Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 22 aprile 2016

Conte Cagliostro del Vlad

Io e la mia maledetta mania di trasformare in personaggio da romanzo chiunque transiti, anche solo momentaneamente, nella mia vita.
(Amaranta)



Conte Cagliostro del Vlad
Ed è appunto per questo motivo che non ho ancora permesso l'ingresso nell'antro al piccolo Conte Cagliostro del Vlad (e già il suo nome di battesimo anticipa questa mia mania, con quel patronimico "del Vlad", derivante dall'ipotetico capostipite, da me individuato in Vlad III principe di Vallacchia (il famigerato Vlad Tepes, in rumeno l'impalatore, per la sua pratica d'impalare i nemici, e da cui lo scrittore Bram Stocker ricavò la biografia del leggendario Conte Dracula).

Questo piccolo felino, dai denti aguzzi e dagli artigli snudati, è destinato a portarsi dietro questa pesante eredità, baldanzosamente caricata, e senza sforzo apparente, sulla nobile, regale coda, sontuoso strascico col quale si preannuncia,  promesso messia, a cui è stato affidato il compito epocale di rivoluzionare i mondi del reale e quelli del fantastico.
Per questo ritardo il suo ingresso nell'antro, per proteggerlo, preservandolo ancora per un po nell'incoscienza dell'infanzia, tenendolo all'oscuro, per quanto mi è possibile, dell'esistenza degli orchi, che pur numerosi popolano i mondi equidistanti.
Perseverante nel mio ruolo di madre, vorrei esistesse per il mio piccolino solo un mondo felice di fate e di elfi, di unicorni e di sirene, e di lieto fine.
Così lo terrò al sicuro con me, ancora per un po, nonostante la sua sempre più manifesta irrequietezza, esplicativa richiesta di una libertà a cui io, invece, antepongo le mie ansie materne, immaginando, nel frattempo, di fargli da battistrada, spianandogli il terreno e rimuovendo ostacoli, di cui neppure conosco la natura, ma che so per certo esser gravosi, nel tentativo di rendere meno impervio il suo percorso.

Il piccolo Conte Cagliostro del Vlad, a discapito del suo altisonante, quanto crudele cognome, è una creatura solare dal cuore gitano, l'eroe positivo di una futura saga che non sarò io a scrivere ma un'altra me stessa, proveniente dal futuro di un mondo remoto, che  entrando in possesso di questi miei brogliacci, s'appassionerà alle vicende dell'antro trovandoci spunti di studio e di scrittura, e le riproporrà in una veste nuova, come materiale inedito, frutto del suo ingegno, plagiando la ormai defunta, sconosciuta scrittrice, che dal suo impalpabile mondo di cenere non potrà certo gridare alla contraffazione e reclamare diritti.

Ma è questo ciò che talvolta il destino riserva ai mondi di carta e ai loro creatori.

sabato 16 aprile 2016

E' questo il tempo

E' questo il tempo di spalancare le finestre e permettere al sole e alle farfalle d'invadere la casa, spronati dall'allegria di un vento/bambino che scompiglia tende e foglie nell'entusiasmo del gioco.
Un vento leggero, che soffia poesia e allontana le ultime, luttuose nubi dell'inverno, colorando di giallo e di azzurro e di tenero verde, anche gli angoli più in ombra.

E' questo il tempo di spalancare i sensi, lasciarsi permeare, concedersi completamente, schiudersi come la corolla diurna di un ingordo girasole alla sensualità della primavera, in questa sua lieve, giocosa sarabanda di ali e di petali e di pollini, individuabili nell'aria tersa, come briciole di Pollicino a tracciare il sentiero verso la felicità.

Una felicità piccola, fatta di niente, se niente si possono definire il sole e la luce e l'aria e il vento e le farfalle e i minuscoli pollini, portatori di vita.
C'è tanto di cui gioire ad aprir le finestre, anche per chi come me, di natura notturna, si scopre così impaziente ad attendere l'alba, cercando nel frattempo di decifrare i propri sogni oscuri non più come catastrofiche premonizioni, ma come segnali di scampato pericolo: quello che si è materializzato nel sogno è ciò che non è avvenuto, per fortuna, al risveglio.

Così la polla d'acqua, da cui un tempo ricavavo infausti auspici, stamani è solo uno specchio in cui si riflette il sole, e tanto basta a rendere immensa questa mia piccola felicità.
Marilena