Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 30 dicembre 2016

Un sogno preso in prestito

Il presagio del lieto fine è evidente fin dalle prime scene, ed è proprio questo che mi induce a seguire fino alla fine il film tv dalla trama prevedibile e dalle battute scontate.
In altri tempi avrei cambiato canale...in altri tempi avrei rifiutato la banalità del lieto fine, per di più ampiamente preannunciato, ma non questa volta, non questa sera, che il bisogno di calore e di certezze è così preponderante da necessitare di coglierlo da qualsiasi fonte possa provenire.

Rannicchiata sotto le coperte mi scaldo nella certezza di quel lieto fine predestinato ad avverarsi ad onta di tutte le vicissitudini messe in campo dal regista per mantenere alta la tensione e far dubitare, fino alla fine, lo spettatore.

Ma in realtà tutto l'intreccio della storia fin dall'inizio punta al disgelo, all'aggiustamento, anche se forzato, della trama, e non importa se le incongruenze risultano evidenti, stasera sono disposta ad ignorare tutte le piccole, innumerevoli, e poco innocenti malizie, attraverso cui si evolverà la promessa di una felicità eterna.


Perché talvolta mi capita, come in questa sera, di avere disperatamente bisogno di un sogno in cui credere, un lieto fine in cui sperare.
 ...e non importa se è solo un sogno preso in prestito.
Marilena

Post Mortem

Il mio sesto senso mi dice che in un futuro, non ancora scritto su nessun calendario, un regista intravederà nei miei racconti la trama per un film di successo.
Lo produrrà e sarà un trionfo.
 Ma io sarò già cenere
La fama... sempre in ritardo, sta stronza!




giovedì 29 dicembre 2016

Appartengo alla terra.

Intermittenze esistenziali che assumono i contorni della metafora di una ballerina di tip tap, che volteggia, senza però mai distaccarsi dal suolo, su un ritmo cadenzato, a cappella, sottolineato dalla successione della marcatura prima del tacco e poi della punta.

Questa ballerina di tip tap piroetta instancabile senza mai staccarsi dal pavimento, anzi, il suo tip tap è il fraseggio col quale consapevolmente ribadisce la sua appartenenza al suolo piuttosto che al cielo, perché se fosse slegata dalla solida compattezza del pavimento sul quale far risuonare i suoi tacchi, sarebbe soltanto una figurina precaria, annaspante, in cerca di un appiglio inesistente.

Quella ballerina di tip tap sono io, doverosamente ancorata al suolo dopo aver tentato brevi, goffi salti, protesa verso quel cielo a cui però facilmente ho rinunciato in cambio di quella stabilità che la terra m'assicurava.

Così, nonostante la mia fervida fantasia, non mi sono mai avvicinata al sole, non mi è riuscito di scaldarmi ai suoi raggi, ed ecco spiegato il perché di quel freddo interno che da sempre mi porto dentro.

La mia mente s'è rivelata troppo complicata, indecifrabile anche per me stessa.
Una mente rococò tutta riccioli e volute, un coacervo di arabescate ondulazioni floreali strutturate per alleggerire quella mia estrema pesantezza esterna che però mai, mai, mai, mi è riuscito di abbattere realmente.
Così l'intera mia esistenza l'ho votata alla realizzazione di un compito impossibile, tremendo per una bambina eppoi per la donna che sono diventata: infrangere le mie barriere esistenziali, penetrare i muri e attraversare la materia, essere la proiezione reale in un mondo parallelo, più attraente, giusto, gioioso, soprattutto colmo di sentimenti e storie da condividere attraverso la scrittura, e in questa affermare una qualche ragione di vita.
Ma mi sono trovata sempre sola a vagare tra le ombre in compagnia di altre ombre, e alla fine realizzare che l'impalpabilità è la materia prima di cui sono fatti i mondi e le persone.
Eppure di un mondo solido ho accettato l'illusione e fomentato il miraggio, a volte perfino realmente credendoci con una disperazione tale da sembrare entusiasmo, riscatto, rivincita: inchiostro per i miei scritti.

