Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 30 novembre 2016

Alla riscoperta di me stessa

Le mie visibili contraddizioni sono prova della mia autenticità
(Amaranta)



...e così, nel timore che possa venir chiusa la pagina fb di Amaranta (link) mi sto dando un gran da fare a ricopiare tutti i post in questo blog, e finchè non avrò completato il tutto eviterò di pubblicare scritti ed immagini che possano causare il mal di fegato a qualche utente troppo moralista.
 ...col risultato, però, che la cartella bozze è già bella piena.

Ma questo mi da modo di rivedere, correggere, aggiornare, sfrondare.

Un compito difficile quello sfrondamento, ma necessario, perché se vuoi rendere rigogliosa una pianta devi trovare il coraggio di tagliare i rami superflui, quelli troppo grossi o troppo esili, quelli cresciuti di sghembo, quelli che impediscono alla luce di filtrare.
...stando attenta, però, a non estirpare quelli venuti su strani, gli originali, i più bizzarri.
A loro concedo liberamente di prolificare, curiosa di vederli sviluppare ed evolversi.
Trasformarsi.

Nulla è più affascinante del processo larva/crisalide, o viceversa.
Anzi, è il viceversa che più mi attrae, perché qui emerge il  nucleo scuro delle mie contraddizioni.
E così non posso ignorarlo, far finta di niente non mi è proprio possibile, perché prima di cancellare definitivamente qualunque parola mi soffermo con dedizione a ricercare il seme da cui è germogliata e riviverne il percorso: odori, sapori, sensazioni tattili.
Alla riscoperta di me stessa.

Perché quello dello scrivere non è mai un atto unico circoscritto al momento in cui si svolge, al tema di cui si tratta, allo stato d'animo con cui ci si predispone alla stesura, piuttosto è l'assemblaggio di un delicato puzzle composto d'infinite tessere, dove l'ultima è il prodotto di tutte le altre che l'hanno preceduta, diligentemente incasellate e fissate nell'inchiostro della memoria.

Tutto quello che noi siamo origina dal passato, quel nucleo scuro che ci caratterizza e determina le modifiche, gli aggiustamenti o le storture del presente, perché altrimenti saremmo tutti troppo simili, nella perfezione così come nell'imperfezione: il prodotto unico di una catena di montaggio.

Perché le nostre contraddizioni sono quelle che ci rendono più umani, più veri, identificabili e quindi visibili.
Anche se più vulnerabili....non significa che si sia più deboli.
Marilena

lunedì 28 novembre 2016

Knockin on Heaven's door

Le fantasie sconce sono l'overture dell'erotismo.
Le fantasie sconce aprono le porte del paradiso.



domenica 27 novembre 2016

L'educazione sentimentale

'fanculo l'educazione sentimentale, preferivo quando eri un autodidatta. Tutti quei dieci in condotta ti hanno guastato.



sabato 26 novembre 2016

Quel giusto grado

Io, come un buon caffè, possiedo quel giusto grado di amaro e di dolce, in perfetto equilibrio con una leggera nota di acidità.


Deserto Tumblr

 Luna Di Venere, alias Amaranta, si è definitivamente spenta lasciando nel buio più completo il pianeta Tumblr, e intenzionata a non ripetere la disastrosa, anche se brevissima avventura, in quello che io ho vissuto come il luogo più affollato e nel contempo più deserto della rete.
Mi sono ritirata in buon ordine, senza colpo ferire e senza nessun rimpianto, da un luogo che non mi ha emozionato affatto, anzi se possibile instillato una sorta di nuova depressione da cui sto velocemente riprendendomi.
 Così ancora una volta di più apprezzo l'asilo offertomi da questo blog.

