Antro Della Strega
sabato 2 novembre 2024
Anche gli oggetti hanno un'anima
Ci sono oggetti che non possiamo modificare, né regalare, né tanto meno disfarcene, perché sono dotati di un'anima, vivono del nostro respiro e dei nostri desideri.
Sono rappresentativi di noi stessi più di qualsiasi altra nostra immagine perché appieno ci rispecchiano, hanno il nostro odore e il nostro mistero.
lunedì 28 ottobre 2024
Apologia del rosso
La punta di uno stivaletto
L'ovale di un'unghia
La trappola di una bocca
Il rosso è sempre fatale (quando vuole)
venerdì 25 ottobre 2024
Dalla parte di Penny
Ulisse è Penelope, almeno quanto Penelope è Ulisse, entrambi con la propria tela, entrambi con le proprie traiettorie imperscrutabili.
Io sono convinta che su Penny, per via dei codici dell'epoca, ci siano state trasmesse un bel po' di fake allo scopo di convincere tutte noi, perfino ai nostri giorni, della inalienabilità di virtù catto/integraliste, a lei attribuite, come la fedeltà coniugale e la dipendenza dall'uomo e dal focolare domestico.
Ma no, non è così, e le azioni di Penny (quelle pubbliche, di cui siamo a conoscenza) lo smentiscono in pieno.
Ha preso il posto di Ulisse nella gestione della casa e del trono; tiene a bada ben 108 pretendenti, che nella maggior parte dei casi non sono proprio dei gentiluomini; cresce da sola un figlio e si occupa del governo dell'isola. Per vent'anni gestisce tutto lei.
Davvero qualcuno può pensare che abbia avuto il tempo di fare e disfare una tela allo scopo di prender tempo per evitare nuove nozze? Anche se, di un altro marito, francamente non ne sentiva l'esigenza.
L'unica tela che ha filato è quella del tepee in cui ha sedotto Ulisse. E guarda caso di questa tela, l'unica da lei realizzata, non se ne sa niente. Nessuno ne fa menzione! Tanto meno Ulisse, con la complicità di Omero, per non rivelare al mondo che il super eroe, il macho, lo sciupafemmine, è stato stregato sotto una tenda da una donna.
Ma nonostante tutto, con tenace ostinazione, si continua a favoleggiare di quella tela virtuale, tessuta di giorno e disfatta di notte, sotto gli occhi dei 108 pretendenti che non dovevano, in virtù di ciò, brillare per intelligenza.
Alla luce di queste argomentazioni rimane davvero difficile immaginare Penny sottomessa e passiva, seduta al telaio a tessere, o affacciata alla finestra a scrutare l'orizzonte in attesa del ritorno di Ulisse.
Più probabile che abbia preso tempo cedendo volutamente, per voglia o per svago, a qualche pretendente, magari al più giovane o al più sexy, perché sono certa che, in quel folto gruppo, non ci fossero altri parametri di selezione.
E al diavolo l'attesa e la fedeltà!
Vent'anni, per una donna, sono veramente tanti.
Perché mai una come lei, seducente, intelligente e scaltra, avrebbe dovuto consumarli, e consumarsi, nell'inutile attesa di un uomo che, vista la piega che avevano preso gli eventi, di certo non la meritava?
Così ha trasformato il tempo della solitudine in quello della maturazione. Dell' emancipazione.
Essere bella per se stessa, e autodeterminata nella sua volontà di scegliere e non di essere scelta.
In piena consapevolezza.
E che il mondo continuasse pure ad immaginarla paziente, fedele, subordinata. E docile.
Ancella, intenta a filare un'interminabile tela.
Moglie, in attesa alla finestra.
domenica 20 ottobre 2024
lunedì 14 ottobre 2024
domenica 13 ottobre 2024
mercoledì 9 ottobre 2024
Soli di fuoco. Lune di ghiaccio
Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato.
(Friedrich Wilhelm Nietzsche)
Facciamo che domani sia oggi
"Facciamo che domani sia oggi", me lo ripeto tutte le mattine al momento d'iniziare la giornata, consapevole d'ipotizzare una missione impossibile, con l'innocente tentativo di guadagnare un giorno in più nella mia vita. Tutti quei domani anticipati, alla fine, potrebbero diventare, con una certa costanza, addirittura settimane, mesi. Magari anni.
Riuscire a precorrere i giorni è la moltiplicazione del tempo. Forse il preludio all'eternità.
"Facciamo che domani sia oggi", un proposito che si rivelerebbe la madre di tutte le rivoluzioni se servisse a renderci consapevoli di cosa nel futuro ci attende partendo dalla realtà oggettiva di questo presente, perché nel domani ci siamo già. E in virtù di questo, forse, dovremmo iniziare a misurare i passi e se occorre rallentare, perfino fermarci, per riflettere e per capire quello che su di noi incombe.
Perché non basta immaginare o presagire, occorre vedere, poiché i segnali dell'imminente catastrofe ci sono già e, tutto quello che è stato ipotizzato, di sicuro accadrà. Sta già preparandosi ad accadere. E probabilmente è già accaduto in un tempo lontano così, quando noi ipotizziamo che lo scoppio apocalittico del Big Bang sia stato l'inizio della vita, era forse la sepoltura di quella precedente.
Lune di ghiaccio. Soli di fuoco.
Un domani dove le albe e i tramonti si compenetrano in un orizzonte antracite e rame, striato da repentini bagliori di luce e subitanei coni di buio, a dominare una geografia ermetica, primitiva. In agguato. Brulicante di vita sulla superficie terrena e nei gomiti d'acqua, nelle faglie d'argilla e nella lava deposta nei seni dei vulcani, così come negli sciami opachi trasportati dal capriccio del vento, come furia di pioggia o dissolvenza di nebbia.
Un domani dove il sole è fuoco e la luna ghiaccio. Un domani primevo, minaccioso e biblico, (questi due aggettivi, volutamente accomunati, ben chiariscono il senso della visione). Un modo da domare e addomesticare, come nel passato, alle nostre esigenze, anche in maniera brutale, ma che dovremmo invece plasmare con intelligenza sensibile e mani di donna. E rispettarlo nella forza così come nella vulnerabilità dei suoi elementi, senza violentarlo. Deturparlo. Contraffarlo. Tramutarlo ostile.
Soli di fuoco e lune di ghiaccio, un mondo incandescente ed artico, lo sfondo dell'ultima frontiera tra polvere ed abissi.
Un remake del passato, che diventa futuro, per un fallito back up della memoria.
lunedì 7 ottobre 2024
Muta impronta
e accettate incoerenze.
Niente è più ingiurioso
di quella firma menzognera
in calce ad un racconto apocrifo.