Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 15 aprile 2012

Gothica

 L'abitudine di respirare...un'abitudine che non si dismette facilmente e che, nonostante la disperazione esistenziale, mi mantiene attaccata alla vita.

E l'ossessione di essere tumulata ancora viva.
Ma so che quando la morte arriverà io non sarò in grado di contrastarla, e me ne andrò via con quest'ultima tremenda paura.
Sarà una morte solitaria.
Eppure, nonostante questa consapevolezza, quando avverrà sono certa che ne rimarrò ugualmente stupita ed amareggiata.

Possiamo camuffare la nostra vita ma non la nostra morte, perché questa è la fine di ogni mascheramento.
La morte è definitiva, così come lo è la vecchiaia, che prolifera endemica ed impietosa sotto la superficie di noi stessi.
La vecchiaia è la piccola morte progressiva.
E' una larva vorace che scava solchi nella pelle e si nutre di carne viva e pallido sangue.

Quella larva è ben visibile allo specchio e, coprirlo con un drappo donerà solo momentaneo sollievo, come quando si chiude una tenda su un paesaggio devastato.
Si può fingere che dietro i tendaggi non ci sia nulla di spiacevole, così come si può provare a rimuovere l'orrore raccontato dagli specchi, ma questo non arresterà la sua progressione inalterabile, al di là del vetro e dentro lo specchio.

Nello specchio ho visto la larva attaccata al mio viso.
Ho sentito il suo cuore pavido battere sopra il mio occhio sinistro.
Genererà altre larve o basterà solo quell'unica alla devastazione?

Rifletto a voce alta aspettando una risposta che riecheggi nella stanza vuota.
Forse, più correttamente, dovrei scrivere "dalla stanza vuota".

Le piogge ed i venti notturni s'accompagnano a rumori felpati ed insidiosi che il silenzio della stanza esalta, ed acuisce, con eco distorta, mentre i fantasmi graffiano le pareti in perpendicolare, ed il loro respiro gonfia le tende e smorza le stelle.

6 commenti:

  1. Ho sempre considerato la vecchiaia la peggior malattia dell'uomo. E cerco di combatterla ...ogni giorno, perché lei incalza e non perdona nessuno.
    La morte, poi, sarà che siamo sorelle, ma credo che anche molti altri, temano d'esser sepolti ancor in vita.
    E nella morte ognuno di noi dovrebbe aver accanto un amico, una persona che ci vuole bene, che ci tenga la mano, aiutandoci così a lasciarci andare!
    Un bacio sorella, perché i tuoi tetri pensieri svaniscano e senta dall'altra stanza la mia voce che t'esorta a vivere!

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    1. Più che la morte è la vecchiaia quella che fa più paura, con tutti gli scompensi che comporta.
      La vedo come un affronto davanti alla quale si è assolutamente impotenti e, molte volte, impreparati.
      Non rappresenta solo la perdita della bellezza o della giovinezza ma, troppo spesso significa, almeno nella nostra epoca, emarginazione e solitudine.
      Grazie del commento, Eli.
      Un bacio

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  2. A volte non la pensiamo, ci sembra lontanissima, a volte invece è lì proprio accanto a noi, ci osserva silenziosa, ma sappiamo cosa sta dicendoci. Probabilmente è necessaria, o vivremmo senza la gioia del momento, solo una continua sequenza di momenti senza interesse , senza emozione, senza passione. Perchè è il soffrire che ci fa desiderare ed apprezzare la felicità. Chissà se essa è un cancello socchiuso .....
    Un bacio carissima, che anche se sembra impossibile, alle notti di tempesta segue un alba di sole luminoso. Ti voglio bene

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    1. Forse, la morte, è solo un cancello socchiuso ma, questo, non ci è dato saperlo e così rimane un mistero intorno al quale imbastire speranze e costruire racconti.
      La morte la raffiguro intrisa delle inquietanti atmosfere gotiche dei racconti di Poe, mix di crudeltà e mistero.
      Ma lei, la nera signora, mi spaventa molto meno della vecchiaia.
      Un bacio
      Tvb anch'io
      P.S. - L'alba che sorge dopo una notte di burrasca è sicuramente la più luminosa

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  3. Cara Marilena
    sei sempre graffiante e incisiva diretta al succo delle cose, io credo che nelle rughe e nelle occhiaie ci sia vita, non morte, perché é lì che sedimenta il tempo e che le esperienze lasciano le proprie tracce.
    Mentre negli specchi nebbiosi appaiono nuove magie e alchimie, mentre le ossa non so dire se sono di noce o gesso ma sento i nervi ritirarsi e fare ogni tanto un verso stridulo da riccio in bocca a un cane.
    Per la morte nessuna certezza, ma in fondo è il dubbio a sorreggere la sete di vivere fino in fondo, no?
    Un abbraccio
    Giulia

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    1. Ho una visione pessimistica della vecchiaia e, questa, molto mi spaventa.
      Ma penso anche che, da una parte, questa paura sia anche molto umana.
      Non sono una fan del botulino, nè dei rifacimenti estetici che generano mostruosità peggiori di un cattivo invecchiamento, consapevole anche che qualche ruga dà prestigio ma, ciò non toglie di sentirsi a volte smarriti davanti agli specchi.
      Alla fine, ovviamente, si è costretti ad accettare tutto, la vecchiaia e la prospettiva della morte, ed ognuno lo fà col proprio sentire e nell'età del proprio presente.
      Non credo neppure che la vecchiaia porti necessariamente la saggezza così come ebbe a scrivere Sainte-Beuve:
      in certi punti c'induriamo, in altri infradiciamo, non maturiamo mai.
      Concordo, però, che la mia è una visione estremamente pessimistica.
      Grazie Giulia di questo tuo interesante commento e BENTORNATA!
      Un bacio

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