Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 31 agosto 2012

A proposito di me

All'inizio della storia c'ero io, Marilena, io soltanto, donna in carne ed ossa e nessuna alter ego a contendermi la scena.
Un lungo periodo in cui sono esistita nella bellezza e nell'orrore della sola me stessa, splendida ed opaca, secondo l' umore o di come buttava la giornata.
Unica stella a splendere di luce ad intermittenza, quella che meno si notava tra il bagliore perenne delle altre.
Un riflettore, i tuoi occhi, a cui nulla sfuggiva di me, nemmeno la particella più insignificante del mio complesso io, come un battito di ciglia o un sospiro appena percettibile.
Nuda sotto quel riflettore, consapevole ed impudica, sempre appassionata, però, che il sangue l'ho bollente di natura, cosicchè la mia irruenza tracima inarrestabile sia nella collera che nell'amore. 
Datemi un palcoscenico ed io mi rivelerò senza vergogne anzi, sputando fuori, e senza alcun ritegno, la megalomania dei timidi, quella che frigge sotto la crosta del vulcano, pronta ad erompere in superficie, sbalorditiva e spiazzante di ogni presunta prevedibilità.
Datemi un pubblico ed io sarò come non sono mai stata, attrice esperta nell'arte dell'affabulazione, levigata in superficie ma intrigata nel profondo, un coacervo inestricabile di rovi puntuti e di succhi amari.
Cos'hai amato di me?
C'è stato un tempo in cui volevi tutto e nulla sembrava mai saziarti: bocconi di anima e di testa.
Così hai iniziato a scavarti una strada, dalla vagina al cervello, un percorso privilegiato all'interno dei rovi e dei succhi amari e delle mie luci intermittenti, per possedermi davvero e totalmente.
Un percorso lussurioso, attraversato dai fiumi sempre in piena della gelosia e della tenerezza, con gli orizzonti immuni dal silenzio perchè c'era sempre un nome da pronunciare, o una parola di rabbia o di comprensione, o un gemito di appagamento.
Bandito il silenzio,  i rovi puntuti s'aprivano al vento noto della tua voce e alle esigenze delle tue dita, mentre i succhi amari acquisivano inaspettata dolcezza, fermentando umidi nella tua bocca, trattenuti dalla tua lingua in simbiosi coi tuoi.
Ma questo è stato tanto tempo fa.
Marilena

domenica 26 agosto 2012

Tributo all'amicizia

...così sento di aver concluso questa mia avventura, e sono così stanca che avrei solo voglia di calarmi nell'umido di una fossa e dolcemente lasciarmi andare, mentre immagino sopra di me volteggiare grossi e fantasmagorici uccelli neri che stridono con voci marine, esaltati dalla prospettiva di un lauto quanto insperato banchetto, offerto dalla primizia del mio corpo prima dell'avvento dei vermi.

Una morte letteraria, quindi, sarebbe stato questo l'ultimo capitolo del mio blog se non fosse che l'Imperatrice Camilla, la mia biografa, che per la verità ha sempre trovato eccessivo il mio gusto per il dramma, se ne è andata sbattendo la porta, infuriata e disgustata, minacciando la rottura definitiva della nostra amicizia trentennale.
E questo sì sarebbe una tragedia che io non potrei tollerare accadesse. 

La chiamo inutilmente al telefono, si fa negare, mi risponde la più piccola dei suoi figli con la vocina misteriosa, e palesemente menzognera, di chi sta giocando una burla e si sta divertendo da matti.
Io penso che non sia un buon metodo educativo quello dell'istigazione alle frottole, ma l'Imperatrice deve essere davvero arrabbiata se lei, di solito così corretta, vi ha fatto ricorso.
Cerco d'intrattenere la piccola al telefono e non devo fare nessuno sforzo, Desirée è una conversatrice nata e, a differenza della madre così parca di parole, lei ne trabocca, invece, come un cestino troppo colmo.
Mi diverte parlare con lei, così prendo parte al suo gioco.
Le do importanza mentre cerco di strapparle informazioni e portarla dalla mia parte.
Gioco sporco il mio, lo riconosco, ma so che vicino a lei, a vigilare, c'è l'Imperatrice in persona così, senza sentirmi troppo in colpa, tramite Desirée le lancio il mio accorato comunicato di resa.
- Dì alla mamma che la zia Mari non va da nessuna parte senza di lei -
Prima di riattaccare le faccio ripetere il messaggio che lei, diligentemente, ha memorizzato.
Ragazzina sveglia, Desirée!

Ora non mi resta altro che attendere pazientemente che l'Imperatrice si faccia risentire e, nel frattempo, trovare l'ispirazione per concludere la storia de "L'addestratore di cavallucci marini" da offrirle con una dedica, un tributo alla sua ostinazione a continuare a credere in me e alla nostra amicizia.

domenica 12 agosto 2012

Relativismo

E così oggi, dopo tanto tempo, riprendo a scrivere il mio diario, non sulla spinta di una inderogabile esigenza ma, più che altro, sulla necessità di non deviare dal percorso intrapreso a cui devo tanto del mio odierno vigore, e della mia resistenza, alle offensive esistenziali.
Narrare degli ultimi avvenimenti...non lo farò ora, devo avere ancora il tempo di metabolizzarli, di renderli parte essenziale di me, di sentirmeli addosso come ossa, sangue e pelle, e di non comprometterli con un pensiero ardito, o mal formulato, scaturito dall'entusiasmo o dal patimento.
E' questo che l'esperienza mi ha insegnato: le forze fisiche e mentali devono essere saggiate e dosate, di modo che nella sciagurata ipotesi di finire a bordo ring, se ne abbia sempre una piccola scorta per evitare il ko finale.
Credere in se stessi è essenziale.
Credersi invincibili è distruttivo.

Quindi, in questa assolata domenica di Agosto, me ne sto pigramente rintanata nell'angolo più fresco della casa, senz'altra necessità che quella di respirare e di lasciare che il tempo liberamente scorra tra passato e presente in attesa di quel domani che sopraggiungerà ineluttabile e, forse, provvidenziale.

Trovare il coraggio di dare risposte a noi stessi, prima ancora che al mondo, forse è questo l'obiettivo che dovremmo riconoscere primario ma che, invece, il più delle volte ignoriamo, preferendo perderci in quell'esistenzialismo metafisico, assolutamente astratto ed inconcludente, ondivago, tra il dogma e lo smarrimento.

Non è questo a cui io miro seppur so bene che le risposte che riuscirò a darmi non saranno definitive ma soggette al momento in cui le domande verranno formulate e che, quest'ultime, potranno facilmente riproporsi in altre fasi della vita quando, con stupore, mi troverò a dare risposte forse differenti.
Il relativismo è, alla fine, l'unica concreta ed incontrovertibile asserzione esistenziale, anche se questa esplicitazione può sembrare paradossale.
Marilena

giovedì 9 agosto 2012

L'assenza

L'assenza è un pungolo per il desiderio
(Properzio)
......ma, prima o poi, ritorno
(Amaranta)