Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

giovedì 2 marzo 2017

Il peccaminoso profumo dell'innocente rosa ibrida.

Cagliostro ed io siamo stati chiamati a far da baby sitter a Ginevra, la gattina bianca di Desirée, la figlia minore dell'Imperatrice Camilla, in viaggio per un periodo di tempo non ancora determinato.

La gatta Ginevra deve il suo nome alla città Svizzera dove in quel periodo l'Imperatrice risiedeva e dove Desirèe è nata. Ma anche gli altri due figli di Camilla sono nati all'estero, Christopher, il maggiore, a Londra, Alexis, invece, ad Atene: l'Imperatrice dai suoi viaggi esteri non importa souvenir ma figli.
Ma nello specifico non c'è nessun figlio in arrivo, né altri ce ne saranno, puntualizza lei, facendomi dono dello splendore del suo sorriso.
Mai vista così radiosa, l'Imperatrice, ora che si sono dissolte le minacciosi nubi che incupivano sul suo matrimonio e l'armonia ristabilita, così che tutte le lacrime da lei versate si sono, per un miracolo d'amore, trasformate in pioggia benefica e ristoratrice, da cui sono germogliati miriadi di fiori delle specie conosciute, ma anche di nuove.
Enormi bouquet hanno così invaso gli atri della sua casa, sbocciando negli angoli più impensati.
Camilla, ridendo, mi ha confidato di averne trovato uno anche nell'armadio: un mazzo di rose ibride dai colori da postribolo e il profumo stordente, castamente avvolte in un tulle da sposa.
- Così ora tutti i miei abiti odorano di peccato -

Tutto in lei risplende di gioia innocentemente sessuale: la pelle, gli occhi, la bocca, i capelli.
Rivestita da capo a piedi di una bellezza nuova e spontanea, di cui lei è inconsapevole e che non si premura d'imbrigliare, come ha sempre fatto, per evitare una sovraesposizione eccessiva di se stessa.
Al contrario di tante donne bellissime, Camilla, la sua bellezza non l'ha mai ostentata, come se questa sua sensuale, botticelliana femminilità, anziché esaltarla la intimorisse, trovando un onesto riparo nella sobrietà del bon ton.
Ma nonostante tutti questi accorgimenti la sua femminilità prepotente erompe dai rigorosi tailleur di ottima fattura e dai colori castigati, dai gioielli discreti e dal trucco leggero.

Questa donna spettacolare avrebbe potuto avere il mondo ai suoi piedi, ma non lo ha voluto, ha scelto un solo uomo e a lui si è immolata
...eppoi lui l'ha tradita.

Come si può tradire l'amore e la bellezza?

- Lo hai davvero perdonato? -
- Si, altrimenti non sarei potuta rimanere con lui -

Parole semplici, senza alcun arzigogolo filosofico da interpretare.
Parole che mi scaldano il cuore, anche se io quel suo marito fedifrago, invece, so che non riuscirò mai a perdonarlo.
Ma questo non glielo dico, anche se so che lei lo intuisce.

- Se ci sono riuscita io, Mari, puoi riuscirci anche tu. -
E mi schiocca un bacio sulla guancia.
Un bacio che profuma di rosa ibrida.

...eppoi è partita, tirandosi dietro una recalcitrante Desirée che non voleva staccarsi dalla sua gattina e, tra le lacrime, la implorava di lasciare anche lei con la zia Mari.

- Lascia anche me, mamma, prometto che farò la buona e non darò fastidio. Ti prego zia, per favore, diglielo anche tu! -

Camilla, invece, pragmaticamente non mi ha dato il tempo di dire nulla, ben sapendo che avrei appassionatamente perorato la causa della piccola.
...e così ora sono nella duplice situazione di perdonare (il marito di Camilla) e farmi perdonare (dalla piccola Desirée).

E mentre penso a tutto questo stringo al petto Ginevra, morbido gomitolo bianco, che dorme pacifica, appallottolata tra le mie braccia, immune dal peccaminoso profumo dell'innocente rosa ibrida.

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