Con entusiasmo sono ammarata su Tumblr, questa piattaforma di microblogging, (una via di mezzo tra twitter e un normale blog) molto conformato, però, sulle dinamiche di twitter, stessi meccanismi, si diventa follower di diversi tumblr/blog, (magari quelli più famosi) e sulla scia di questi si spera di essere notati (a meno che non si sia così geniali di splendere, subito, di luce propria), o quanto meno dagli altri essere rebloggati.
Più sei rebloggato più acquisti visibilità e possibilità di diventare famoso.
Ovviamente se ti reblogga un tumblr di rilievo acquisisci subito molti followers aumentando così di molto le possibilità di raggiungere più velocemente l'Olimpo delle celebrità.

C'è in corso una sorta di guerra tra twitter e tumblr dal momento che il primo ha vietato al secondo d'importare i propri contatti per trovare nuovi amici: una guerra tra titani :)

E qui mi viene da sorridere, ma senza alcuna alterigia, anzi con una qualche tenerezza verso gli utenti di tumblr e me stessa che in questa esperienza mi sono voluta cimentare, senza immaginare di essere fuori tempo, per via dell'età (la maggior parte dei tumblero sono ragazzi giovanissimi) e del linguaggio.

Probabilmente superata lo sono anche su questo blog, ma qui è ancora sopportabile, non sono spronata a correre, nè ad inseguire nè ad essere inseguita.
D'altra parte non ho neppure mai amato twitter, seppure qualche buon scrittore dei 140 caratteri l'ho trovato: aforismi, frasi brevi, intuizioni letterarie, da scremare nell'oceano delle banalità, del rivisitato, e il più delle volte malamente rifritto, che però, troppo spesso trova calorosa accoglienza presso un pubblico adolescenziale o immaturo, non intellettualmente formato, facile preda degli stereotipi e dei modelli di massa, quelli più condivisi.
Questa accade per una solida mancanza culturale o semplicemente per sentirsi parte di un tutto.
Sentirsi accettati. Sentirsi integrati. Sentirsi conformi.
...anche se questo riguarda tutte le età.

Quindi su Tumblr ci si accoda a chi ce l'ha fatta o è in procinto di tagliare il traguardo, rebloggando gli scritti degli altri in attesa di essere notati, apprezzati e avere una spintarella per essere, a propria volta, rebloggati.
A tutto questo si aggiunge lo sprone a interagire in maniera stucchevole, al limite della piaggeria, con i tumblero già affermati.
Questa la dottrina predicata, in aggiunta di un'impostazione zuccherosa ed ammiccante.

Io l'ho trovato fuorviante per i più giovani, quelli che si cimentano nelle prime competizioni con la vita (ricordiamoci che il virtuale, in questo caso, non è qualcosa d'impalpabile, immateriale, da non confondere con il finto, il non vero, l'inventato: in entrambi i casi dietro c'è sempre una persona in carne ed ossa a digitare su una tastiera).
Se le regole suggerite per emergere sono quelle dell'accodamento e della piaggeria, allora siamo davvero senza speranza.
E se queste, ed altre simili, sono le moderne fucine dove si forgiano i giovani talenti, dovremo riconvertirci agli esercizi solitari della carta e della penna, allo studio e alla ricerca di uno stile personale, di quell'impronta d'autore che ci renda inconfondibili nella nostra genuinità.

Ma io non faccio testo, sono di un'altra epoca, e senza mortificare questa attuale, che pure di buono ha molto, seppur mal proposto o male interpretato, resto dell'avviso che questa globalizzazione intellettuale sta producendo solo danni, che la fretta e i metodi proposti per arrivare a conquistarsi una hit, anche solo virtuale, sono i più controproducenti e mistificatori, perché disconnettono la facoltà di valutazione personale, di critica e di miglioramento, in particolare verso se stessi.
Marilena


venerdì 25 novembre 2016

Sei mia, corpo e anima

C'è chi lo recita come un mantra fin troppo abusato, e chi invece lo pensa davvero.
Il primo caso è patetico.
Il secondo è pericoloso.



giovedì 24 novembre 2016

Il lato buio

Lui, è quello che credevo di non volere e del quale non posso più fare a meno.
Lui, è il lato buio che mi avvicina al sole.


