Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

martedì 21 maggio 2024

Crodino e Sapphire: una storia ai confini della realtà

Stamani, sciorinando un lenzuolo sul davanzale della finestra, con grande stupore ho visto che anziché pencolare verso il basso, i due lembi inferiori erano assurdamente tesi verso l'alto. Dritti. Rigidi. Conferivano al lenzuolo l'aspetto di una culla improvvisata. Sono rimasta a fissare incredula quell'inverosimile amaca, quando Crodino, il mio gatto arancione, scavezzacollo e casinista, è saltato sul davanzale e ha iniziato agilmente ad arrampicarsi su una di queste improvvisate funi, rimanendo saldo e pacifico come un pirata sulla tolda, in fase di avvistamento di un vascello da depredare o, nel suo caso, molto più verosimilmente, di uno dei tanti piccioni che da generazioni alloggiano abusivamente sopra i cornicioni del condominio. Nessuna minaccia e nessuna blandizia l'ha convinto a scendere dal suo surreale avamposto dove, per altro, sembrava stare a suo agio e godersi il panorama, in attesa di una preda. Ho valutato di tirare verso di me il lenzuolo, ma poi il timore che quel movimento inaspettato potesse fargli perdere l'equilibrio e farlo precipitare nel vuoto, mi ha fermata. Una situazione davvero spinosa. Senza spiegazione alcuna quel sovvertimento delle leggi della fisica e della natura...oltreché delle buone maniere, che a quanto pare il mio gatto non conosce affatto. O di cui non gli importa nulla.

«Scendi ti prego, vuoi farmi prendere un infarto?» Lo imploro «Ti giuro che non ci saranno ripercussioni, anzi ti preparerò doppia razione di tonno e gamberetti, ma per favore, vieni giù!»

Alle mie suppliche sommesse (importante in questi casi è non farsi prendere dall'isteria, gridare o lasciarsi andare a movimenti bruschi) è accorso Sapphire, l'altro gatto di casa, un Blu di Russia, un aristocratico che detesta il chiasso e le situazioni imbarazzanti, e il cui contributo è quello di gettare un'occhiata infastidita a Crodino che svetta impavido, attaccato alla cima del lenzuolo, come alle sartie di una barca, e l'altra più severa, gelidamente accusatoria nei miei riguardi:
Sono certa che se avesse potuto denunciarmi ai servizi sociali lo avrebbe fatto, non perché temesse per Crodino, il quale non era nuovo a queste situazioni al cardiopalma, ma perché seccato da tutto quel trambusto. Sapphire, che mi conosce bene, è consapevole che quella mia calma è solo apparente e da lì a breve, se quel pestifero di Crodino non si fosse deciso a scendere sul davanzale, sarebbe culminata almeno con una chiamata ai vigili del fuoco, e poi l'inevitabile certezza di finire sui social, dal momento che, in questo nuovo secolo, i gatti ne sono diventati straordinari protagonisti. Una vera mania che ha contagiato la razza umana di religioso fervore verso i felini di ogni specie, colore e indole.
Un culto a cui Sapphire, fin dal nostro primo contatto, mi ha reso chiaro che avrei potuto officiare solo, e quando, lo avesse deciso lui.

Mentre siamo in questa situazione di stallo (confesso di non essere, per carattere, una decisionista), e non volendo al pari di Sapphire, seppure per motivi diversi, di assurgere alle cronache dei social, e di fare via web il giro del mondo, con questa storia ai limiti della realtà, mi sovviene l'idea di tentare Crodino con una generosa offerta di snack al salmone e formaggio, di cui è molto goloso. Un espediente di cui spesso, e quasi sempre con successo, mi servo per indurlo a palesarsi quando decide di fare orecchie da mercante ai miei richiami. Gli snack, però, sono in cucina, il che richiede il mio allontanamento dalla finestra, ma so di non poter lasciare Sapphire di guardia perché, appena avrà intuito la mia intenzione, mi avrà già preceduta alla credenza.
Non è un piano attuabile. Non è un rischio che posso correre.

