BLOG inizia finalmente a star meglio.
E, stamani, è riuscito ad inghiottire anche un pò di brodo.
Queste notti ha dormito con me, nel letto grande.
L'ho vegliato, terrorizzata dall'eventualità di un rigurgito silenzioso. E mortale.
Abbiamo dormito abbracciati, su un unico cuscino. Speravo di assorbire la sua febbre.
Di guarirlo.
Nella penombra quieta della stanza si è insinuata una striscia di luce furtiva.
Baluginante ed obliqua.
D'istinto BLOG ha teso una mano a volerla toccare. Ma ha stretto il nulla.
Deluso, ha fatto scivolare su quell'inganno la mascherina nera dei suoi occhiali.
E' il suo modo di dissentire.
Dovrei spiegargli che quello che ha invano cercato di afferrare era solo pulviscolo atmosferico. Polvere illusoria che si spaccia per luce. Ma non glielo dirò. Accrescerei di più la sua frustrazione. Inducendolo, forse da subito, ad una visione prematuramente pessimistica della realtà.
Quello che serve è, invece, un'alternativa positiva.
La lusinga di una spiegazione seduttiva, seppur non vera.
Ma che rasserenando lo spirito benevolmente agisca anche sulle prostrazioni del corpo.
Una favola per BLOG
LA STORIA DELLE ANIME DEGLI INSETTI CHE SI SONO RIBELLATI ALLA MORTE
La luce trasporta le anime dei piccoli insetti.
Sono particelle minime.
Impercettibili ad occhio nudo.
Impossibili da individuare anche con un potentissimo microscopio.
O con qualsiasi altro più sofisticato strumento d'indagine.
Quindi, anche se non le vediamo, queste anime fluttuano continuamente intorno a noi.
A sciami, a ranghi serrati o in ordine sparso, proprio come se fossero ancora vive.
Ma sono inequivocabilmente anime defunte.
Se guardi nel chiarore dell'aria non le vedi.
Si manifestano solo quando un fascio di luce irrompe nel buio.
Sono quei puntini che si affollano irrequieti nel tuo campo visivo.
Qualcuno più audace cerca di penetrare la pupilla. Ti sembra così vicino al tuo occhio che devi sbattere la palpebra per scuoterlo via. E non basta, che già un altro si è prontamente abbarbicato sul bordo inferiore. Nascosto tra le ciglia, non riesci a localizzarlo nemmeno con l'ausilio di uno specchio.
Cerchi allora, maldestramente, di liberartene strofinando con così tanto vigore da indurre l'occhio a lacrimare.
Ma queste sono soltanto constatazioni accessorie che ci allontanano dalla storia.
Il punto principale è che, quando arriva l'ora del trapasso, non tutti gli insetti si rassegnano passivamente a tale evento. Così, prima di morire, gli irriducibili si strappano via le ali.
E' l'ultima sfida alla morte.
Ed un atto di fede.
Perchè, secondo la religione degli insetti, l'anima dimora nelle ali.
Quindi questa amputazione ha lo scopo di sottrarre l'anima alla morte.
Un gesto eccessivo che non lascia indifferente la pallida signora.
Che apprezza immensamente il coraggio del dissenso. Ed ammira gli eroismi.
Così lascia che il vento trasporti con i pollini e le spore, i petali prematuri e i granuli di terra, anche quelle povere ali mutilate.
Che, librate nell'aria, tornano a flettersi e a distendersi, nelle acrobazie del volo.
Viaggiano sospinte dagli umori cangianti del vento. Ed in balia di tutti gli altri agenti atmosferici.
Erose. Scosse. Flagellate. Consumate.
Nella loro fragile struttura materiale.
Alla fine, solo polvere.
Puntini baluginanti nei raggi obliqui della luce.
Particelle evanescenti.
Elusive.
Sono le anime degli insetti che si sono ribellati alla morte.