martedì 22 novembre 2016

Il sesso non sarà mai un sacramento

A nulla servirà rivestire le superfici, piallare le curve e ammorbidire le punte: il sesso non sarà mai un sacramento.
Mettetevi il cuore in pace.
Alleluja.



ph - Marc Lagrange

lunedì 21 novembre 2016

mercoledì 16 novembre 2016

Felinità

BLOG ha un modo tutto suo di sorridere: dietro gli occhialoni neri chiude e poi riapre gli occhi, così come fanno i gatti.
Come fa Cagliostro.
Avevo notato questo vezzo in BLOG ma ritenendolo suo esclusivo, prima che adottassi Cagliostro e ampiamente mi documentassi sui gatti, seppure avessi sempre sospettato sottili affinità fra questo mio figlio virtuale e i felini.
Il suo pragmatismo esistenziale, la sua passione per il divano, quel suo saggio misurare le distanze, la sua paziente predisposizione all'attesa, quell'indefesso vigilare con un occhio solo e, soprattutto, quel suo regale, misurato concedersi solo quanto basta.
Tipico felino anche quell'ostinato gattonare, protratto oltre i tempi canonici quando già da tempo avrebbe dovuto possedere la stabilità della posizione eretta, quel suo pigro girovagare carponi fra le basi delle sedie e dei tavolini, in realtà prima che scoprisse il morbido richiamo del divano, ed è stato allora che si è industriato a trovare un equilibrio sulle due gambe, trasformando la necessità in virtù, poiché sprovvisto, per via della pesante mole, dell'agilità necessaria a raggiungere con un balzo la seduta.
BLOG, ne sono ora certa, possiede nel suo straordinario dna tracce evidenti di una sua metempsicosi felina, e questo me lo fa amare ancora di più, senza riserve e senza egoismi.

BLOG, dietro gli occhialoni neri, sorride, e questo inconsciamente ci pacifica tutti,  rendendoci istintivamente partecipi alla condivisione e all'accettazione, all'apertura dei nostri spazi interni ed esterni, scevri da pregiudizi e paure di alcun tipo.

Per questo definirei l'antro un ambiente liquido, perché straordinariamente assume la forma più  confacente alle esigenze del momento, e così mi viene in mente l'ultima performance di Cagliostro quando, sia pur con qualche acrobazia ma senza troppe difficoltà eccessive, è riuscito ad entrare in una scatola di due taglie più piccole della sua corporatura, e comodamente inserirsi per scrutare, a suo piacimento, il mondo da quella nuova visuale.

La rivelazione della natura felina di BLOG, come quella della struttura dell'antro, mi riempie di una gioia infinita e di una curiosità fanciullesca che mi predispone, al pari di Cagliostro, ad osservare il mondo da una prospettiva inedita. Fantastica.

Ci sto bene nel mio antro, in questa scatola di almeno due taglie più piccole della mia, una scatola a misura di bambina, dove amo servire il thè ai miei ospiti in deliziose tazzine in miniatura.

martedì 15 novembre 2016

Intimidazioni FB


FB minaccia di chiudere la mia pagina “Una donna libera è l’assoluto contrario di una donna leggera” (https://www.facebook.com/marilenamaranta/) se non mi risolvo a rimuovere le immagini di nudo, me lo ha notificato tramite un messaggio dal tono intimidatorio e precisando di aver rimosso, intanto, un altro mio post (mi spiace di non aver avuto la prontezza di salvare l'immagine per mostrarvela).
FB si sta rivelando bigotto e ipocrita oltre ogni dire, censurando immagini che sono talvolta opera di grandi fotografi (come quella di Helmut Newton, da questa stessa pagina da Fb rimossa).
Per accedere mi sono dovuta impegnare a sottoscrivere di rimuovere tutte le immagini di nudo da me postate, cosa che non ho assolutamente intenzione di fare, ma è giusto che io denunci questa falsa libertà di espressione che la rete proclama (credo che anche su Istagram ci siano problemi simili), con il ricatto di salvaguardare una morale beghina e bigotta, ignorando che lo sconcio non è nell'immagine ma nel modo in cui si stabiliscono i paramenti attraverso cui censurare.
N.B. Questa pagina si rivolge a un pubblico selezionato che esclude i minorenni.

