Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 8 novembre 2013

Mr Nativity (ottava parte)

Chi sono io?
Una donna che si diletta della finzione, una scrittrice e di modeste pretese, ma se accettassi, in nome del successo e della popolarità, i benefici derivanti dalla messinscena, diventerei io stessa una finzione, una marionetta che per agire ha bisogno del suo burattinaio. Parlerei con la sua voce di ventriloquo e, senza la guida dei suoi fili ad organizzare i miei movimenti, come una cieca mi agrapperei all'aria.
Non avrei più nemmeno diritto alla mia quota di errori, condannata per l'eternità ad evitare quei passi falsi che svelerebbero l'imbroglio. Ma io quel mio tutto lo sto già perdendo: il mio universo metafisico popolato di creature fantastiche, paranoiche, assurde e sensuali, in cambio della mia integrazione in un mondo altrettanto fittizio, ma estraneo.
Se non accetto il baratto forse salvo, oltre me stessa anche Leonard, offrendogli, con la sua prima sconfitta, il passaporto per quel mondo reale a cui, infondo, aspira appartenere.

- Non se ne fa più nulla -
Affermo a voce alta dal mio angolo di stanza.
- Non se ne fa più nulla -
Ribadisco.
Camilla alza la testa dal computer, mi fissa incredula.
- Non se ne fa più nulla -
Ripeto.

Lei ora mi è vicina, pallida, incapace di parlare, mi afferra per le braccia, senza un vero intento aggressivo m'inchioda alla sedia per evitare una mia uscita di scena. Ma io non ho nessuna intenzione di fuggir via, voglio spiegare le ragioni del mio rifiuto, soprattutto a lei, anche se già so che sarà impossibile l'intesa, come già altre volte è accaduto, che scontrarsi con la sua anima intransigente è finire ko prima ancora d'aver indossato i guantoni.
Ma io non voglio boxare, soprattutto non voglio che questa volta, la prima nella storia della nostra amicizia, sia lei a finire al tappeto. Un' umiliazione che non merita.

La prima sconfitta per l'Imperatrice Camilla, la mia biografa, rappresenterebbe per lei una fine.
La prima sconfitta per Leonard Nativity, il creativo più grande del pianeta, rappresenterebbe per lui un inizio.
Per me stessa, invece, una questione di sopravvivenza.

- Mettiamola così: non sarò il predellino che farà guadagnare al tuo amico centimetri in altezza e in stima, per elevarsi fino a te. Non gli permetterò di far nulla per me così non potrà esigere nulla da te. -
- Stai delirando, Mari. Sei la persona più instabile, e paranoica, che io conosca. Soprattutto non ti concedo lo strampalato alibi del rifiuto con intento salvifico. Conosco Leonard da moltissimi anni, abbiamo collaborato altre volte e non mi ha mai chiesto niente in cambio. E' un abile costruttore di verità apparenti, ma tutto quello che produce ha il consenso finale di chi a lui si rivolge, certificato nero su bianco. E nessuno s'è mai lamentato -
- Ovvio, se vendi l'anima al diavolo sai già che non puoi riaverla indietro -
- Leonard, dunque, sarebbe Mefistofele? Hai letto troppi libri e passi troppo tempo da sola in questo caravanserraglio popolato di "presenze", come tu le chiami, una più malata dell'altra. Hai sempre avuto l'attitudine di mutare in fantastico anche le cose più banali, hai trasformato perfino me in un personaggio. Ma io ti voglio bene e mi sono prestata al gioco intuendo in te potenzialità che avrebbero prodotto nel tempo qualcosa di grandioso, se solo la tua abnegazione fosse stata pari alla tua immaginazione. Non conosco nessun altro con una vita così vuota e una mente così affollata -
- Lui ha cominciato a costruire questa storia nel momento stesso in cui ti ha vista. Quelle collaborazioni, che tu vanti, e per le quali non t'ha chiesto nulla in cambio, erano già scritte nel suo copione. Ha materializzato per te questa sua realtà parallela: il ranch pieno di trappole di Furnace Creek, la sua incurabile anemia, la sua relazione con un lottatore di sumo. Non è vero niente. Non esiste niente. Lo ha realizzato perché tu lo credessi vero, stravagante ed unico, e t'innamorassi di lui, perchè l'unica cosa vera di tutta questa storia, Camilla, è il suo amore per te. Io sono solo un mezzo di cui lui si sta servendo per giungere a te, e non importa se questo comporterà la distruzione del mio mondo, un cataclisma in cui io stessa, esaurita la mia funzione, sarò condannata, al pari delle mie creature, a morire. Non una morte fisica, certo, ma quella forse più crudele dell'amnesia irreversibile. Insieme a me moriresti anche tu, definitivamente cancellata dalla mia memoria e da quella del mondo, senonché, puoi scommetterci, l'attimo prima della fine si materializzerà, tra le nebbie della tua incoscienza, Mr Nativity, che cavallerescamente ti prenderà  tra le sue braccia per portarti in salvo nel suo ranch -

14 commenti:

  1. allora è vero che esistiamo perché siamo ricordi di qualcuno ...

