Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

giovedì 18 luglio 2013

Sirena di terra


 
A mia madre, che di quella libertà così strenuamente inseguita, ne ha fatto un inciampo.

 SIRENA DI TERRA
E' nata sirena di terra e non di mare, anche se il paesello natio dista solo pochi chilometri dalle pacifiche acque della città di Salerno.
Sirena di terra. E bella.
Il morbido castano dei capelli e quello più scuro degli occhi, grandi e luminosi, nell'incarnato pulito del viso privo di trucco, dove solo s'accende il rosso delle labbra.
Quelle si, dipinte.
Le braccia tornite, il seno generoso, la vita stretta e, sotto la ruota della gonna, le gambe eleganti dalle caviglie sottili.
Sirena di terra. E bella.
E con quel nome di Madonna, Maria, l'ultima così battezzata di una lunga discendenza di sirene ormai perse nella notte della memoria, perchè non ci sono immagini a recare traccia di diversificazione, o di somiglianza, negli sguardi e nei lineamenti.
C'è solo quel nome a ricordarne la progenie.
Il nome della madre e della madre della madre, e così via a ritroso nel tempo.
Perchè un tempo i nomi tornavano a ripetersi, come appartenenza di casato e di sangue.
Anche se lei non ha blasone, perchè è figlia di povera gente, contadina ed ignorante.
Concepita per destino e non per desiderio, nell'alternanza disordinata di fratelli e di sorelle.
Semplice casuale tra quelli nati vivi e quelli nati morti.
Maria. Perchè così si chiama la madre, e così si chiamavano la nonna e la bisnonna.
Maria. Anche se ha un fratello più grande, Mario, che già onora quel nome.
Ma nelle famiglie di un tempo vigeva la democratica declinazione dei nomi al maschile e al femminile.
Sirena di terra. Ma con spirito ribelle e carattere spigoloso. Puledra di razza, insofferente alle redini e alle staffe, deve pesargli parecchio quella sella impostagli con la forza dagli uomini della sua famiglia.
Lei scalcia e si agita.
Non accetta di essere domata.
Da dietro la fitta palizzata del recinto intravede l'estensione della pianura. Una lunga distesa verde che si fonde in lontananza con la polvere azzurra del cielo.
O forse è già cresta di mare.
Lei non può saperlo. Vigilano, come cow boy, gli uomini della famiglia. Attenti che i lucchetti del recinto siano ben serrati.
Che non si transige con le regole del mondo e con quelle di Dio.
E sarebbero stati ben più contenti se quella loro sirena fosse nata sirena di mare, con coda di pesce, invece che con proprietà di piedi. Che così di certo le sarebbe mancata l'agilità della corsa e, per loro, sarebbe stato meno difficoltoso il pedinamento.
Tante Marie, nel registro battesimale della casa e della chiesa. E tutte onorate.
E per questo che quando occorre i cow boy usano, seppur a malincuore, la frusta. Perchè l'educazione s'impartisce, quando serve, con dure lezioni. E questo non diminuisce l'amore.
Più facile sarebbe stato per loro se fosse nata sirena di mare. E con coda di pesce.
Da dimorare in una vasca al coperto e non dietro un recinto. Che il vento trova comunque modo d'insinuarsi nelle seppur fitte assi della palizzata. Recando l'odore estero del mondo.

9 commenti:

  1. Già pubblicato nel febbraio del 2009.

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    1. Sai, Ady, adesso che lei non c'è più sento il bisogno di ritrovarla intatta, com'era prima che la malattia se la mangiasse viva.
      Devo ricordarla com'era prima di questi ultimi, terribili, dodici anni.

      Grazie.
      Un bacio

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    1. Sulla strada dei ricordi......
      Grazie, tentare nuoce

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  4. Una sirena di terra è un anomalia, l'anello della catena che non tiene, inevitabile che non fosse facile vivere da non pesce fuor d'acqua mentre il vento la sospinge oltre.
    Bellissima dedica d'amore come figlia e come scrittrice. Un abbraccio grande.

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    1. In qualche modo s'era emancipata dalla realtà stretta del paese venendo a lavorare a Roma.
      Tieni conto che non era facile per una ragazza a quei tempi, fare armi e bagagli e partirsene dalla propria famiglia.

      Questo capitolo della vita di mia mamma è quello che mi piace di più anche se, in ultimo, è tornata di nuovo al suo paese e, stavolta, con un bglietto di sola andata.
      Ci penso e ci sto male.
      Questa sua assenza definitiva la sto realizzando soltanto ora.

      Grazie, Lucy
      TVB


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  5. Le sirene sono come... le sirene. Hanno il dono del canto, parlano con le muse. E' da sciocchi pensare di poterle imprigionare: prima che qualsiasi costrizione, gabbia, vasca o recinto sia pronto la loro melodia è ormai ovunque. Persino Ulisse, che non aveva fama di stupido, dovette imprigionare se stesso al cospetto delle sirene.
    Hai trovato un modo straordinario per ricordare tua madre.

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    1. E' davvero bella, Giò, questa tua descrizione delle sirene.
      Così bella che di mio non aggiungo nulla per non gravarla di superfluo.
      Però, un GRAZIE, questo si lo aggiungo!

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