerca di una reale felicità terrena, perché non bastano i sogni, o i miraggi, a salvarci, ma piuttosto quelle stupide, banali cose quotidiane, apparentemente accessibili a tutti, che capita, quando si hanno, a non dargli mai la giusta importanza, anzi spesso si tende a sminuirle paragonandole a quelle altre aleatorie, di cui magari non ne abbiamo neppure una chiara visione, ma che a noi paiono più appetibili, grandiose ed inarrivabili.
La normalità...proprio quella normalità (un marito, un figlio, una casa, sicurezze affettive ed economiche) che quando ho poi avuto mi è venuta a noia, e ho cominciato intimamente a viverla come fosse una prigione dalla quale, però, mai volontariamente sarei fuggita.
Troppo insicura e troppo adagiata.
Nessuno mi ha tenuto prigioniera, se non io stessa.
Fin al giorno in cui tutta quest'apparentemente solida struttura esistenziale si è sfaldata.

Non puoi scalare il cielo se le tue ali sono quelle di una mosca.
E così quello spazio l'ho ridisegnato, calibrandolo alle mie necessità, alle mie nevrosi, per non trasgredire a quell'immagine di brava ragazza a cui sono rimasta fedele per tutta la vita, ma che nell'intimo mi stava stretta.
E' così che si precipita nella solitudine da cui ha originato quella landa che fino a ieri ho voluto credere favolosa, ma che in realtà è solo desolatamente colma di me stessa.
Ho costruito un mondo illusorio che io, a tutt'oggi, amministro e regolo unicamente sulle mie esigenze: un mondo tiranno e solitario.
Admin: è questo, in ultimo, il mio ruolo e il mio destino.

E quando la mia vita fatta di certezze e noiosa quotidianità è stata spazzata via, mi sono ritrovata d'improvviso fuori da quella pigione, liberata da qualsiasi vincolo ma assolutamente incapace di spiccare il volo verso quei miti che fino ad allora mi avevano abbacinata.
Così ho consumato gli anni restanti ad inseguire di nuovo quella normalità, quella felicità convenzionale e disprezzata, che col trascorrere del tempo appariva sempre più utopica ed irraggiungibile.

Solo uno spunto, dunque, questo mio paragonare la landa di Kerouack alla mia, per provare a scrivere una pagina di diario, o qualsiasi altra cosa che mi riporti all'età d'oro quando davvero credevo nelle mie capacità  di scrittura.
Un'ossessione, la mia, quando poi tutto questo gran scrivere l'ho circoscritto solo all' unico argomento che è quello riguardante la mia persona così tanto minuziosamente esplorata, sviscerata, analizzata e vivisezionata, spogliata di anima e mistero.
Non so neppure io, in ultimo, cosa farmene di questa me stessa così spudoratamente sfoderata, così tanto visibile da essere alla fine invisibile ai miei stessi occhi.
Marilena