Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

lunedì 15 maggio 2017

Ma ci sarà mai un finale?


Una mattina, questa, che all'apparenza non ha nulla di diverso da tutte le altre: l'attrice, la scenografia e la  trama, sono quelle consuete di una piece, sempre la stessa, che va in scena da anni.
Anche il mio pubblico immaginario non sembra diverso: gli spettatori sono sempre i soliti, attenti e rigorosi, seduti composti su scomode seggioline, mentre silenziosamente, e pazientemente, continuano ad attendere quel fenomenale colpo di scena che romperà la monotonia di questo interminabile soliloquio, e concederà loro la possibilità di un applauso liberatorio.
...qualunque sia il finale.

Ma ci sarà mai un finale?
Chiedo rivolta al mio pubblico immaginario.
Questa battuta estemporanea gela gli spettatori
Sarebbe stata un'ottima battuta se impostata col tono giusto, avrebbe spalancato inediti scenari, entusiasmato e non delusione, se solo quel punto di domanda lo avessi posto come un probabile si piuttosto di un sicuro no.


Ma ci sarà mai un finale?
Ripeto la battuta cercando di sottintendere che si, ci sarà un finale, e sarà uno di quelli che vale la pena della fila al botteghino, dei soldi del biglietto e delle scomode poltroncine.
Glielo devo, al mio pubblico immaginario.
Marilena


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