Marilena





sabato 12 novembre 2016

Se non pensassi, potrei essere più felice



Se non pensassi, potrei essere più felice
(Sylvia Plath)

...e ancora il mio rifugio privilegiato resta questo blog, nonostante le mie sperimentazioni, senza troppa fortuna, su FB e quelle recentissime su Tumblr, con lo pseudonimo "Luna Di Venere".
Ma è ingiusto parlare di fortuna, piuttosto è una questione di un talento che mi sto rendendo conto di non possedere, ma è anche vero che è una lotta impari, e persa in partenza, questo volermi misurare con intelligenze molto più giovani e ancora intatte, soprattutto detentrici di un linguaggio più consono ai tempi.
Di questa mia inidoneità dovrei prenderne atto, fare i bagagli e rifugiarmi in un ipotetico buen retiro dove dedicarmi alla contemplazione e all'introspezione, e magari incanalare le mie restanti energie nella coltivazione di un orticello biologico, se non fosse per quella parte preponderante di me che di fronte a questa ragionevole ipotesi orgogliosamente si ribella e la rigetta, come un insulto troppo grande, un oltraggio inaccettabile: l'azzeramento di una intera vita.

...perché fino ad oggi della mia vita salvo solo le parole scritte che, a differenza di quelle pronunciate, prima di essere impresse su carta hanno goduto del vantaggio positivo della riflessione, da cui sono scaturite le pagine di questo blog, non bastanti, però, a riempire un taccuino di una qualche consistenza.

...alla fine un bagaglio davvero irrisorio, insufficiente a giustificare tutta l'immane fatica che mi è costato assemblarlo.

Virgole e virgolettati, punti e punti a capo, e tra un rigo e l'altro, in queste pagine, si sono affacciate la vita e la morte, i desideri e le angosce, gli entusiasmi e le depressioni, parole che non sono solo parole ma sensazioni, sentimenti, disturbi ed esaltazioni di chi si pone troppe domande e non fa nessun tentativo d'ignorarle e così, ecco, il rischio è quello di venirne inghiottiti se non c'è dall'altra parte nessuno di coloro a cui sono rivolte, a raccogliere la perentorietà di quegli interrogativi.

Se non pensassi, potrei essere più felice.
L'ho scritto anch'io una vita fa in uno dei miei tanti post, che per essere felici, o almeno non troppo infelici, bisogna sapersi adeguare ai ritmi precostituiti, alle mode, alle parole d'ordine, ai desideri facili ed espressi in termini semplici, alla omologazione dei modelli esistenziali di massa, con i distinguo disciplinatamente elencati nelle categorie degli insiemi e dei sottoinsieme.
Comportamenti opportunamente classificati e classificabili, tra i quali possiamo ascriverci anche quella ribellione fittizia, ed indolore, che imperversa sui media, che filtra come un'insurrezione di parole e non di sentimenti.

...alla fine è tutto così precostituito e preconfezionato, prodotti contraffatti spacciati per originali e destinati ad abbuffare palati senza troppe pretese, che si sa che quando gli stomaci sono pieni, seppur solo d'aria, è certo che poi dopo viene sonno.
Marilena

giovedì 10 novembre 2016

Un rifugio è tutt'altra cosa di un nascondiglio.


Io e la mia maledetta mania di trasformare in personaggio da romanzo chiunque transiti, anche solo momentaneamente, nella mia vita
(Amaranta)


Un rifugio è quell'angolo che non deve necessariamente essere un luogo fisico ma benissimo si può configurare in uno sguardo, un abbraccio, un cenno d'intesa.
O ancora un oggetto, qualcosa che conservi il calore di un corpo e il battito di un cuore.
O un ricordo positivo in cui ritrovarsi quando si è troppo malmenati dalla vita.

