Ho scritto questo racconto danzando sulle onde del mare in compagnia di Kalifa, scura e leggera, con la sua chioma dorata come l'aureola di una Madonna.
Quel giorno è arrivata chissà da dove, e non ha importanza il saperlo, però di certo il suo nome era in un sussurro sopito da qualche parte della mia coscienza, non immaginazione, ma coscienza, come accade quando un ricordo improvviso emerge, palpitante e vivo, dalle pieghe remote della memoria.
Kalifa e le altre, quelle arrivate e poi ripartite e quelle che verranno, quelle che non sono io e nessun'altra, ma il mondo intero delle donne, racchiuso in un fagotto da contadina o in un baule da signora, lacrime e risate, sortilegi e civetterie, umori e petulanze, parole, ed ancora parole, che le donne tante più ne conoscono tante più ne sanno inventare, pensieri appesi sull'abisso o su giardini fioriti, ombra e sole, memorie ed amnesie.
Kalifa è arrivata con i suoi abiti di fata indigena e quell'incredibile chioma raggiante, preceduta da un gallo orbo ed arrogante, ed un uccellino delle tempeste languidamente appollaiato su una sua spalla, irretito dal suo profumo sommesso di giungla e di mare, di terra e di sale.
Kalifa è bella, ma non ci bada, assorbita com'è dal suo mondo interno che non è quello della sciamana cialtrona, o dell'illusionista, ma quello sensibile dell'empatia, della condivisione, perché non professa e pratica nessuna religione se non quella dell'umanesimo.
Infine, la storia dei suoi capelli mi ha sedotta.
C'è sempre un particolare che nelle vicende individuali incanta, una nota che distingue ognuna ma che, alla fine, appartiene a tutte.
Kalifa arriva e non ha bagaglio, non intende restare, il suo è solo il viaggio breve di un racconto, un tassello d'aggiungere al mosaico della memoria collettiva delle esperienze femminili, di quel percorso difficile dove è facile esser preda d'inganni, vittime e kapò, principesse e puttane, che gli opposti, spesso, sono la faccia della stessa medaglia e, quindi, forte è l'equivocare ed essere equivocate, dalle donne stesse, amiche e nemiche, mai davvero complici, che se così fosse la storia dell'umanità sarebbe forse diversa, più poesia e meno guerre, perchè nessuna madre vorrebbe ucciso il proprio figlio, ed anche la più fiera cantrice dell'amor di patria sà che un pezzo di terra non vale la vita di un uomo.
Mi ritrovo in tutto ciò ke hai scritto e quest'ultima parte del tuo diario è ancor più bella e veritiera dei racconti che l'hanno preceduta!
RispondiEliminaTutte le "tue" donne....tue, nostre, di nessuno e di tutti.
E nel linguaggio che va oltre ogni parola già nota e conosciuta io ci aggiungo sorverluna, ossia la sorella vera della luna....Marilena!
Un bacio
'notte 'notte
Elisena
Alla fine, Eli, la realtà è parte integrante anche nelle storie più immaginifiche, cosicchè possiamo dire: tutto è veo anche ciò che non lo sembra.
RispondiEliminaUn bacio, stregaccia
Marilena
Le sfaccettature infinite delle tue eroine letterarie,Marilena, è una delle caratteristiche più affascinante deltuo scrivere. Sono ammalianti anche quando vestite di stracci e struccate si perdono in un vicolo cieco. Grazie per condividere con noi il dono prezioso della profondità della tua fantasia.
RispondiEliminaAmo le donne, Lucy, il mondo delle donne, è quello che m'appartiene, e scavarne le profondità, i lati oscuri e quelli passionali, è una ricerca da cui io stessa traggo vantaggio, perchè conosco meglio me stessa.
RispondiEliminaE' un viaggio, una sorpresa, una meraviglia: nessuna donna si somiglia ma tutte sono LA DONNA.
Quando racconto una storia, Lucy, mi sento una privilegiata, perchè tutte le volte è sempre, per me, una rinascita.
Un bacio, sorellesco e complice
Grazie
Marilena
Ciao cara Marilena,condivido il tuo pensiero,io amo le donne e il loro universo,in passato posso dire di esser stato molto fortunato,lavoravo in un ambiente dove le donne erano molte,voglio dire fortunato per un fatto di conoscenza del loro mondo e anche lavorativo,aggiungo anche che mi hanno dato molto,da loro ho imparato tante cose.
RispondiEliminaIl tuo testo su questa magica e deliziosa creatura di nome Kalifa mi ricorda in un certo senso tutte loro,un inno il tuo alla forza e al coraggio di tutte le donne,io amo questa Kalifa e mi farò tatuare il suo volto,poi vedo dove,questo tuo racconto è si di fantasia ma rappresenta la verità di molte donne e questo ti rende una donna davvero unica e speciale.
Donna.
Magica creatura che incanti/
sensuale miracolo/
vestita di passione/
dipingi sensazioni con il sangue della nascita/
porti in dono la luce dell'universo tuo/
come specchio che riflette il silenzio nel vento e nella pioggia/
la tua presenza è il premio da nascondere per i giorni veloci e freddi/
fuori il giorno chiama/
ma tu sei con me/
donna.
Buona serata Marilena.
Un bacio.
Ma grazie, principe achab, per questo commento così partecipato e per la meravigliosa poesia che completa questo mio scritto.
RispondiEliminaUna bellissima dedica al mondo delle donne e, di questo, davvero ti ringrazio.
Io, Massimo, a volto carico ancor di più il mio entusiasmo sul mondo femminile pur essendo consapevole che non tutto è oro e non tutto è luce, ma l'incoraggiamento e la speranza nei miglioramenti e nei risultati, quella va sempre preservata.
Il mondo delle donne......il rischio peggiore è che molte di noi hanno dimenticato, o mai conosciuto, quello che prima era ed invece di preservare, lottare per garantire, la genuinità dell'essere donna ecco che si scimmiottano comportamenti maschili (intesi nel senso di macho, e non come disprezzo al genere maschile) rallentando, anzi stravolgendo nell'essenza, quella che è stata la lotta, pagata anche a caro prezzo, per l'emancipazione.
Grazie di cuore, Massimo, anche da parte di Kalifa, per questo commento e per la meravigliosa poesia.
Marilena
@Massimo
RispondiEliminaKalifa è bellissima e l'dea del tatuaggio......intrigante.
A presto
Marilena