Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 14 settembre 2013

All'apparenza un foglio ordinato, senza sottolineature e note a margine: questa sono io

Scrivere mi rende una piccola dea: ricreo il flusso e l'urto del mondo attraverso i miei piccoli schemi di parole ordinate
(Sylvia Plath  - Diari)


Alla ricerca dell'ispirazione
Per ritrovare l'ispirazione in questi giorni sto attuando una full immersion nelle passate stagioni del mio blog/diario (ormai più blog che diario) e così ho avuto modo di elucubrare sui cambiamenti avvenuti nella mia vita, e nella mi scrittura, in questi anni di permanenza in Blogosphere.
Ho iniziato a scrivere per fronteggiare la depressione, scaturita dalle mie difficoltà a gestire la mia vita, precaria e allo sbando, fagocitata dall'alzheimer di mia madre e dai miei problemi esistenziali.
In quel periodo buio la passione della scrittura è stata la forza trainante verso il recupero, seppur forzato, di quella lucidità, se non proprio cristallina però abbastanza veritiera, necessaria per esternare in maniera intelligibile i miei pensieri.
Scrivevo, in quel periodo, ovunque trovassi uno spazio, e con un fervore, così ardente e totale, col quale davo tutta me stessa, con convincimento e senza risparmio, spesso con sofferenza, talvolta con  vergogna, altre ancora con rabbia ed orgoglio, per ritrovare o inventare motivazioni e stimoli atti a giustificare la mia esistenza e il mio latente, inespresso, bisogno d'affermazione.

All'apparenza un foglio ordinato, senza sottolineature e note a margine: questa sono io
Eppure mi sono resa conto, sfogliando le pagine del mio blog/diario che, quello che a me sembrava un poderoso volume, un consistente accumulo di materiale autobiografico e di fantasia, in realtà è quantificabile in un centinaio di fogli.
E' pur vero che io ho l'abitudine di strappar le pagine non riuscite, di non conservare appunti, di distruggere quello che a me pare non ben scritto.
 La febbrile ricerca dell'estetica e della perfezione non mi ha portato a nulla, piuttosto mi ha rallentato, condizionandomi.
Abito un caos esteticamente disciplinato.
Un controsenso, perchè più intenso è il mio disordine interiore, più aumenta la mia necessità di un ordine esteriore.
 All'apparenza un foglio ordinato, senza sottolineature e note a margine: questa sono io.

Uno sguardo al passato
E in questo periodo, in cui difetto d'idee e d'ispirazione, ripropongo cose già scritte.
Uno sguardo al passato: leggo e correggo i miei vecchi post, (così ho constatato di avere un contenzioso con le virgole, che semino a pioggia, e con le doppie, che da buona romana tolgo dove andrebbero e metto dove non andrebbero) mentre la tecnica di scrittura, improntata in tutti questI anni alla ricerca di uno stile personale, è stata oggetto di una sperimentazione attraverso la quale ho acquisito peculiarità che mi soddisfano e, anche se non ho conseguito una vera originalità, testimoniano i progressi di una mia evoluzione.

Uno sguardo al presente
Scorrendo le pagine del mio diario mi rendo pur conto che non sono riuscita, per quel che riguarda la mia vita reale, a conseguire un percorso altrettanto soddisfacente, sempre alla ricerca di un equilibrio, ancor oggi  oscillo tra alti e bassi, momenti di parossistica esaltazione e cupa disperazione, rassegnazione e desiderio di affermazione.
Ci sono post che sono contenta d'aver scritto perchè oggi, in questa fase di regresso, non sarei stata in grado di elaborare per via della mancanza di concentrazione dovuta al disordine prolungato dei ritmi del sonno, deficit che rende tutto difficile, anche una banale ricerca, perchè facilmente smarrisco la concatenazione logica dei passaggi, perdo la pazienza, mi scopro incapace ed inadeguata, e penso che non sarò più in grado di scrivere niente e che questa è la rivelazione ultima di quell'inganno a cui sto sforzandomi di dare una parvenza di verità, per convincere me stessa e giustificare tutto questo eccesso d'inchiostro.
E di parole.
Marilena

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