Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 9 dicembre 2018

Fleur (cap 13)


CAPRICCI DA STAR
Ad attenderlo all'aeroporto Ferrer aveva trovato Blanca Gil, che nel lungo periodo della sua assenza pure s'era data un gran da fare per pervenire alla verità sull'accaduto, senza però alcun risultato, che Serrano, prima di partire, prudentemente aveva attivato un'impenetrabile rete protettiva a salvaguardia dell'intera vicenda, allo scopo d'impedire di pregiudicare, con una pubblicità negativa, il film di cui Ferrer sarebbe stato protagonista.
Salvaguardare l'onorabilità dell'attore equivaleva a proteggere anche i suoi stessi interessi, seppure questo gli era costato una cifra considerevole e dovuto contrarre qualche debito di riconoscenza.
Ed era stata questa richiesta di favori la cosa più odiosa a cui Serrano s'era dovuto sottomettere e che il suo carattere, schivo ed orgoglioso, profondamente aborriva, motivo per cui s'era trovato a covare un fondo di risentimento nei confronti dell'amico. Irritazione che però non gli aveva impedito di espletare in modo impeccabile il compito che s'era prefisso: rendere Ferrer irraggiungibile da Blanca Gil e nel contempo tenerlo all'oscuro di ciò che a Santo Domingo andava accadendo. Mentirgli, se il caso lo richiedeva, seppure l'ambiguità e le menzogne non rientravano nel suo modo d'agire, in questo caso particolare vi si sarebbe adeguato, che la faccenda era così delicata che sarebbe bastata una semplice svista per precipitare nello scandalo. D'altro canto, nelle condizioni psicologiche in cui Ferrer versava, i ragionamenti logici s'erano dimostrati fallimentari. Nessuna collaborazione da parte sua ma piuttosto un crescendo d'ostilità sfogata talvolta in maniera adolescenziale, capricciosa e irrazionale, cattiva ed ingiuriosa. La troupe, abituata ai capricci delle star, e completamente ignorando le motivazioni vere da cui scaturivano i comportamenti dell'attore, aveva vissuto queste sue insensatezze come fatto normale, divertendosi perfino e parteggiando, secondo le simpatie, per Ferrer o per la Turner. L'attore, per la sua arguzia e le sue sottili crudeltà, riscuoteva un successo personale che molti dello staff, pur trovando odiosi i suoi cinici sberleffi nei confronti della partner di scena, erano preferiti di gran lunga alle scene drammatiche di lei, che assolutamente priva di fantasia ripeteva lo stesso copione, quello delle invettive, delle lacrime e delle porte sbattute. Ma qualcuno dello staff, pur trovando noiose queste sue performance, s'era provato a consolarla, trovando nel pretesto di un abbraccio, la possibilità di saggiare, con un contatto fisico più diretto, quella sua sensuale burrosità. Gesti contenuti che però avevano scatenato la gelosia del regista, e dopo il licenziamento in tronco di un cameramen e poi di un elettricista, nessuno s'era più azzardato nell'impresa. Scene madri, quelle della Turner, che lasciavano invece indifferenti, o stizzite, tutte le altre donne della troupe, dalle altre attrici alle addette ai lavori, che pur trovando sgradevole il comportamento di Ferrer nei suoi riguardi, non le avevano mai manifestato solidarietà. Né amicizia. La sua totale mancanza di talento artistico, contrapposto a quella sua bellezza mozzafiato, esplicitava in modo palese le ragioni per cui le era stato affidato il ruolo di protagonista. E la gelosia ossessiva del regista lo attestava, tanto che sembrava quasi essere grato a Ferrer della sua ripugnanza nei confronti di lei, unico uomo a respingerla, a non esserne attratto, quando tutti gli altri, invece, se la sarebbero voluta portare a letto. Motivo per cui, il regista, non aveva mai chiesto a Serrano di sostituire Ferrer.


BLANCA 
Blanca Gil lo attendeva con una rosa rossa in mano e una bottiglia di champagne nell'altra.

- Cosa dobbiamo festeggiare, Blanca? -
Le aveva domandato lui in tono sarcastico.

- Il tuo ritorno, Francisco. -
Aveva risposto lei baciandolo lievemente sulla bocca. Ma lui s'era scansato infastidito.

- Non c'è nulla da festeggiare. E anche se ci fosse non sarei dell'umore giusto. -
Aveva ribadito con avversione.

- Un motivo per bere champagne si trova sempre. E dopo, magari, migliora anche l'umore -
Blanca non era tipo da demordere e così lo aveva preso sottobraccio e condotto verso il taxi in attesa.

- Andiamo a casa mia. Si sta più tranquilli. -
Proposta a cui lui non aveva mosso obiezioni, perché ritrovarsi da solo nel suo appartamento, col fantasma irato di Santa Martha Dominadora, lo atterriva.

Dopo aver consumato una cena leggera, Ferrer s'era fatto una doccia e poi nudo aveva raggiunto Blanca nel letto matrimoniale. Sul comodino di lei campeggiava, su un vassoio d'argento, la bottiglia di champagne e due flute di cristallo.

- Stai mettendo su peso. -
Aveva detto Blanca soppesandolo con occhi critici. Lui le si era sdraiato accanto e lei lo aveva accolto carezzandogli il petto, ma Ferrer, con malagrazia l'aveva scansata via.