Ma in definitiva sono stata la viaggiatrice solitaria in un parallelo che non esiste, un'esule estromessa alla ricerca di una fonte a cui dissetarmi e bevendo, alla bisogna, anche acqua avvelenata, eppur sopravvivendo nonostante le mie tentazioni suicide.

Tentazioni quanto vere?
Quanto impellenti?

Ho sempre immaginato per me una morte dark: rose rosse, veste bianca, sangue sulle braccia e buio.
Un'ossessione.
Un'eredità.

C'è chi eredita la bellezza, la lungimiranza, il talento: io, invece, ho ereditato il gusto del suicidio.
Ma non l'ho mai attuato.
L'ho sperimentato, ma non ho avuto il coraggio di portarlo a termine.
Ci vuole fegato a morire perché il richiamo della terra, delle misere cose di cui reclamiamo il possesso, di quegli affetti negati che pur ci ostiniamo a pretendere, ancorano carnalmente la nostra volontà al suolo.
La forza di gravità si triplica e si viene schiacciati tra il desiderio di onorare quell'eredità e il miraggio fantastico di una fonte pulita a cui dissetarsi.
...eppure, senza fino in fondo crederci, è questa vana ricerca che alla fine per me è prevalsa.
Che mi ha mantenuto in vita.
L'esile fronda a cui mi sono aggrappata per mantenere l'illusione di un ancoraggio tramite il quale  affermare la mia appartenenza alla terra.
Marilena

lunedì 26 dicembre 2016

Quesito Esistenziale

Esiste davvero quell'età in cui una donna preferirebbe sentirsi dire che è straordinariamente brava anziché straordinariamente bella?



venerdì 23 dicembre 2016

Il momento magico

Il momento più bello è quello che  intercorre tra il primo e il secondo caffè del mattino.
La casa silenziosa e la strada ancora addormentata.
E' il momento magico in cui nulla è ancora stabilito e tutte le possibilità sono aperte.
E' quel breve attimo in cui si è davvero padroni del proprio destino.



sabato 17 dicembre 2016

Cambio di stagione

Sostituire il biondo, glabro amante dell'estate, con quello bruno, e più villoso, dell'inverno.



martedì 13 dicembre 2016

domenica 11 dicembre 2016

Il colore della tristezza

Mi riapproprio del colore della tristezza, perché è il primo colore dell'arcobaleno, meno intenso degli altri ma non per questo meno bello: madreperla che si confonde negli strati del cielo, per apparire a tratti occhieggiato di sole, a volte, invece, ombreggiato di nubi.
E' un colore incredibile,
Non si vede, ma si fa sentire.




giovedì 8 dicembre 2016

Eroi per caso

Talvolta è l'inconsapevolezza, la mancata valutazione del rischio reale piuttosto che un vero coraggio, a trasformarci in eroi.


martedì 6 dicembre 2016

Il cielo nel cuore

Una volta, tanto tempo fa, mi è capitato di abbracciare il cielo, e una nuvola orfana s'è impressa nel mio cuore.
Da quel giorno, ad ogni suo battito, stilla una goccia di pioggia.




lunedì 5 dicembre 2016

Privilegi

I privilegi sono gioielli presi in prestito e di cui talvolta ne viene chiesta la restituzione quando, invece, per entrarne definitivamente in possesso, si esige il pagamento di una libbra d'anima.



Gli amori non corrisposti

Gli amori non corrisposti sono i più tragici, i più appassionati, i più spettacolari.
Rabbiosi e poetici.
Maledetti, perché in quel desiderio mai avverato permane intatto il gusto del proibito.
Leggendari, perché destinati a perdurare nell'immaginario come una mistica chimera.



venerdì 2 dicembre 2016

Rosa & Pugnale

Il perdono, talvolta, è la pietra tombale sotto cui abbiamo sepolto vivo il nostro nemico.



giovedì 1 dicembre 2016

Verità apparenti

Che non sia tutto vero non significa che sia tutto falso.



Sfumature Complementari

Possedersi con la furia passionale di due samurai e, negli istanti di tregua, amarsi con la goffa premura di adolescenti alla prima esperienza.