Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

lunedì 13 agosto 2018

Fleur (cap 7)


EVENTI STRAORDINARI
Ferrer, quel mattino, era arrivato in ritardo all'appuntamento con Ermelina Hortega per ultimare i preparativi a quella festa che si preannunciava come un evento straordinario, avendo egli garantito la sua presenza e quella di svariate personalità dello star system, ma quando era giunto l'aveva trovata in uno stato di prostrazione emotiva, gli occhi lucidi e un fazzolettino premuto sulla bocca a reprimere i singhiozzi.
Premurosamente, allora, le aveva chiesto i motivi di quella sua disperazione
-  La mia agitazione è causata dal peggioramento delle condizioni di mio nipote, Philippe, il fratello di Cleleste e di Fleur. Se dovesse morire il giorno della festa, o quello antecedente, sarebbe una vera tragedia per tutti noi. Soprattutto per Delicia, che dovrebbe rinunciare ai festeggiamenti. -
E, tra le lacrime, lo aveva messo al corrente di quella parte di storia della vita di Fleur di cui lui non sapeva niente. Così s'era prodigato a tranquillizzare Ermelina, in ambasce più per la sorte della festa che per quella del nipote. Sul cinismo della donna, Ferrer, non s'era neppure un momento soffermato
poiché istantaneamente era subentrato quello suo, predominante, avendo intravisto in questa nuova situazione la possibilità di accedere dalla porta principale alla vita di Fleur.
S'era così speso, con promesse impossibili, a consolare la matrona, al fine di accrescerne la dipendenza psicologica, a fronte di quelle sue garanzie incentrate sul niente.
Ma a lei questo bastava.

- Prima cosa occorre sincerarsi delle reali condizioni di salute di vostro nipote. Andate a fargli visita, anzi, permettete che vi accompagni, siete sconvolta e non mi fido a lasciarvi andar sola -

E così aveva varcato la soglia della stanza sigillata di Philippe, pervasa da un calore insopportabile e permeata dal tanfo di urine recondite. E disperazione.
Al suo capezzale una donna pallida dall'aria sfinita, vestita di scuro, che neppure s'era accorta della loro presenza, intenta a frizionare, con estrema cautela, la fronte e il petto del malato.
Solo quando Ermelina le aveva toccato una spalla si era accorta di loro.
A fatica, allora, s'era staccata dal letto dove Philippe giaceva immobile, per salutare l'ospite che per riguardo era rimasto in disparte.

Coralie recava sul volto le tracce di una bellezza bionda, (la stessa di Celeste e di Fleur) che la pena e la disperazione avevano offuscato e reso tragica. Nel volto scarno gli occhi si evidenziavano, nell'alone scuro delle occhiaie, troppo grandi e troppo chiari; la bocca pallida, esangue, arida di sorrisi e di parole; i capelli, malamente annodati, erano prematuramente striati di grigio.

Fuori dalla stanza Ermelina l'aveva abbracciata e poi le aveva presentato Ferrer
- Posso offrirvi qualcosa? -
Coralie aveva chiesto per dovere di ospitalità, ma si capiva chiaramente dai suoi sguardi rivolti alla stanza di Philippe, che avrebbe voluto tornare dentro.
- Una giornata così calda, mia cara...una delle più calde quest' anno, ma tu non puoi certo saperlo dal momento che esci così raramente -
E già Ermelina si predisponeva ad una chiacchierata salottiera, ma Ferrer, intuendo lo stato d'animo di Coralie, aveva con garbo, per entrambi, rigettato l'invito, adducendo la motivazione di molteplici commissioni e appuntamenti.
- Lo scopo della nostra visita era solo quello di aver notizie sullo stato di salute di vostro figlio -
 Coralie aveva accolto con gratitudine quell'intromissione di Ferrer che abbreviava i tempi della visita permettendole di tornare al capezzale di Philippe.
- Ha superato la crisi e va stabilizzandosi. Il mio Philippe ha un cuore forte e volontà di vivere -
Aveva risposto in modo automatico, come fosse quella una frase ripetuta infinite volte e alla fine mandata a memoria.