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    1. Bè, è una ipotesi affascinante, spesso riproposta da quel genio paranoico che fu Phil Dick., il profeta degli universi paralleli, dele realtà psichiche, dei mondi alternativi.
      Lui, pr se stesso, s'è spinto oltre, convinto d' esser vivo nel sogno di una morta (sua sorella gemella).

      Absolument fascinant :)

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  2. alla fine Amaranta si ribella, tante persone avrebbero fatto il contrario.

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    1. A ribellarsi è la scrittrice vche vive nell'antro, me medesima moi :)
      Amaranta, la mia bellissima alter ego, ha in questa storia un ruolo passivo, condannata, al pari delle altre creature, ad esser fagocitata dallo spirito creativo di Mr Nativity.
      Destinata a scomparire in cambio di una realtà artefatta e più vendibile.

      In un racconto è facile fare la scelta giusta, ma se dovesse accaderci davvero, la possibilità di un successo in cambio di qualcosa, non credo che la scelta giusta sia poi così immediata.....infondo siamo solo umani :))))

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  3. Però le sconfitte, se non ti uccidono, ti fortificano... Chissà, potrebbe essere salutare per preparare una rivincita scintillante, come quel mondo che il Nostro ha creato. Ma questa è materia per il demiurgo. :-)

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    1. Già le sconfitte se non uccidono fortificano: è un bell'auspicio per la mia eroina che si dibatte tra sentimento e ragione, optando per la rinuncia al successo facile in nome dell'amicizia verso la sua biografa, dell'amore per i suoi personaggi, e del rispetto per se stessa, ad impedire che la menzogna, sulla quale verrebbe costruito il suo successo, trasformi, lei stessa, in una finzione.

      il demiurgo sta cercandodi salvare capra e cavoli, compreso quel diavolaccio mistificatore di Mr Nativity :)

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  4. Mai menzogna o finzione gli accadere, che si son già accaduto; a braccetto a un Diogene che—lanterna cieca e un dio—si cerca ché si sa di già trovato

    Saluto

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  5. Hai ragione, Andres, tutto è già accaduto, mentre si finge di cercare chi si è già trovato.
    La verità della menzogna: un paradosso illuminante.

    Buon week end, Andres :)


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  6. Nulla è mai totalmente come sembra, se no' sarebbe tutto così noioso e prevedibile, e l'Antro ne è la prova palpitante con le sue mille storie sorprendenti che danno calore e luce al suo freddo e scuro habitat . Meravigliosa l'immagine di una vita spoglia di eventi apparentemente e rutilante di racconti, avventure e personaggi al suo interno sentire. Fantastica mia escura

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    1. Questo racconto contiene molte verità personali, Lucy, molto di vero e molto di mio, seppur chiaramente, per le necessità del racconto, è tutto molto più accentuato ed estremo.

      La vita di superficie è assai noiosa, priva di eventi significativi: per fortuna che a controbilanciare esiste la realtà parallela dell'antro!

      Grazie, Lucy
      Un bacio immenso :)

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    2. pensa quanti hanno vite che sembrano piene e dentro hanno vuoti abissali e neppure una realtà parallela. fffffrrrrrrrrrrrrrr

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    3. La fantasia è un buon aiuto, personalmente grazie a lei ho superato molti momenti di sconforto esistenziale. Ovvio che il vuoto non lo si riempie solo con la fantasia ma con l speranza e la determinazione a volercela fare anche se, a volte, è davvero difficile.
      Niente è più efficace, e confortante, delle presenze vere ma, prendendola con filosofica: di necessità virtù.
      Se poi la cosa un pochino funziona......

      Bè, hai ragione, su quanto affermi, ci sono vite che sembrano solo apparentemente piene: piene di niente.
      La differenza è nella consapevolezza che, seppur talvolta amplia la sofferenza (prendere coscienza implica sempre processi spesso dolorosi) di certo ci rende edotti sulle nostre reali carenze e necessità.
      Un bacio, Lucy
      Buon inizio settimana

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  7. Quel tuo antro è il posto segreto di ognuno di noi, il nostro rifugio che nessuno potrà mai conoscere. Utile,ma anche deleterio perchè ci giustifica sempre.
    Siamo camaleonti che, quando percepiscono invasioni pericolose, cambiano colore.
    Buona domenica.
    Cristiana

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    1. Concordo in pieno sul tuo commento, Cri.
      Mi ha fatto molto riflettere quel tuo "utile, ma anche deleterio perchè ci giustifica sempre"
      E' una verità innegabile, che non essendoci un contraddittorio, prevale sempre il nostro punto di vista.

      Grazie del passaggio :))))))))))

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