Sembra che sia un passato un tempo infinito da quando si è creata questa incresciosa situazione ma, in realtà, si tratta solo di minuti. E, nel mentre cerco una soluzione, il nutrito stormo di piccioni abusivi che abitano la grondaia, si sono assiepati sui tubi pluviali, incuriositi dalla strana performance di Crodino, che mai è stato a così poca distanza da loro. Anche lui li vede e, con l'istinto del cacciatore, è tutto proteso a valutare la distanza e l'ampiezza del balzo che dovrebbe spiccare per agguantarli. Dalle rispettive postazioni, il gruppo dei piccioni, e il micio, si osservano studiandosi.
Crodino, perfettamente immobile si staglia, con quel suo color carota, come un lucente, minaccioso avatar, sullo sfondo azzurrino del cielo, mentre dalla compagine dei volatili, i più temerari, incuranti del pericolo, all'inizio con qualche prudenza ma poi sempre più spavaldi, gli si fanno sotto. Hanno preso nota della sua impotenza e lo provocano. Così sospeso può solo subire l'oltraggio. Seppure, con buona probabilità, quella di Crodino potrebbe non essere debolezza ma tattica, dal momento che non ha distolto neppure per un secondo lo sguardo dal manipolo dei piccioni. E questa ipotesi mi spaventa ancora di più perché ben conosco la temerarietà del mio gatto arancione, sorpreso a passeggiare sulla balaustra del terrazzo col chiaro intento d'irrompere in quello del vicino. Da quella volta, a scongiurare imprese del genere, ho recintato la ringhiera con un'alta rete ricurva verso l'interno.

L'idea di battere sul tubo dello scolo, così da produrre un rumore per mettere in fuga i piccioni, mi attraversa fulminea la mente ma, l'attimo dopo, l'ho  già respinta, perché quello stesso rumore spaventerebbe anche il micio. D'altro canto una soluzione devo pur trovarla presumendo che Crodino non potrà rimanere in quella posizione ancora per chissà quanto.
Intanto, Sapphire, inizia a miagolare e a strusciarsi sulle mie gambe, segno che ha fame. Non sgarra di un secondo sugli orari delle pappe e non tollera ritardi, perché dalle strusciatine passa d'un subito ai morsi alle caviglie. E non sono morsetti per gioco!


Ed eccomi qui, presa tra due fuochi!
Urge che elabori un piano per uscire fuori da questa sorte di limbo dantesco, che me lo raffiguro su una tela michelangiolesca, diviso su 4 livelli: il primo, è la gronda dove sono appostati i piccioni; il secondo, è a mezz'aria dove sosta Crodino, sospeso tra il vuoto e il davanzale; il terzo, è il riquadro della finestra dove io sono sporta metà fuori e metà dentro; il quarto, è il pavimento dove Sapphire, novello Cerbero, infierisce sulle mie caviglie.
Cerco di scalciarlo via  senza fargli male, ma quando il gattaccio infernale snuda gli artigli e s'inerpica lungo le mie gambe, urlo con tutto il fiato che ho nei polmoni, spaventando i piccioni che si levano in volo in un disordinato sfarfallio di penne e di piume, mentre Crodino, atterrito dal mio grido agghiacciante, si stacca dal suo sostegno di fortuna per atterrare sul davanzale, dove io, col cuore che batte a mille e mani tremanti, lo stringo nella morsa delle mie braccia e lo tiro verso l'interno.
Una volta al sicuro, e come ringraziamento, il furfante pel di carota si divincola dalla mia presa e, come se niente fosse accaduto, raggiunge Sapphire che, prevedendo la mala parata, nel frattempo è andato a nascondersi sotto il letto dove, come da copione, iniziano a rincorrersi e poi ad azzuffarsi, in una gara senza esclusioni di colpi per arrivare primi alle ciotole.
 
Prenditi un gatto, dicevano, vedrai che renderà la tua vita migliore.
Prenditi un gatto, dicevano, vedrai che sarà divertente. Dicevano.

Di sicuro, la mia, Crodino e Sapphire l'hanno movimentata!