Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 19 giugno 2013

Pensieri

 Risveglio
Nonostante ci sia il sole stamani gira storto.
L'indizio inconfutabile di questa giornata appena nata, e già abortita, non è solo insito nel tono velletario dell'interrogativo che al risveglio s'è affacciato alla mente: "che vojo fà? chi vojo esse?" ma, piuttosto, nell'averlo pensato in dialetto romanesco, perchè da qualche tempo ho fatto caso che la lingua in cui formulo il primo pensiero del mattino è sintomatica della mia predisposizione umorale.
Ed il dialetto romanesco non preannuncia mai nulla di buono.

 Pensieri
"Che vojo fa? Chi vojo esse?"
Come se potessi davvero liberamente decidere cosa fare e chi essere!

 Vita reale
Dopo aver scritto questa pagina di diario uscirò per fare la spesa.
Prima, però, dovrò passare al bancomat.
Prelievo doloroso, ma necessario.
Le poche centinaia di euro in entrata sul mio conto inesorabilmente vanno esaurendosi alla stessa velocità con cui le spese vanno aumentando.
Ho smesso perfino di fumare.
In realtà ho smesso tante altre cose.
Bancomat e spesa (questo sarà l'ordine degli eventi) e poi andrò a lavorare.
Ed oggi è mercoledì la giornata peggiore della mia settimana lavorativa.

Cazzo di vita è questa?
Centellinare gli spicci necessari per la spesa con cui comprare del cibo per mantenersi in forze per poter lavorare per guadagnare sempre gli stessi pochi spicci coi quali non potersi comprare neppure il "cancro consapevolmente scelto" delle sigarette ma, in compenso, dover subire l'avvelenamento ambientale, ed alimentare, sempre pagati con la forza lavoro!!!

 Imperativo
Devo trovarmi un secondo lavoro.
Questo è l'imperativo.
Come lo trovo?
Lancio un appello su FB?
FB fa miracoli.
O almeno così si vocifera.
Con FB si riempiono le piazze, si creano società, si organizzano matrimoni, si progettano rivoluzioni.
Io voglio solo un lavoro.

L'appello
L'appello, intanto, lo faccio qui:
AAA signora over 50, seria professionista nel settore delle pulizie, offresi per uffici e condomini, nella zona di Roma.
Telefonare solo se seriamente interessati. Esclusi perdigiorno.

 Tutto ha uno scopo
Un'amica mi ha detto che tutto ha uno scopo nella vita.
Il mio dev'essere quello di lucidare le scrivanie!
 A questo punto una sigaretta quanto ci starebbe bene!
Una sigaretta farebbe sembrare addirittura romantica tutta questa mediocrità: io, in sottoveste rosa seduta al computer con la sigaretta tra le labbra, l'aria blasè, mentre computo pensieri esistenzialmente cinici che diligentemente poi appunterò su un block notes, perché i pensieri, quelli giusti, al pari dei soldi guadagnati non dovrebbero andare mai sprecati.

 Necessità
Ho bisogno di un altro caffè per dar l'avvio a questa giornata, stabilita stramba, dalla mia convinzione sul potere occulto dei pensieri formulati nel dialetto romanesco.

"Vado in cucina  a prepararmi un altro caffè."
Lo dico al mio pubblico immaginario (ho sempre avuto un pubblico immaginario fin dai tempi delle scuole elementari, quando ripetevo a voce alta le lezioni. Lo stesso pubblico al quale ora propino i miei racconti)

Mi rendo conto, però, che stamani i miei spettatori  non sono troppo convinti della mia perfomance, perplessi, non sanno risolversi ad applaudire e restano in silenzio: ce n'è uno nell' ultima fila che tossisce imbarazzato, qualcuno si agita sulla sedia, qualcun'altro esce di sala.

"Vado in cucina a prepararmi un altro caffè."
Ripeto la battuta con più convinzione.
 E, finalmente, arrivano gli applausi.
Marilena

8 commenti:

  1. Oh, Marilena, ti capisco. Anche se mal comune non è detto sia sempre mezzo gaudio. Ma mi capita da un po' di tempo a questa parte di svegliarmi e ragionare a voce alta in un siciliano arcaico... Uno straniero mi ha invaso, un antenato, forse l'anima dannata di un pescatore di frodo del Mar d'Africa. Ma io da quindici anni sto in Toscana, ed i cugini di Dante potrebbero non gradire. Così mi tocca fare abluzioni esorcistiche nel caffè, il che vuol dire un paio di caffettiere in più e la sveglia mezz'ora prima. Un altro lavoro? Mi sa che rinuncerei anche al primo se non fosse che c'è della gente in giro poco rispettosa delle esigenze del prossimo, che continua a mandarmi bollette da pagare, e non ho più nemmeno più il fisico per espropri proletari. Il bancomat, poi, che sino a poco tempo fa mi si rivolgeva in modo cordiale, oggi ha assunto un tono scostante ed infastidito. Per le sigarette sono passato al tabacco ed al posto di certi vini che mi riconciliavano con la vita comincio a consumare damigiane da hard discount. Qualcosa in più, ultimamente, spendo per il bicarbonato.