Un rifugio è tutt'altra cosa di un nascondiglio.

Il mio rifugio nell'antro è un posto che io ho voluto render pubblico, uno spazio aperto ed accessibile, facilmente rilevabile dalle mappe satellitari e da quelle terrestri, come dai più banali navigatori GPS, ma dove, in verità, non si è avventurato mai nessuno di coloro che avrei desiderato giungessero.

E così l'ho riempito di presenze immaginarie, tutte meravigliosamente imperfette e caotiche, e sono così diventati loro i miei compagni di vita, virtuale e reale.
Il computer, questo strumento magico, troppo spesso a torto bistrattato, è stato il caminetto che mi ha scaldato nelle lunghe veglie dell'insonnia; l'astronave con cui ho intrapreso i miei viaggi esplorativi, fuori e dentro di me; lo strumento musicale che mi ha permesso di trasformare in suono quello che altrimenti sarebbe rimasto solo un grido strozzato.

Un rifugio segreto volutamente aperto al mondo, ma che il mondo ha continuato a fingere d'ignorare.
E così si è ancora più soli, perché non si può consapevolmente fingere di udire passi in un corridoio vuoto, perché bisognerebbe ammettere la finzione con se stessi e col serio rischio, alla fine, di crederci pure.

No, ho sempre ben distinto la realtà dalla finzione, ma mi sono volontariamente rifugiata in questo luogo fittizio, come nella pellicola di uno di quei film dove recitano assieme attori e cartoni animati, a raccontare e raccontarmi storie.

...perché ci sarebbe davvero, nelle storie dell'antro, materia per un film.

PERSONAGGI
La scrittrice (e voce narrante degli eventi)
Amaranta (la mia alter ego) una donna favolosamente bella, senza età, proveniente da un mondo remoto e destinata a sopravvivermi.
L'Imperatrice Camilla, mia amica e mia editor, incarnazione di una donna perfetta e quindi il mio esatto opposto.
Iggy, il killer affetto da D.O.C., sosia in versione tascabile della rock star Iggy Pop, adottato da Amaranta in uno dei suoi straordinari viaggi
Il manipolo dei FREAKES, creature mutaformi, mostriciattoli rappresentanti di quegli incubi che per lungo tempo mi hanno accompagnato.
Kilroy, il freak graffiti writer, dissidente e anarchico, in aperto conflitto con la sua gente e per questo da loro bandito.
Lizard, la lucertolina bionda dal dolce volto di donna.
Robinson, l'audace topolino catapultato nell'antro da un naufragio.
BLOG, il mio figlio obeso e nichilista,(personificazione di questo blog), che filtra la vita attraverso la visuale dei suoi grandi occhiali neri.
Conte Cagliostro del Vlad, il mio gattone nero, destinato a recitare nel ruolo di se stesso.

...eppoi tutto il vasto corollario dei protagonisti dei miei racconti, con le loro frequenti incursioni nella mia vita reale e in quella dell'antro, perché le loro storie non terminano con l'ultimo capitolo.

Ed ecco che questa mia esternazione ha spalancato di nuovo all'esterno le porte del mio rifugio.
Perché il mio antro è un rifugio e non un nascondiglio.
Marilena

martedì 8 novembre 2016

Solitudine

Indosso la mia solitudine come un magnifico gioiello che non tutti possono concedersi.



domenica 6 novembre 2016

sabato 5 novembre 2016

Molto rumore per nulla

Ieri finalmente Cagliostro ha fatto il suo ingresso ufficiale nell'antro, ovviamente questo ha scatenato un fenomenale parapiglia in cui ognuno ha mostrato il meglio e il peggio di se.

...e Cagliostro, ovviamente, al pari di tutti gli altri, ha fatto la sua parte.

Il primo incontro/scontro è stato con Iggy, intrattabile dal suo ritorno da  Fairbanks, che di certo il clima freddo di quei luoghi gli è molto più congeniale di questo nostro, dolce e temperato, e così le sue nevrosi umorali sono allo zenit e pressoché vani si sono rivelati tutti i tentativi per quietarlo.