Il giorno dopo Ferrer era tornato portando in dono lo scapolare di Santa Martha Dominadora, alias di Marta Guedè, la potente Loa che aveva tutelato il suo Sebastian.
 - Ha protetto mio figlio, proteggerà anche il vostro -
Coralie aveva accolto quel dono con gratitudine, gratificandolo perfino di un timido sorriso, e poi dal fondo del corridoio era apparsa Fleur, che vedendolo gli era corsa incontro travolgendolo con l'impeto di un ciclone
- Francisco, siete qui! -
Aveva esclamato con entusiasmo, e poi prendendolo per mano aveva aggiunto in tono imperativo
- Dal momento che siete qui dovete assolutamente vedere una cosa -

E così lo aveva preso per mano guidandolo fino alla sua stanza dove su un ripiano d'angolo campeggiava una grossa radio.

- Noto con piacere che siete passata dal "program du bal" alla radio. Un progresso notevole -
Ferrer aveva detto divertito

Lei aveva girato una manopola e una cascata di note jazz, erano zampillate di getto e inondato la stanza mentre lei improvvisava passi di charleston.

Era radiosa e leggermente accaldata, la camicetta bianca le evidenziava il busto e i seni ancora acerbi deliziosamente modellati che non avrebbero sviluppato troppo di volume, perché Fleur, di ossatura leggera, aveva il fisico sottile di una ballerina classica.
Istintivamente fece il paragone tra lei e Josette, la sua ex amante, e quest'ultima ne usciva immiserita, apparendogli ora volgare e perfino grassa, con i fianchi larghi e i seni prosperosi di nutrice. Trovava ora  perfino ripugnanti quelle sue peculiarità fisiche che pure lo avevano irresistibilmente attratto.

- Francisco avevate promesso s'insegnarmi a ballare. Spero non vorrete mancare alla vostra parola! -
E così s'erano ritrovati al centro della stanza dove Ferrer indirizzava i passi di Fleur che docile l'assecondava con una serietà commovente. S'era così stabilità fra loro una buona sincronia e mano mano che lei acquistava sicurezza nei movimenti si azzardava in  passi sempre più spericolati, e allora lui la redarguiva per riportarla ad eseguire una coreografia più corretta e meno pericolosa.

- Fate attenzione a non mettere a repentaglio le vostre articolazioni -
Le aveva suggerito Ferrer sinceramente preoccupato, e allora lei lo aveva per gioco provocato inscenando una caduta e trascinandolo con sè.
Rideva Fleur le guance rosee e gli occhi brillanti, mentre lui l'aiutava a rialzarsi, per un momento stringendola tra le braccia, aspirando la bionda fragranza dei suoi capelli e l'odore giallo e dolce di miele di tarassaco che permeava la sua pelle di vergine.
Nello struggimento del desiderio Ferrer l'aveva stretta a sè, respirandola tutta e memorizzandola con i sensi nel tempo breve di quel contatto furtivo, che già sulla soglia s'era materializzata, tempestiva ed inopportuna, la nonna caffellatte.
Ma Ferrer, d'attore navigato si era immediatamente ricomposto, prima ancora che quella potesse fare domande

- Ah siete qui. Coralie mi ha detto della vostra visita, ma non dovreste essere in questa stanza -
Lo aveva redarguito, accigliata la nonna caffellatte.

- Nonna,  è colpa mia, volevo mostrare a Francisco la radio che papà mi ha regalato -
Lo aveva difeso Fleur

- Un regalo fuori luogo per la tua età -
Aveva sottolineato con durezza  la vecchia signora

- Ma è soprattutto a questa età che si ascolta la musica -
Ferrer aveva ribattuto con convinzione.

- Musica  per balli scriteriati. Andrebbero proibiti. A tutte le età! -
Il verdetto perentorio della nonna  non ammetteva possibilità di replica.

Ma pure se quella possibilità gli fosse stata concessa Ferrer non avrebbe obiettato, non per vigliaccheria né per opportunismo, ma perché felicemente predisposto ad amare anche lei in quanto nonna di Fleur.

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