Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 13 marzo 2016

In fin dei conti a nessuno di noi è dato conoscere quanto durerà il tempo della propria attesa.



Stamani, causa un risveglio prematuro dovuto alle inquietudine feline di Cagliostro e alle ansie di  un mio sogno premonitore,  mi son decisa a ridiscendere nell'antro dopo un'assenza di otto mesi, in assoluto la mia latitanza più lunga.
Così alle 5,30 di stamattina mi sono ritrovata davanti la porta serrata dell'antro, in compagnia del cinguettio canoro dei passerotti appostati di vedetta sugli alberi, e delle nuvole transfughe, inseguite dalle ultime ombre notturne, sotto l'egida di una luna glabra e svogliata, che si andava lasciando languidamente irretire, dalla tenera, suadente luce dell'alba.
Ma, anche se dall'esterno l'antro mostra ancora la porta serrata e le finestre buie, non sono caduta nel suo teatrale inganno di sonno apparente, ben consapevole delle fibrillazioni già in atto al suo interno.

 Amaranta ha già bevuto il suo primo caffè ed ora sta fumando un cigarillo Moods, con Iggy, il piccolo killer affetto da d.o.c, attaccato alla sua sottana che recita sommesso psicotiche litanie, a cui fa da contrappunto il sereno silenzio di Kilroy, il piccolo Freak,graffity writer, reduce dall'ennesima notte insonne e battagliera, mentre Lizard/monna Lisa, la lucertolina bionda, stenta a riemergere dalle verdi profondità sotterranee del suo sonno di sfinge. Solitario, emerge dal buco remoto ove ha eletto la sua dimora, come fosse, invece, sulla tolda di una nave, Robinson, il topolino naufrago, ben desto e  pronto a gettarsi con entusiasmo all'arrembaggio del nuovo giorno, mentre BLOG, il mio figlio obeso e nichilista, assiso sul divano, come un piccolo Buddha, si accinge, come sempre accade al sorgere di una nuova alba, a scrutare il mondo attraverso gli oblò dei suoi futuristici occhialoni neri.
Solo dell'algida, perfettissima Imperatrice Camilla, ex amica ed ex biografa, non riesco a rilevare la presenza all'interno dell'antro, e così mi viene da ipotizzare, nel migliore dei casi, la sua assenza fisica, nel peggiore, invece, la sua avverata metempsicosi.

Non ho bisogno, quindi, di vedere per conoscere, azioni e contraddizioni, degli ospiti coi quali condivido, ormai da molti anni, l'antro. So di certo che anche se la mia assenza si fosse protratta per un tempo infinito, li avrei ritrovati intenti ad espletare gli stessi identici riti sopra descritti, nella ripetizione di un medesimo, invariato risveglio, privo della consapevolezza del dejavù.
Consapevolezza di cui, invece, io ho la piena responsabilità.
Io e la mia maledetta mania di trasformare in personaggio da romanzo chiunque transiti, anche solo momentaneamente, nella mia vita.
Ma attuare questa trasformazione è il mio modo di preservare dai rischi di una stolta umanizzazione, metterli in salvo rendendoli atipici, diversi, seppur fuorvianti.

Ora non mi resta che bussare alla porta e pazientemente attendere che qualcuno venga ad aprire, anche se questo potrebbe avvenire nel giro di pochi minuti o di un imprecisato numero di anni.
In fin dei conti a nessuno di noi è dato conoscere quanto durerà il tempo della propria attesa.

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