Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 29 luglio 2016

Un solo destino. E nessuna scappatoia

E così quello che più paventavo è avvenuto: lo smembramento di questo blog a favore della pagina FB di Amaranta, con l'evidente occupazione vittoriosa, da parte della mia alter ego, di questo spazio, trasformato, secondo il suo gusto e il suo estro: scritti micro e immagini macro.

In realtà non ho fatto molto per contrastare la presa della cittadella, causa il mio quasi totale abbandono dell'antro e la resa incondizionata all'oblio, in cambio di una tregua fittizia alla mia ormai cronica stanchezza fisica e mentale, alla mancanza d'ispirazione, al deficit di concentrazione, a questo sonnambulismo demente che cancella il significato delle parole, alla fatica immane che mi sobbarco per tirare avanti, lottando ogni giorno contro la depressione che sempre alza la testa come il drago sotto i piedi dell'arcangelo Michele.
...ma ad ogni colpo assestato alla testa del drago, si spunta sempre un pezzetto di lama.

Sono di nuovo in bilico sull'orlo dell'abisso, con la paura e il desiderio di spiccare il salto, ma consapevole di non avere le energie sufficienti per intraprendere l'impresa.
Ogni giorno diventa sempre più difficile raccontare favole a me stessa: gli anni, e i sogni, non sono più dalla mia parte.
Rimane ancora qualche desiderio, più che altro lo mantengo vivo senza neppure troppa convinzione, per non inaridire del tutto.

Non vivo nel passato, questo posso affermarlo con un qualche orgoglio, anche se del passato sento forti gli odori e vividi i colori, più di quelli del presente, che anzi, spesso, mi si prospetta in bianco e nero.

Della mia fervida fantasia non è rimasto quasi nulla, e non ne inseguo neppure più le tracce, limitandomi a rimpiangerla perché mi sarebbe stata d'aiuto nel presente così come lo è stata nel passato.

Posso asserire, con convincimento, di aver vissuto due vite parallele, quella reale e quella della fantasia, se non con la stessa intensità (quella reale senz'altro molto più deludente) con la stessa tenacia, per cui tutto quello che è scritto in questo blog è vero.
Vere anche le cose che non sono mai accadute.

Stancastancastancastancastanca, nonostante l'attuale riposo forzato dovuto all'ingessatura del piede destro, causa distorsione della caviglia, per il quale sono a casa, prigioniera in questo palazzo senza ascensore, e così questa iattura che in altri tempi avrebbe costituito materia per un racconto, o una pagina di diario, oggi, invece, è soltanto un'ulteriore prova di resistenza fisica/psichica.

Dove sono e dove vorrei essere.
O meglio, cosa vorrei essere.
L'immagine che, al cospetto di questa domanda, mi è venuta alla mente è quella di un tumbleweed, le balle di fieno che rotolano sospinte dal vento, nei deserti del centro  America.

Vorrei essere un tumbleweed che ruzzola spargendo i propri semi, sospinto dal vento e dalla certezza che quello è il suo unico, incontrovertibile destino, e che altri non ve ne sarebbero mai stati, neppure ipotizzabili con la fantasia.
Un solo destino.
E nessuna scappatoia.
La pace, credo, sia proprio in questo.
Marilena