Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

martedì 1 maggio 2012

Fatti e misfatti di una donna perbene

Winchester, 25 Giugno 1882
 E' l'anima che detta le virgole nel caos di parole che la testa partorisce.
  Così ho da percorrere un lungo rigo, amore mio, prima di giungere alla prossima virgola che mi condurrà a te, e devo farlo con un conflitto in atto, combattuta tra il sentimento e il dovere, l'anima e la testa.
Non è altro che la coscienza, e non la prudenza, come tu sostieni, che m'induce a questa penosa sosta che io non so ancora vagliare nella durata dei suoi tempi effettivi, poiché questi non dipendono esclusivamente da me, che se io fossi sicura di non arrecare danni irreparabili con la mostruosa conseguenza di quei pesanti sensi di colpa che forse, alla fine, avvelenerebbero anche  il nostro amore, non porrei nessun altro indugio e, credimi, già ti avrei raggiunto al capo di quel rigo.
Confido nella tua pazienza e nella certezza del tuo amore.
Sempre tua
 Jane








Winchester, 30 Giugno 1882
La giornata di ieri è stata interminabile, penosa la sua scenata di gelosia che, come sempre poi, si è conclusa nel pianto e nella richiesta del mio perdono.
Lui non ha la tua stessa forza, dipende da me come un bimbo dipende dalla madre, e sono altresì convinta, come tu erroneamente sottintendi, che non sia una tattica per tenermi legata a questo matrimonio.
I suoi bisogni e le sue paure sono terribilmente vere, non mi dà l'idea che stia recitando per far leva sui miei sensi di colpa e la mia onestà morale, prima ancora che sul mio sentimento.
Ma posso ben capire la tua impazienza, solo ti chiedo di non dubitare mai di me, del mio amore e della mia convinzione di porre fine a questo matrimonio.
Ho solo bisogno ancora un po di tempo.
Ti amo
Jane
P.S. Mi è impossibile raggiungerti questo fine settimana dal momento che è stato disdetto il suo viaggio a Londra. Sebbene conscia di pretendere molto, ti chiedo ancora di pazientare.







Winchester, 8 Luglio 1882
Va bene, farò il possibile per venire il prossimo martedì.
 Inventerò una scusa plausibile.
Vedrai non ci saranno impedimenti.
Non vedo l'ora di essere con te
Ti amo sempre di più.
 Jane







Winchester, 12 Luglio 1882
Amore mio, continuo a perpetrare all'infinito l'illusione di essere ancora tra le tue braccia.
Il nostro ultimo incontro è stato sublime.
Sono tornata a casa con impressi negli occhi i minimi particolari di te, il calore della tua bocca e delle tue mani, la profondità della tua voce e quella del tuo sentimento.
Ti avessi incontrato prima, mio unico amore, mi sarei risparmiata questi lunghi, sterili anni privi di emozioni e vuoti di sensazioni, vissuti nell'agonia dei sensi e nell'adempimento etico del mio ruolo di moglie, mentre tu, invece, hai messo a nudo la mia femminilità, me ne hai reso consapevole, stravolgendo regole e cliché, insegnandomi ad essere provocante ed esigente, soprattutto complice.
Solo tu sei riuscito a darmi tanto.
La mia testa ed il mio cuore ti apparterranno per sempre
Assolutamente tua
Jane
P.S. Sono fermamente intenzionata a chiedergli il divorzio.







Winchester, 14 Luglio 1882
Ti prego, non essere ingiusto con me perché, seppur la tua rabbia ha buone giustificazioni, m'addolorano i toni della tua ultima lettera.
Comprendo lo sfinimento dell'attesa, ma non la tua scenata di gelosia.
Dimentichi che lui è ancora mio marito, e finché non chiederò il divorzio mai verrò meno a quei riguardi di cui lui può vantar diritto.
Mi ha chiesto di accompagnarlo a Londra, ed io, in virtù di questo, mi sono sentita obbligata ad andarci.
Sono ancora sua moglie e non posso esimermi dagli obblighi che il mio ruolo comporta, almeno fino a che non gli avrò parlato di noi non favorirò situazioni che diano adito a pettegolezzi sul nostro matrimonio.
E' questo un periodo tranquillo, non mi assilla con la sua gelosia morbosa o con le sue crisi di nervi, tanto che stiamo instaurando un rapporto più amichevole ed aperto, scevro dal ricatto della disperazione, cosicche mi sarà più facile affrontare il discorso del divorzio.
Ti assicuro che non hai davvero nessun motivo di essere inquieto.
Cercherò di raggiungerti, seppur per breve, il prossimo lunedì.
Vivo solo per rivederti.
Jane







Winchester, 22 Luglio 1882
Le cose si stanno paradossalmente complicando proprio ora che lui appare molto più ben disposto e fiducioso nei miei confronti, ma proprio in ragione di ciò ho paura di sommuovere, in maniera maldestra, questo  suo nuovo equilibrio. Mi rendo conto che al momento sarebbe inopportuno pronunciare la parola divorzio senza scatenare crisi nervose e ricatti psicologici, perché, nonostante questa apparenza di pacatezza, è palese la sua fragilità esistenziale nel suo continuo bisogno di essere da me rassicurato, e negli sforzi evidenti che compie per contenere i suoi eccessi d'umore e soffocare il tarlo delle sue insicurezze.
Cosa accadrebbe ora di lui se io me ne andassi?
E cosa accadrebbe di noi, amore mio?
Jane








