Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 20 gennaio 2013

Degli abbagli, delle beatitudini, delle consapevolezze e delle disillusioni sul tema, personalissimo, dell'amore.


Urgeva, questo post, che lo scrivessi già da molto tempo, ma  aspettavo di uscire dagli intrappolamenti del mio ultimo racconto per non spezzarne il filo, che sulla strada di Siguenza, laddove Andres Rubio  ha perso il suo assistente, il nano Galeno, ed incontrato Maria Engracia Naveros, medichessa e sperimentatrice, è ancora per me tutto da esplorare, un tragitto non so quanto ancora lungo, così mi sono presa una piccola pausa ed ho attuato una interruzione e, dopo aver guardato a lungo attraverso i vetri bagnati di pioggia, come dentro una sfera di cristallo, impregnandomi di tutta la malinconia e di tutta la dolcezza indispensabili per poter scrivere "degli abbagli, delle beatitudini, delle consapevolezze e delle disillusioni sul tema, personalissimo, dell'amore".

A conti fatti, nel campo dei sentimenti penso di aver dato e ricevuto molto.
Come sempre accade, però, per fare una valutazione onesta riguardo questo dato bisogna lasciare che il tempo sia trascorso e che i venti, di levante e di ponente, abbiano soffiato via la polvere del rancore e dell'incongruenza e restituito nitore alle regioni del cuore e della mente, là dove germogliano i ricordi.

Ho avuto la fortuna d'innamorarmi due volte, a venti e a quarant'anni, uomini diversi per carattere e per stile, ma entrambi dotati di una memoria prodigiosa e una spiccata propensione per le scienze matematiche e dell'orientamento, capacità di cui io assolutamente sono sprovvista.
Entrambe le volte, a venti come a quarant'anni, mi sono innamorata con lo stesso slancio e lo stesso ardore, ma con la consapevolezza maturata, nell'età adulta, che nulla davvero è quasi mai come appare, perché la visione origina sempre da un'ottica molto intima e molto personale; che tutto ciò che è umano è soggetto a modifica; che l'eternità si riduce a brevi istanti e forse, proprio per questo, la memoria li fissa nella pietra, anche se la pietra stessa soggiace all'usura dei secoli.

 L'amore vero è eterno. Ed esclusivo.
Non solo questo assunto è arrogante ma assolutamente privo di ogni razionalità, perché implica il diritto di possesso, fisico, mentale ed emozionale, del nostro partner.
Se ci pensiamo non solo è folle ma, ironizzandoci sopra, anche anticostituzionale: una vera coercizione.
Si possiedono gli oggetti ma non le persone, e tanto meno i loro sentimenti. 
E, riguardo l'eternità, è assolutamente vero il concetto che "l'amore è eterno finché dura", perché in questa piccola irridente, e solo apparentemente scontata frase, c'è racchiuso il significato di eternità così come io personalmente lo interpreto, condizionata probabilmente dal mio viscerale ateismo: la mia eternità si protrae ad ogni nuovo risveglio e, quando questo non avverrà più, allora sarò morta in maniera definitiva ed inoppugnabile perché, dopo la morte, non c'è più nulla. L'eternità è subordinata alla durata della mia vita.
Posso quindi, secondo il mio punto di vista, raccontare l'eternità non sulla scia dei secoli ma dei giorni o, qualora accadesse, delle ore, perché tutto ciò che è relativo è comunque anche definitivamente compiuto.