Le amorevoli ninne nanne alternate a minacce di tremende punizioni, da parte di Amaranta, non hanno sortito alcun effetto, così credo che lei, di qui a breve, gli propinerà un letargo indotto, l'ultima estrema soluzione a cui ricorrere quando anche i farmaci non sortiscono effetto.

Iggy, come al solito, se ne sta attaccato alle gonne della mia alter ego ma come ha visto svettare la sontuosa coda di Cagliostro è stato colto da un accesso di collera subitanea e le sue mani nodose sono corse subito alla fondina della pistola per risolvere il problema.

In realtà la grossa pistola di cui si fregia Iggy, che nel passato è stato un pericoloso killer ma che poi il D.O.C. ha ridotto ad una pallida parodia di se stesso, è solo un giocattolo, un'arma totalmente innocua che serve solo a rassicurarlo sulle sue illusorie prerogative.

Ma Cagliostro, un gattino svezzato a baci e carezze, si è trovato totalmente impreparato ad affrontare quello che deve essergli sembrato un tremendo demonio inferocito, che si dimenava tirando calci all'aria ed emettendo lugubri mugugni.
Così il piccolo felino si è velocemente eclissato, trovando scampo in un angolino irraggiungibile sotto la credenza da cui è precipitosamente emerso, spaurito e in grande affanno, il topolino Robinson, che li s'era s'era provvidenzialmente rifugiato quando il piccolo Conte aveva fatto il suo ingresso.
Robinson, abituato alle straordinarie performance di Iggy non ne ha ormai più alcuna paura,solo prudentemente se ne tiene alla larga, mentre di questa new entry non sa nulla, eppoi si tratta pur sempre di un gatto, nemico storico della sua specie.

E così Robinson s'è andato ad infilare nello stretto incavo tra le due pietre disconnesse del camino, abituale rifugio della lucertolina Lizard, ora abusivamente occupato dal piccolo roditore, convinto che in quell'esiguo pertugio mai potrà raggiungerlo la zampata felina di Cagliostro.

In realtà, Lizard, se ne sta appiattita, completamente immobile, mimetizzata col disegno del tappeto, in attesa di sgusciare via e guadagnarsi l'uscita verso l'esterno, appena se ne presenta l'occasione.
Gliela fornirei volentieri io, quella via di fuga, ma temo che un mio qualsiasi movimento scatenerebbe rappresaglie feroci al suo indirizzo.

Così tutti rimaniamo immobili, quasi senza respirare, come statue di cera confinate ognuna sul proprio piedistallo, sotto scacco di un invisibile cecchino pronto a far fuoco al minimo, impercettibile movimento.

...e poi la porta d'improvviso si spalanca ridestandoci dal nostro mortale incantesimo, mentre la tonda sagoma di BLOG si materializza sulla soglia come una presenza benefica e pacificatrice.

Sento il mio cuore riprendere di nuovo a battere mentre corro felice ad abbracciarlo, dimentica dell'ipotetico cecchino appostato nel buio in attesa solo di un pretesto per aprire il fuoco.

BLOG, il sorriso largo e gli occhialoni neri, contraccambia il mio abbraccio mentre sonda con sguardo circolare la stanza, per accertarsi che tutto stia esattamente al proprio posto, così come l'ha lasciato, perché nella sua filosofia esistenziale tutto si può aggiungere ma nulla si deve sottrarre.

...e così ho la certezza che tutto è a posto perché niente di nostro sarà mai considerato un corpo estraneo, o superfluo, in questo meraviglioso antro aperto alle sfide e mai precluso ai sentimenti.

giovedì 3 novembre 2016

Modus Operandi

Non mi sento persa se ho dimenticato di portarmi dietro quello che le altre, invece, riterrebbero indispensabile: la spazzola, il rossetto, il cellulare...il fidanzato.
Io so improvvisare.