Winchester, 1 Agosto 1882
Ti scrivo di nuovo perché la tua risposta tarda ad arrivare.
Spero che tu stia bene.
Ti penso sempre
Jane



Winchester, 2 Agosto 1882
Certo che sono consapevole della realtà della nostra storia, ma questo non significa che tu abbia ragione continuando a teorizzare su quella che tu definisci "la sua tattica di vincolo".
Sono assolutamente convinta che non sappia nulla della nostra relazione, perché conoscendolo so che reagirebbe in tutt'altro modo.
La tua gelosia è fuor di luogo e, di certo, mi umilia.
Non contano dunque i rischi che io continuamente corro pur di poter stare con te?
Per il nostro amore ho messo a repentaglio la mia coscienza e la mia reputazione, non farmene torto, ti prego.
Non farmi piangere, e soprattutto continua ad amarmi.
Ne ho bisogno.
Jane







Winchester, 12 Agosto 1882
La tua ultima lettera, amore mio, così fredda ed impersonale, mi ha scaraventato nell'angoscia più cupa, perché in quelle tue poche righe evinco il rancore e non lo struggimento.
 Lui ha ricominciato di nuovo ad ossessionarmi con la sua gelosia ed il ricatto del suicidio.
Sono così stanca.
Mi manchi
Jane


8 commenti:

  1. Un dramma epistolare del 1882 identico ad uno qualsiasi del 2012 ...... l'essere umano malgrado tutto non cambia, forse il metodo si modifica : un carteggio che si fa e-mail, giorni di attesa contro secondi d'invio, ma alla fine è sempre la stessa storia tra un uomoo e una donna. Un bacio con veletta

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    1. Eh già, Lucy, si evolvono i mezzi di comunicazione, tutto più veloce ai giorni nostri con Internet, ma gli uomini non cambiamo e neppure le storie.

      La trasposizione nell'ottocento è perchè sono ancora sotto l'influsso della Austen, così ho chiamato la protagonista come lei Jane, e scegliendo come luogo, da dove origina questo carteggio, Winchester, dove La Austen è nata :))))

      Colgo il tuo bacio all'ombra della veletta
      P.S. Ho immensamente amato,tra i libri d di Jean, "Emma"

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  2. Nessuno ha il coraggio di rivoltarsi il cuore a mani nude per la necessità di sapere cosa lo sostiene da dietro.
    Manca il coraggio.
    Manca a lei, al marito e all'altro.
    Lei sa dove vuole arrivare.
    Sa fino a che punto spingersi.
    Nell'irrealtà di una passione che idealizza il suo animo, che sporge dalla parola scritta fino a renderlo divinità di anima e carne si avvicina a un idolo che può bruciare con il suo intenso amore, la paura è quella di abbandonarsi e rischiare di trovare quell'idolo solo come uno statico vuoto pezzo di legno, senza più nessuno da adorare.
    Si intrapone la coscienza, per educazione, equilibrio, per scelta inconsapevole a volte.
    Il ricatto morale quasi lo difende, ma più per paura di se stessa, ha sempre una giustificazione senza smettere di cercare rassicurazione nell'amore dell'altro, che vive come fosse esilio.
    Questo racconto a lettera epistolare scopre nevralgie profonde della complessità dell'animo umano.
    Un abbraccio
    Giulia

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    1. Eh si, Giulia, è una storia dove manca il coraggio e vige il ricatto morale, così come spesso capita nella vita.
      Uno strano triangolo, questo, in qualche modo moralmente perverso, che cerca una giustificazione (ma è una falsa giustificazione) negli squilibri dei singoli interpreti, scudati dietro la malattia, la dipendenza e il ricatto.
      In questa storia epistolare c'è tutto questo, tranne l'amore (l'amore del cuore e quello dell'altruismo).
      I sentimenti, seppur ci sono, sono seppelliti sotto la mole delle personali esigenze, nessuno dei protagonisti è disposto davvero a rischiare e, in quello che Jane chiama coscienza si nasconde forse solo paura ed insicurezza.
      L'amore da solo non sempre basta a rimetterci in gioco, perchè come scrivi tu, con questo bellissimo incipit del tuo commento
      "nessuno alla fine ha il coraggio di rivoltarsi il cuore a mani nude per la necessità di sapere cosa lo sostiene da dietro".
      Alla fine è una storia triste.

      Grazie Giulia
      Ricambio l'abbraccio
      A presto

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    1. La cosa più difficile del mondo e quella a cui maggiormente ci ostiniamo!
      Salut, Antoine
      à bientôt

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  4. sempre profondamente intensa da lasciare sempre il segno...
    Altraepoca

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    1. Ma che piacere e che sorpresa ritrovarti di nuovo, carissima amica!
      Come stai?
      Mi fa immensmente piacere questo tuo passaggio che mi riporta indietro nel tempo, ai miei inizi in Blogosphere.
      Bello davvero ritrovarti.
      Un bacio grande ed un abbraccio sincero
      A presto
      Marilena

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