Relativista convinta anche per quel che riguarda il sentimento dell'amore
Oggi lucidamente ne scrivo, ma questo pensiero è sempre stato dentro di me, solo che nel passato erroneamente concepivo la fine, non solo dell'amore ma dell'insieme di quell'universo programmato stabile sulle fondamenta del matrimonio, come una una sciagurata ipotesi piuttosto che una possibilità fra le tante .
Ci convinciamo dell'infallibilità dell'amore. Anzi, la pretendiamo.
 Badiamo più alle formule che ai fatti. 
Crediamo più al racconto del nostro film mentale che a quello della vita reale.
 Così sulla fine di quel mio film ho sparso fiumi di  lacrime, logorato testa e nervi, lanciato anatemi, covato rancore e rabbia, fino a distruggermi e voler distruggere.
 Ma dopo tutti questi anni, quando il vento di levante e quello di ponente hanno soffiato via la polvere del rancore e dell'incongruenza, ho ritrovato intatti i germogli di quell'amore primaverile, privato dell' allure dell'eternità, finalmente restituito alla memoria, ingenuo e pretenzioso, immaturo ed arrogante, sullo sfondo  meraviglioso di quello che un tempo è stato: un caos stellare.

Fin da ragazza ho sempre rifiutato il sentimentalismo sdolcinato da romanzo d'appendice, è sempre  prevalso, per quel che riguarda il rapporto con un uomo, l'ardore dei sensi e quello della immaginazione, anche se, in altri tempi, mitigato dal pudore dell'età e dalla timidezza del metterlo in atto.
Sessualmente sono sbocciata a quarant'anni, età meravigliosa e piena, e oggi che ne ho molti di più, se covo una nostalgia è proprio per quell'età, quando pienamente consapevole di me stessa, ho liberamente preso possesso della mia femminilità avvalendomi delle meravigliose risorse contenute in quel mio bagaglio: una fervida immaginazione ed un'adeguata conoscenza del mio corpo.
Ed un uomo all'altezza.

Un affabulatore, colto, ironico, intellettualmente raffinato.
Un complice.
 Io e lui, giocatori di pari valore che, se spesso e cavallerescamente mi lasciava vincere, altre volte ero io ad arrendermi pur avendo già in pugno la vittoria.
 In ogni sfida c'era sempre il guanto e poi la spada. Eppoi la rosa.
Una rosa, due rose, tre rose...sontuosi bouquet che poi si trasformavano in giardini e foreste e regioni, ed infine nell'intero mondo, sedotto da quella lussuriosa, trasbordante baraonda di vittoria e di resa, di guerra e di pace, di sollecitazione e di attesa.
Tempesta ed arcobaleno, col sole che sempre tornava a brillare, vivido e spavaldo, su quel nostro devastato, meraviglioso campo di rose.
 Rose che ancora continueranno a fiorire finchè avrò memoria per ricordarne il profumo.
Marilena

6 commenti:

  1. Fantasia e Ricordi il nostro bagaglio a mano personale più prezioso per il passato, il presente, e il futuro. Chissà saranno altre rose di un diverso giardino ancora a fiorire e a profumare la tua vita domani.
    Intanto nell'attesa un mio abbraccio colmo d'affetto e amicizia ... e tanti miagoliii

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    1. Questo post, Lucy, riveste per me una grande importanza, rappresenta una pacificazione col passato, un riappropriarmi delle cose belle e positive che pur ho avuto e, molte delle quali, ancora permangono.
      Ho dovuto guadare un fiume ribollente e tempestoso per trovare, se non l'appagamento, almeno la pace, e poter rivivere l'amore, che pur ho avuto, e che il ricordo, epurato dalle amarezze e dai rancori, mi ha restituito nella sua essenza più pura.
      Credo che questa sia l'eternità dell'amore.

      Un bacio ed una rosa per te, colta nel mio giardino privato.
      TVB


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  2. Risposte
    1. Una rosa, due rose, tre rose......un intero campo di rose, un profumo meraviglioso e stordente: il profumo dell'amore.

      Une rose, deux roses, trois roses.....pour toi, Antoine, avec amitié sincère
      Marlene

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  3. Risposte
    1. Ma grazie Maurizio, ed è un vero piacere ritrovarti.
      Le cose belle che la vita ci ha regalato, anche se non fanno più parte del presente, saranno sempre nostre se sapremo riviverne il ricordo e risentirne il profumo, con la dolcezza piuttosto che con la malinconia.

      Un bacio
      E grazie della tua graditissima visita
      A presto

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