Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 12 luglio 2017

La stanza di Ludwig (cap 5)


Quali ruoli rivestivano i tre attori protagonisti di quel film a episodi ?
Interpretavano una parte o se stessi?
Storia reale o fantasia?

Attendevo alla finestra, speranzosa ed impaziente, la proiezione di altri spezzoni di quel thriller muto, aspettando comodamente seduta in poltrona che il regista, nella scena finale, fornisse la soluzione dell'enigma.
...o forse non ci sarebbero state più proiezioni perché l'ultima scena era già andata in onda, quella in cui Anais muore pugnalata dalla lama del suo coltello.
Ma era stata una ferita mortale quella che lei stessa s'era involontariamente inferta cadendo sulla lama impugnata da Ludwig, o era stata solo la mia frettolosa supposizione a decretarlo?
...perché la sequenza magistralmente s'interrompeva su quella caduta accidentale.
 Stando a questo parziale scenario la morte di Anais sarebbe stata solo un incidente, omicidio colposo, per dirlo in termini di legge, che alleggeriva Ludwig dalla volontarietà del fatto e non lo bollava col marchio infamante dell'assassino intenzionale.
Ma, come ho già ribadito, la scena s'era interrotta su quella caduta, cosa era avvenuto dopo?
Potevo solo fare congetture:
1) Anais, solo ferita, era caduta a terra per rialzarsi e andar via
2) Anais, solo ferita, era caduta a terra dove Ludwig l'aveva poi uccisa.
3) Anais, mortalmente ferita, era caduta a terra dove era spirata.

Un finale aperto dove benissimo, nella seconda e terza ipotesi, s'andava incasellando anche l'affermazione di Adelina pronta a giurare che la donna non era mai più uscita dalla casa.
 Nella sciagurata ipotesi dell'omicidio, colposo o doloso che fosse, dov'era finito il cadavere?
....molto più probabile, invece, che la donna, seppur ferita, avesse lasciato l'appartamento sulle sue proprie gambe, eclissandosi nel buio.

Per saperne di più sarei dovuta tornare indietro di qualche fotogramma, laddove Elizabeth. inciampando guarda a terra e con un moto d'orrore si porta le mani alla bocca.
Sul pavimento c'era il corpo di Anais o solo il suo sangue?

Il fermo immagine di Elizabeth con le mani premute sulla bocca mi si era inchiodato nella mente, ma era davvero poco per stabilire la realtà dei fatti e optare per un'altra  delle due parimenti plausibili opzioni.

Elizabeth...forse saperne di più su di lei avrebbe contribuito a far luce su questa storia che, perdonate l'ironia, andava in onda col buio.
D'altronde lei e Ludwig, a differenza dell'evanescente Anais, erano reali.
...e di questo mio proposito d'indagine non ne avrei fatto parola nemmeno con Adelina.

Il primo passo sarebbe stato documentarmi su Internet riguardo la vita, privata e pubblica, di Ludwig. Con un po di fortuna avrei stabilito la sua correlazione con Elizabeth (c'erano troppi forse in questa storia dove procedevo per congetture quando, invece, necessitavo di dati verificabili e circostanziati).
Il primo enigma da sciogliere sarebbe stato quello di risalire al vero nome e cognome di Ludwig, così difficili da pronunciare e memorizzare, il motivo per cui era stato soprannominato il Maestro.
... per mia sfortuna erano state rimosse anche le etichette dal suo citofono e dalla cassetta della posta.
Senza un nome di riferimento non avrei cavato nulla da Internet, così come i detective del secolo scorso avrei dovuto far ricorso ad un informatore.
...informatrice, per la verità, la migliore sulla piazza, una donna dai mille mestieri, giornalista, pianista e animatrice di feste, e in ultimo ideatrice di bufale per un sito internet che grazie a lei stava vivendo l'età dell'oro.
Una donna che sul pettegolezzo e la maldicenza aveva costruito le sue fortune e le sue sfortune.

Elsa, (così chiamerò la mia informatrice, per via delle tante rilevanti attinenze con la più celebre Elsa Maxwell, la penna  più corrosiva del giornalismo gossip targato USA, operante tra gli anni ruggenti e la grande depressione), uscita con la fedina penale pulita da una torbida vicenda di politici e prostitute minorenni, che l'aveva vista protagonista dapprima come coimputata eppoi come testimone d'accusa.

...così erano cadute tutte le altre teste, ma non la sua, che fieramente ostentava su quel suo collo grassoccio come prova inconfutabile d'innocenza.
Innocenza a cui nessuno aveva mai creduto, ma che nessuno avrebbe più osato mettere in dubbio.

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