Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 25 febbraio 2017

Albe

Brutalmente svegliata all'alba dalle intemperanze di Cagliostro che pur di farmi mettere i piedi a terra non ha lesinato né mezzi né idee (i salti poderosi sulla maniglia della porta della camera da letto sono, però, la sua specialità) e così ho aperto gli occhi su quest'alba randagia e disidratata, che approfittando dei varchi del dormiveglia s'è andata felpatamente ad acquattare tra le mie palpebre, e in cambio di questa forzata ospitalità, sono stata compensata con un gran mal di testa.

Mi sono mossa allora a casaccio, come un fantasma nel buio viluppo dei suoi veli, guidata dagli automatismi e dalla conoscenza perfetta della casa, per espletare i riti mattutini a cui Cagliostro del Vlad non può assolutamente rinunciare.

Quanto vorrei in certi momenti qualcuno lo facesse anche per me!
Piccole cose come un buongiorno sussurrato, un bacio sulla fronte e l'offerta premurosa di una tazzina di caffè.
Desideri semplici, perfino banali per chi queste cose le ha e neppure, forse, ci fa più caso, annoverandole nei riti scontati della routine quotidiana.

Col passaggio degli anni i miei desideri hanno acquistato l'innocenza di quelli dei bambini, acquietandomi delle smanie dell'età adulta e catapultandomi nel passato più remoto come fosse il presente, che certe mattine quasi mi aspetto suoni la sveglia per andare a scuola mentre ingollo d'un fiato il caffè dalla tazzina che mia mamma mi porge, facendomi fretta di alzarmi, che ha ben cinque letti da rifare e il bagno è uno solo e c'è già la fila, e rischio poi d'arrivare in ritardo.
Incurante dei richiami di mia madre, rimango ad indugiare ancora per un po nel caldo delle coperte, guardando la luce filtrare dalle tendine, senza nessuna apprensione sulle probabili tonalità del suo colore, perché in quel periodo ignoro l'esistenza di queste albe randagie, disidratate, implumi.

Albe sbiadite al paragone di quelle altre del mio passato più recente.
Albe tumultuose e gitane, che d'improvviso mi si affacciano al ricordo, testimonianza di quel mio ieri, frammentato e incoerente, passionale ed eccitante.
Albe baldanzose, già alla prima luce predisposte al sesso, all'amore, alla vita e al futuro.
Albe illusorie, che non sarebbero mai più rifiorite...e allora ben è valso che mi consegnassi al buio.
Marilena

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