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    1. La battuta sul bicarbonato è davvero carina.......eh si c'è davvero troppo d'indigesto in questo inizio millennio.
      ......quindi ragioni in siciliano arcaico?
      Magari ce l'hai anche tu un pubblico invisibile, solo che fino a questo momento non lo sapevi:))))
      Gli spettatori invisibili sono attratti dalle stranezze, amano molto il surreale ed anche il fantascientifico.
      Il mio pubblico, però, in particolare, adora il dramma ed io adoro esibirmi, soprattutto nelle scene madri, quelle dove c'è pathos e aleggiano le ombre cupe di un esistenzialismo esasperato.
      Una miccia che non ha funzione d'esplosivo ma, piuttosto, d'ordigno catalizzatore.

      Attento Giò che i miei spettatori invisibili potrebbero fare una capatina in Toscana, loro sono particolarmente attratti dal genere "posseduto" se per di più da un'anima dannata di un pescatore di frodo del Mar d'Africa, te li ritrovi seduti nel tuo salotto e credimi, difficile pure farli sloggiare.

      ......se non tovo un secondo lavoro adotto l'idea dell'esproprio proletario: non serve un fisico bestiale ma una macchina potente :)

      Grazie, Giò, di questo commento davvero carino.: mi hai fatto sorridere :)
      Scrivi davvero bene, hai molta fantasia ed è un piacere leggere i tuoi commenti :)
      A presto

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  2. che lucidissima analisi, da applausi spontanei.
    Urge un caffè pure per me ...

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  3. Grazie, socio!
    Io invece, se ne bevo un altro schizzo: altro che Bacio Man o Superpippo......i super poteri della caffeina!

    Sucre ou édulcorant, baby?

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  4. Per me è un piacere leggere i tuoi post Marilena. Hai una scrittura evocativa e straordinariamente efficace. Due cose ancora, se hai pazienza. Una macchina potente? Ma hai visto come si chiama il mio blog? Mi beccherebbero subito, anzi, prima, anche se questo appagherebbe certe mie pulsioni genetiche. Vengo dalla terra del dramma antico e lì il pubblico (visibile e pagante) applaude per le lacrime di Sisifo, il pianto di Ismene, la tragedia di Medea, le sofferenze di Elettra. Per le situazioni surreali ed il pubblico invisibile faccio ancora i conti con il mio materialismo storico (ed anche un po' dialettico), ma ci sto lavorando. Del resto sono un “uomo invaso”, posseduto da un pescatore di frodo del Mar d'Africa che peraltro usa un linguaggio antico e spesso trascende in imprecazioni che farebbero arrossire i frequentatori delle peggiori bettole di Odessa, e questa evidenza inconfutabile rimette in discussione talune mie certezze granitiche.

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    1. Pensa, Giò, che stavo per suggerirti l'idea di aprire un tuo blog "dal momento che scrivi così bene"
      E' la mancanza di un avatar, accanto al tuo nick che mi ha indotto in errore :)

      Per quanto concerne il dramma, io ho avuto una grande maestra che mi ha iniziato a tale arte, mia mamma, bellissima donna del sud, nevrotica ed elusiva (e tutte quelle cose che ho scritto nella dedica a lei, nella parte destra del mio blog)che pur sarebbe stata una splendida attrice tragica ma che, di questo suo talento, lei non ha mai avuto consapevolezza pur vivendo la sua vita in maniera "esistenzialmente drammatica".
      Io ho ereditato da lei la propensione alla tragedia, al drammone, all'inelutabilità degli eventi, seppur non credo al destino la sua fatalità mi piace tirarla in ballo in ceti contesti di convenienza:)))))))

      Due modi diversi di recitare, quindi: il suo molto spontaneo con recitazione a braccio, il mio, invece, più cervellotico ed anche più stancante.

      E per quel che riguarda le imprecazioni......da sempre l'uomo se ne è servito per rimarcare il suo diritto a quello status umano "fallace e vulnerabile" .
      E' non solo rimarcare un diritto ma circoscrivere un territorio.
      Anche l'eroe Ulisse, per rimanere nell'ambito marinaro, in preda alle vicissitudini esistenziali, oltre quelle di navigazione, chissà quante volte avrà maledetto gli Dei e il ventre di sua madre.
      Ed, Omero, con lui!

      Sei in buonissima compagnia, quindi:)))))

      A presto
      Marilena


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  5. Mi piace l'idea che siamo attori di un film , di una piece teatrale, di una performance da teatro off off - molto off - , tutta nostra, con un pubblico invibile, che assiste giorno per giorno non solo alle nostre imprese ma anche al segreto agire dentro di noi. Dei The Truman Show volontari e consapevoli . Visione intrigantissima ...... Applausi anche da una tua spettatrice non-invisibile - anche se gatta randagia - miao

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    1. Ehilà Lucy, non siamo noi due che scriviamo stravaganti sceneggiature nelle nostre conversazioni telefoniche?

      La vita, alla fine è come un film, con tanto di colonna sonora ed applausi, a volte sollecitati, a volte spontanei.
      C'è chi vince l'Oscar e chi invece lo insegue da sempre e chi non lo avrà mai.
      Eppure il bello del vivere è quel "immaginarsi protagonisti nella propria vita".

      Non ti capita mai di pensare che le persone, le cose, la natura e tutto vive solo nell'attimo in cui tu lo guardi eppoi, quando ne storni lo sguardo, tutto si liquefa nel nulla?
      Non essite più niente.
      E' solo una messinscena ad personam.
      E' una percezione d'estrema solitudine.
      Il pubblico immaginario, almeno di quello, hai coscienza piena della sua invisibilità e, forse, proprio per questo, più reale di tutto.

      Un bacio immenso

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