Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 1 ottobre 2017

Sul confine

Certi ricordi fanno male come ferite, mai rimarginate, che urlano nella nostra carne appena il sole s'adombra e cambia il tempo.
(Amaranta)

La morte ha di nuovo bussato alla mia porta e si è portata via un altro pezzo della mia vita. Un pezzo importante, anche se la nostra storia comune era finita ormai da circa 20 anni, non si era mai del tutto spezzata perché continuava ad unirci l'amore per nostro figlio.
Non sono stati quelli anni assolutamente facili quelli per me, quando il nostro matrimonio è finito ho esplorato tutta la vasta gamma della rabbia, del rancore, della disperazione e della solitudine, fino all'inferno della depressione.

...ed ora sto qui a rinvangare di nuovo fra quelle macerie, consapevole che non dovrei farlo, che pure avevo riportato in superficie qualcosa di bello e positivo, ed ora rischio di rovinare di nuovo tutto, di dover ricominciare a martoriarmi con la mia maledetta introspezione, o ricorrere allo psicologo, perché questa ridda confusa di sentimenti ed emozioni che sta sobbollendo dentro di me, e che minaccia di eruttare con la violenza esplosiva di un vulcano, non riesco a gestirla
...e un nuovo tipo di solitudine sta sopraffacendomi.

Di cosa gli faccio debito, stavolta?
Di essersene andato troppo presto, ancora troppo giovane? di non aver opposto una più strenua resistenza alla morte? di non aver mai chiarito abbastanza quello che tra noi era successo ? (ah, noi donne, abbiamo sempre bisogno di miliardi di parole per essere rassicurate o invelenite, e ancora cerchiamo di leggere tra le righe, nei silenzi, nei puntini sospensivi), di essere stato felice senza di me e di aver ricostruito laddove io, invece, ho miseramente fallito?

Chi ho commemorato in quella ventosa mattina di primo autunno mentre spargevamo le sue ceneri?
Il ragazzo che conoscevo, quello del mio passato, o l'uomo del presente, quello della cui vita quasi nulla sapevo e che d'improvviso, brutalmente, mi è stata svelata?

Sinceramente non avrei voluto sapere niente di questa sua vita, ma gli eventi, in qualche modo, mi hanno costretta, e così ho dovuto materialmente saggiare la grande distanza che c'era tra noi e che nessun miliardo di parole avrebbe mai potuto colmare.
Una vita a me estranea, fatta di volti e nomi e progetti che non mi riguardano, e di cui niente avrei voluto conoscere per preservarmi almeno un ricordo personale, solo mio, l'unico al quale credere, respingente di ogni altro confronto.
...consolatorio.

In quella fredda, piovigginosa giornata di Settembre, io stavo sul confine tra il presente e il passato, confusa e ancora una volta tradita, messa da parte, nonostante avessi creduto per un momento che la morte me lo avesse restituito.

Marilena