Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 14 giugno 2014

Il cielo non è per tutti


Il cielo non è per tutti: non per i codardi che piroettano agganciati ad una corda, e neppure per i visionari, assuefatti alle proprie allucinazioni. Non per gli scrittori, che di cieli, in virtù del proprio estro, ne dispongono una gamma infinita. Il cielo non appartiene neppure agli angeli, creature illusorie e disidratate, e tanto meno agli eroi, troppo corporei, che a stento librano come zavorra di mongolfiera destinata, per prender quota, ad esser scaraventata a terra. Il cielo, paradossalmente, appartiene a chi ha i piedi ben saldi sulla terra ed è ragionevolmente cosciente della provocazione di quell'orizzonte fittizio che si palesa alba, in una regione, e tramonto in un'altra.

10 commenti:

  1. Fingere a aver dal fingere commedia, commedia un finto che non finge mai

    Fingere a gioco per dispetto e vita, fingere un fingere che non lasci soli
    Perché il fingere è tutti, l'espressione compiuta, il desiderio che si lascia accadere e non ti mènte

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  2. "perchè fingere è tutti, l'espressione compiuta, il desiderio che ti lascia accadere e non ti mente!

    Bello questo pensiero, Andres , quel "desiderio che si lascia accadere e non ti mente"

    ..... e talune finzioni risultano esser più vere del vero,

    Buona domenica, Andres
    Grazie :)

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  3. Bello, bello.... ed è vero, bisogna avere i piedi proprio ben piantati in terra per poter alzare gli occhi e guardare il cielo, ben piantati, così non si corre il rischio d'inciampare mentre si contempla l'infinito. Buon tutto! :-)

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    1. Davvero, credo fermamente che siano gli uomini più terreni a saperlo davvero guardare, perchè immuni dagli abbagli dei sognatori e dalle paure dei troppo prudenti. Il cielo appartiene agli uomini più terreni, quelli che serenamente sanno accettare, come naturale e spontanea, la logica delle nuvole, dei temporali, delle eclissi, e di tutti gli inganni meterologici, senza farne un fatto personale.
      Lo accettano senza volerlo reinterpretare.

      Grazie, Giò
      A presto
      Spero :)

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  4. Forse è di chi non ha un cielo, per farlo ancora sperare /spaziare/sognare ......

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    1. E' di chi non lo reinterpreta, Lucy, lo accetta per quello che è, apprezzandolo perfino nei suoi imbrogli meteorologici.

      .....di sicuro non sono, al par mio, caratteri meteoropatici.

      Un bacio, Lucy :))))

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  5. il cielo, tanto distante quando tutto va bene, tanto atrocemente vicino quando i pensieri rimangono sul soffitto.

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    1. Rpipieghamo su un cielo in 3D, endi, smentendo così spudoratamente tutto quello che ho scritto :)

      Ma io adoro i cieli fasulli, quelli dei fondali, quelli palesemente finti, quelli coi soli e le lune di cartapesta. Perfino i cieli in 3D!

      .

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  6. Ben detto e ben pensato!
    Francamente, io non ci avrei (scusando il bisticcio) pensato...
    Questo, perchè per me il cielo (o l'utopia)... non so, ho sempre avuto questa idea. che siano di chi li sogna, li desidera, ne ha fame e sete... così come si ha fame e sete di giustizia.
    Eppure, forse tra quello che che ho sempre pensato io e quel che hai scritto t, non esiste vera contraddizione: infatti è molto, molto importante che sognino il cielo anche quelli a cui nel corso della loro vita, è sempre stato insegnato che il cielo o l'utopia non andavano bramati, desiderati...
    Ciao
    Riccardo

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    1. ..è questo il punto Riccardo: il cielo come utopia, la vetta più alta, quella non alla portata di tutti, il luogo della giustizia, dell'amore, del divino, dell'arte, degli ideali, della passione e ancora, ancora, altro e di più.
      Un cielo metafisico, quindi.
      Un cielo troppo astratto.
      Un cielo irrangiungibile.
      Un cielo che non possiederemo mai davvero.
      E' questo il punto: nello sforzo di avvicinarci a questa idealità, paradossalmente, ce ne allontaniamo.
      Perchè, forse, anche l'immaginare troppo è, alla fine, un limite.

      Grazie, Riccardo :)
      A presto

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