Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

lunedì 1 agosto 2016

Un illusorio gioco di specchi.


Una volta, quando sentivo di non farcela, trasformavo le mie nevrosi in episodi di un immaginario film in cui, ovviamente, io ero la protagonista.
In quel tempo riuscivo a prendere spunto da ogni cosa potesse, o non potesse, capitarmi, per rigirarla a mio favore.
O, almeno, evitare di rimanerne schiacciata.

Ho già scritto in un post precedente che gli anni e i sogni non sono più dalla mia parte perché d'improvviso mi sono scoperta vecchia, non solo in senso fisico ma anche intellettuale.
Da quando quel mondo di miti, speranze, desideri e utopie, nel quale c'erano i miei riferimenti esistenziali (e non che io non ne abbia cercati, e qualcuno pure trovato, nel presente) sta lentamente dissolvendosi, ed io al suo interno, scoprendomi anacronistica nell' attuale, e terribilmente, crudelmente lucida nel constatarlo.

Non ho bisogno di specchi per vedermi, per trovarmi, per vivisezionarmi, come ho sempre impietosamente fatto nel corso degli anni, ma allora, quando ero più giovane, potevo ancora contare sul tempo, o almeno così illudermi, oggi ho consumato anche quello, e adesso che le ore non scorrono più a mio favore, la salvezza sarebbe di distaccarmi da quella me stessa virtuale, destinata a rimanere eternamente giovane, l'artefice di quei piccolissimi, oscuri trionfi, di cui quasi sempre sono stata unica spettatrice, relegarla in un cantuccio della mia mente, e accettare di essere nella pelle di una donna di 60 anni.

Ma io, consapevolmente e storcendo la bocca, prendo le distanze da questa reale me stessa che non mi piace e che sento estranea (e per la quale non riesco provare nessuna vera attrattiva) attraverso un sottile gioco d'inganni, quando ad ogni sua entrata in scena mi premuro d'imporle un tono blasè, distaccato, ironico, vissuto, maliziosamente decadente.
Facendo attenzione, però, di non trasformarla in caricatura che, per fortuna, il mio sguardo impietoso sempre vigila attento sui particolari, coadiuvato da quel sano, e salvifico sarcasmo, che ho imparato ad esercitare come arma di difesa.

Quindi non sono i traguardi non raggiunti, i fallimenti, i sogni infranti, alla base di tutta questa mia amarezza, ma la presa d'atto che la mia immagine reale, ossa pelle capelli, non è più compatibile con quella virtuale. E forse con neppure quello che scrivo
Preso atto che l'unico segreto della giovinezza è la giovinezza, il resto è solo un illusorio gioco di specchi.
Marilena

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