Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 27 dicembre 2017

Maria Verena Valduga. La storia. La leggenda (cap 5)


SILENZIOSE TESTIMONIANZE
Sul balcone della casa dei Valduga fiorivano il geranio e il basilico, mentre la gabbietta vuota con la porticina spalancata, reiterava agli invisibili viandanti dell'aria la sua ospitale offerta.
Questo era ciò che alzando lo sguardo si vedeva. Niente trapelava, invece, dall'interno buio della casa. Mentre era facile, però, di mattina presto, vedere Maria Verena, o chiunque altra fosse, al balconcino, intenta a spazzolarsi i capelli.

«E' una donna in carne e ossa.» 
«Se ha messo in fuga il prete con tutte le sue protezioni altolocate, non può essere che un fantasma.»
«Di quali protezioni parli? quelle di Dio o del prefetto?»
«Orso dice che la figlia dei Valduga è morta partigiana.»
«Quello sarebbe disposto ad inventare qualunque storia in cambio di una bevuta.»
«Per come la vedo io racconta più verità lui da ubriaco che il prete da sobrio.»
«Ma pure se lei fosse un fantasma  non mi suscita lo stesso terrore che m'incute mia moglie.»
E quest'affermazione scatena l'ilarità generale.
«Eppure un modo ci sarebbe per accertarsi della verità, una verifica sul posto quando lei non c'è.»

ALLA RICERCA DELLA VERITA'
Questa proposta, bocciata dalla maggioranza come atto lesivo della proprietà privata, era stata invece accolta con entusiasmo dalle solite teste calde, più per il gusto dell'avventura che per una ricerca della verità
...e già s'era delineato un piano molto semplice e all'apparenza privo di rischi, che per scassinare il portoncino d'entrata, corroso dal tempo e dalla ruggine, sarebbe stata sufficiente una piccola leva, e per tutto il resto, invece, buona vista e agilità di gambe se la situazione fosse precipitata.

Qualcuno dei presenti aveva tentato di dissuaderli da quell'impresa, ma a dir la verità con argomenti blandi e senza troppo fervore, subissati dagli incitamenti di quelli che invece li spronavano all'impresa, cosicché il gruppetto si sentì autorizzato a procedere nel suo piano.  

...così quando la donna era uscita col suo cane, il manipolo s'era subito messo all'opera per forzare il portoncino d'ingresso, che pure facilmente s'era aperto su un interno completamente buio, e dopo aver imprecato sulla dimenticanza di una torcia elettrica che avrebbe illuminato la scala sconnessa che recava alle stanze del primo piano, s'erano accinti a salire. Procedevano con cautela, celiando per farsi coraggio ma con i sensi tesi, pronti ad indietreggiare alla prima avvisaglia di pericolo quando, con scenografico tempismo, un rosso raggio di luce, filtrato da una crepa, si era posato sulla sagoma penzolante dal soffitto.
Il corpo di una donna, come testimoniava la lunga veste che dall'alto pendeva.

Ed eccoli gridare, a quello che faceva da palo, di chiamare soccorsi, che lì c'era il cadavere di un'impiccata.
...e già un ragazzetto correva a perdifiato lungo la strada del commissariato, e un drappello di volontari s'era posto sulle tracce di Maria Verena, mentre il dottore, che pure era nei paraggi, prese il controllo dell'operazione, impedendo l'accesso ai curiosi per non inquinare la scena del delitto.

Ma non è una donna, è don Rigamonti, l'impiccato.
Aveva tratto in inganno la  tonaca, nel buio scambiata per un abito da donna.

«Ecco dunque che fine ha fatto il prete!»
«Mai partito, è sempre stato qui.»
«Lo ha ucciso lei!»
«Ma con l'aiuto di un complice, che quello era un omone e da una donna avrebbe ben saputo difendersi.» 
«Gli avrà teso un tranello. Certe ne sanno una più del diavolo.»
«Ha fatto perdere le tracce. Volatilizzata. Aveva tutto programmato.»
«Eh si, non si sparisce così da un momento all'altro, qui c'è un piano ed un complice.»
«Ma il movente di questo delitto?»
«Una storia vecchia, di convento e di partigiani. Una vendetta.»

«O magari una giustizia.» Interloquisce Orso
«Tu ne sai qualcosa? Magari c'è anche il tuo zampino!»
«A  questo zampino ti riferisci?» E, con una risata roca, mostra il moncherino. «Sono un invalido ed un ubriacone, non riesco nemmeno ad allacciarmi le scarpe... figurati uccidere un uomo.»
«Ma tu la conosci quella donna.»
«Quella che conoscevo è morta, sepolta in montagna con tutti gli altri partigiani.»
«E allora basta scavare dov'è sepolta per confermare la tua verità.»
«Ho la memoria labile, conseguenza delle sbronze, perfino quando sono sobrio vedo insetti sulle pareti. Non saprei dove condurvi.»

  «Io invece scommetto che lo sai. Certe cose non si dimenticano. Lo hai detto tu.» La voce del dottore sovrasta le altre.
«Ah, dottore, giungi sempre alle spalle!» E di nuovo quella risata cupa, senza allegria
«La verità, Orso, porterebbe giustizia anche nei confronti di quella donna, se un torto ha subito.»
«La verità non ha mai portato giustizia, dottore, almeno per quello che mi riguarda e per quello che ho visto. Limitati a curare i corpi, che è il tuo mestiere, perché a curare le anime ci pensano i preti.» Conclude, scolando il bicchiere.