La giornalista, niente affatto risentita di quella sua irritazione, s'era fatta di lato per studiarlo più attentamente, riflettendo a voce alta.

- Si, Francisco, non solo stai ingrassando ma hai un colorito opaco e borse sotto gli occhi: un aspetto pessimo. Se è una conseguenza del fallimento del film, ricorda che un flop è quantomeno doveroso nella carriera di un attore di successo. Una cattiva recitazione non pregiudicherà i tuoi successi futuri. Ma la devastazione fisica, si. E tu ci sei dentro, amico mio. Ed è una pena constatarlo. Ma non credo che siano stati i mancati incassi di botteghino a produrre questa tua brutta trasformazione, quanto piuttosto una donna. Forse la piccola, glaciale, Celeste Petit? Ci scommetto che è opera sua. Una splendida femmina alfa, quella. Ci avrei perso la testa anch'io e volentieri mi sarei fatta fottere da lei, e non solo in senso letterale. Non ho mai creduto alla storia messa in giro dal tuo amico Serrano, ad uso e consumo della stampa, del tuo ritorno di fiamma per Josette. A proposito dovrò aggiornarti su di lui e le più recenti vicende di nostri comuni conoscenti. Ovviamente le mie informazioni vanno oltre le verità di facciata, ed hanno un prezzo. Mi sono data molto da fare per te quando eri ad Hollywood, e con gran fatica, che Serrano è stato magistrale nel sigillare qualunque accesso potesse condurre a te, rendendoti irraggiungibile. Ed invisibile. E' un uomo diabolico! -
L'ultima frase, intenzionalmente, l'aveva pronunciata in tono ammirato. Poi s'era accesa una sigaretta e aveva aggiunto sibillina: posso aiutarti a fare i tuoi interessi, a riprenderti ciò che era tuo, o che speravi lo fosse, e che con l'inganno ti è stato sottratto. Ma per tutto questo c'è un prezzo da pagare.

Ferrer, a quelle sue parole che sapevano più di minaccia che di promessa, s'era riscosso dal suo torpore e con inaspettata violenza l'aveva afferrata per le braccia strappandole un gemito di dolore.

- Cosa intendi dire? Se sai qualcosa parla! Non sono in vena di risolvere enigmi. -
D'improvviso era diventato ferino. Minaccioso. Dominato da una brutalità istintiva, dirompente, alimentata dalle notti insonni e da quelle etiliche. Stringeva le braccia della donna con forza selvaggia, cosicché lei, sopraffatta, lo aveva implorato di allentare la presa. La sua voce vibrava di paura e di odio. Ma la paura aveva un'intensità maggiore.

Ferrer, stupito da quell'implorazione s'era ritratto, rintanandosi nel suo angolo di letto. Blanca, sconvolta da quell'umiliazione che s'era auto inferta, quando l'aveva liberata lo aveva schiaffeggiato, insultandolo. Lui non aveva reagito: s'era girato di fianco e aveva chiuso gli occhi.
Ma lei, di nuovo padrona del campo, non mollava la presa, verbalmente mortificandolo e psicologicamente assalendolo in un crescendo d'improperi, e indotta poi al silenzio dai singhiozzi proveniente dal lato del letto di Ferrer.
Era la prima volta che lo vedeva piangere. Sconvolta da quella sua vulnerabilità così impudicamente esibita, e sfinita dalla sua stessa furia, Blanca s'era finalmente chetata, scivolando nel buio profondo di se stessa e poi in quello di Ferrer. Era sgusciata verso di lui e lo aveva abbracciato di spalle.

PHILIPPE E CORALIE
Erano diverse notti che Coralie vegliava al capezzale di Philippe, non fidandosi di lasciarlo in custodia a nessun altro, neppure agli infermieri che il consolato aveva messo a sua disposizione, e che avrebbero dovuto alternarsi in turni a coprire l'arco delle ventiquattro ore. Era esausta, ma pure continuava ad affaccendarsi intorno a quel letto dove Philippe giaceva in stato di coma, misericordiosamente deprivato da ogni sensibilità fisica. L'infermiere di turno dormiva su un divano in fondo alla stanza mentre lei andava rimboccando le coperte al figlio, seppure non ce ne fosse bisogno che da giorni giaceva immobile nella stessa posizione. Si era chinata poi con la delicatezza estrema di una farfalla per auscultargli i battiti del cuore talmente lievi, quasi impercettibili, che per riuscirci aveva costretto tutti gli altri suoi sensi ad ammutolire a favore dell'udito. Nella stanza buia si muoveva con la sicurezza percettiva di un cieco, anche se nello spazio circoscritto nel perimetro del letto non c'erano mobili e nessun altro oggetto a far da barriera,  ma solo la piccola poltrona su cui lei, quando era troppo esausta, riposava per brevi momenti, e che di proposito l'aveva voluta scomoda, così da non indugiarvi a lungo e cedere alle lusinghe del sonno. Aveva poi sfiorato la fronte di Philippe che le era parsa più fredda del solito. Anche le labbra nella trasparenza del volto, sotto le ciglia di brina, risaltavano di un blu più intenso, quasi violetto. Con gli occhi asciutti Coralie era scivolata nel letto accanto al figlio, non per rianimarlo, come era accaduto altre volte, col calore del suo corpo ma per assorbire il gelo da quello di lui.

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