Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 17 ottobre 2012

Dietro le quinte di un racconto

L'ispirazione
Mi chiamo Baltimora.
L'ispirazione è sopraggiunta inaspettata mentre ero in cucina intenta a prepararmi una omelette.

Lei - Mi chiamo Baltimora e sono qui per raccontarti la mia storia.
Io - Baltimora...è un nome molto particolare.
Lei - Ne convengo con te.
Io - Lo vuoi un caffè? Oddio, è tardissimo, mi spiace, devo scappare
Lei - Vai pure, ti aspetterò, non ho altre visite in programma. Guarderò la tv e poi farò un sonnellino.
Io - Nel freezer c'è la vaschetta del gelato, puoi servirtene.
Lei - Spero che non sia alla vaniglia. Detesto la vaniglia.
Io - No, è alla fragola.
Lei - Ottimo.
Io - Ok, allora a dopo. E non sparire.

E' tipico delle ispirazioni giungere quando meno te lo aspetti.
E nel mio caso specifico quasi sempre quando devo andare a lavorare.

Una storia parallela
Ricerche su Baltimora, la più grande città del Maryland (il Maryland non è anche lo stato dell'amore? non ne sono sicura però mi piacerebbe lo fosse, lo introdurrei nella storia, me lo appunto e magari approfondisco)
Escludo da subito un'ambientazione country (Baltimora sarebbe stato un nome azzeccato anche per un cow boy ma devo tener conto che la Baltimora che sta guardando la mia tv, e sonnecchiando sul mio divano, è indiscutibilmente di genere femminile) Continuando nella mia ricerca scopro che Baltimora è anche il porto più importante degli Stati Uniti.
Ecco, potrei far nascere la mia eroina su una nave che si chiama  Baltimora, dove sua madre la partorisce dopo un estenuante travaglio di 36 ore  (una bella prova di resistenza fisica) col mare grosso e la nave in balia dei marosi: le onde violente della tempesta e quelle violente delle doglie.
Poi la neo madre si eclissa al primo scalo, abbandonando la neonata che si è rifiutata fin dall'inizio di accudire e darle un nome.
A questo rimedia il capitano battezzandola col nome della sua nave.

Nell'universo della casistica
Che finale di storia ci sarebbe stato per Baltimora se avessi optato per questa trama?
Non necessariamente catastrofico, si può partir male ed arrivare bene, nella vita come nei racconti.
Avrebbe potuto anche lei essere figlia di Rodolfo Valentino?
 Decisamente si, ma forse non con lo stesso numero di possibilità.

Nel racconto che invece ho sviluppato, Baltimora viene partorita, prematura e senza troppa sofferenza, sul palcoscenico di un teatro dell'omonima città, dove sua mamma, la bellissima Eloisa, sta recitando.
Una nascita da protagonista.

Il numero delle possibilità di una liaison tra Eloisa e Rudy viene aumentato dal fatto che entrambi sono artisti e, un ambiente circoscritto paradossalmente offre, talvolta, maggiori occasioni di uno spazio allargato.
E questo lo rende oltreché più probabile anche più credibile.
Lei è bellissima e persuasiva, lui è un attore di successo, ed il primo sex simbol nella storia della cinematografia e... scientemente, però, non specifico il periodo né le modalità che li hanno fatti incontrare, assicurando così uno spazio più vasto, perché meno bisognoso di dettagli verificabili, all'espansione della trama.
Più margini per me mi hanno concesso la possibilità di non dover essere troppo precisa, nei tempi come nelle date o nei riscontri degli eventi storici.
E questo mi ha permesso il lusso di qualche piccola incongruenza, prestando attenzione, però, a non andare troppo ad intaccare la verità storica o modificare le peculiarità dei protagonisti.
Perchè la parte fantastica, e quella reale, devono armoniosamente amalgamarsi per contribuire alla veridicità della trama.

 Tra fantasia e realtà
Camille Negri, la donna velata di nero del mio racconto, è originata dagli innesti di Camille, film muto di Valentino del 1921, (qui il nome, però, non ha alcuna attinenza col soggetto del film,) e Negri, in riferimento a Pola Negri, l'attrice con la quale Rudy ebbe un'appassionata storia d'amore.
La donna velata di nero è la leggenda nella storia di Valentino che racconta, appunto, di una misteriosa dama, della quale mai si è scoperta l'identità, che ad ogni anniversario della morte dell'attore recava fiori sulla sua tomba. 
Le 75 rose del bouquet, di colore rosso vivo in una tonalità compatta e priva di sfumature, sono una mia invenzione.
Ma quelle rose avrebbero forse potuto essere di altro colore?

6 commenti:

  1. Risposte
    1. Nessun'altro colore.
      Un bacio, Antoine, di un color rosso vivo.

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  2. Nessun altro colore è degno di un racconto e del mito di Valentino ...... sai che pensavo qualche settimana fa ad un post su di lui ?
    altri fili .....

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    1. Fili misteriosi che s'intrecciano, si raccordano, si dipanano e s'incontrano.
      La vita è la nostra sceneggiatura.
      Bacio rossissimo

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  3. assolutamente calviniano, meravigliosamente TUO! baci ady

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    1. Assolutamene calviniano......wow.
      Ady, il tuo complimento mi emoziona.
      Grazie, dal profondo del cuore

      Per te un bacio ed una rosa sfolgorante di rosso

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