Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

martedì 25 ottobre 2011

La strega Elvira, la fata Costanza e i capricci dell'innamoramento non convenzionale (capitolo 10)


UNA MINUSCOLA TRACCIA D'AMORE
Madame era riapparsa d'improvviso, e solo brevemente, il tempo necessario per gettare di nuovo nelle ambasce dell'abbandono il Portoghese. Notte travolgente in cui la bellissima signora aveva dato il meglio di sé in un lussurioso festino, appassionato e crudele, come era nel suo stile.
Quando lui all'alba s'era destato, frastornato ed eccitato, interamente pervaso dal profumo amaro di Madame, lei non c'era già più.
A ricordo della notte appena trascorsa giaceva, dimenticata sul cuscino, la mascherina nera con la quale lei aveva messo in scena la sua lussuriosa performance, mentre la sua firma d'autrice, o meglio, la marchiatura del suo possesso, si evidenziava sul corpo del Portoghese, dal torace alle parti più intime, nelle impronte delle sue unghie, simili a falci di luna scalfite sulla pelle.

J'aurai peut-être encore besoin de vous.
À bientôt
M

Lesse e rilesse più volte, con fervore esaltato, questo laconico messaggio.
Era la prima volta che Madame gli lasciava qualcosa di scritto, elargendogli la fortuna di custodirlo nelle sue mani, e di poter imparare a memoria le volute di ogni lettera, gli spazi, la punteggiatura, gli accenti, e di poterlo persino immaginare pronunciato dalla voce di lei.
Aveva fantasticato l'intera mattinata su quel breve rigo, analizzando l'ipotesi psicologica di  reconditi subliminali messaggi d'amore, ecco, d'amore, una parola che una donna orgogliosa come Madame non avrebbe mai pronunciato.

J'aurai peut-être encore besoin de vous.
À bientôt
M

"Avrò ancora bisogno di voi", aveva scritto nel biglietto, e questo faceva ben sperare dal momento che lei gli aveva confidato, durante il loro primo incontro, la facilità con cui le persone le venivano a noia.
"Avrò ancora bisogno di voi": questa frase sembrava quasi contenere una minuscola traccia d'amore.
La mascherina nera e quel foglio di carta, finalmente decifrato nel suo giusto significato e che avrebbe gelosamente custodito come una mappa del tesoro, andarono ad arricchire il bottino del suo forziere di pirata.

CONFIDENZE  E DICHIARAZIONI
Portoghese - Mi trovate ridicolo? -
Costanza - Certo che no -
Portoghese - Lei mi ha in pugno -
Costanza - Talvolta è il destino di chi è innamorato -
Portoghese - Ma lei non mi ama -
Costanza - Non serve essere in due per aver diritto all'amore -
Portoghese - E voi? -
Costanza - Io sono innamorata di voi -
Portoghese - Ma io non vi amo nello stesso modo in cui voi amate me -
Costanza - In qualunque modo mi amate a me sta bene -
Portoghese - Meritereste di più -
Costanza - Forse -
Portoghese - E di questo foglio, di questo suo scritto, cosa ne pensate? -
Costanza - Ha bisogno di voi -
Portoghese - Ma non specifica come, né quando e neppure perché -
Costanza - Ha bisogno di voi, dovrebbe bastarvi. A me sarebbe sufficiente.
Portoghese - Siete incredibile, ed io sono pazzo-
Costanza - Pazzo, ma non noioso. Per questo siete ancora il suo favorito -
Portoghese - Non ambisco ad essere il favorito, ma l'unico -
Costanza - E' questo l'errore in cui s'incappa nelle questioni d'amore: essere il numero uno, il numero unico. Io so di non esserlo per voi, eppure son qui, cheto la vostra disperazione, vi consolo, v'induco alla positività. E' il mio modo d'amarvi, scevro  dall'amarezza  di un numero primo -
Portoghese - Vi state facendo beffe di me -
Costanza - Sono assolutamente sincera -
Portoghese - Io non potrò mai amarvi come amo lei -
Costanza - Io non ve l'ho chiesto, né lo vorrei. Io non sono lei, sono altro ancora. Almeno questo riconoscetemelo -
Portoghese - Siete bellissima e state sprecando tempo con me, potreste avere legioni di spasimanti pronti per voi a qualunque follia -
Costanza - Avete ragione quando dite che ho schiere d'innamorati pronti a far follie, ma torto quando affermate che sto sprecando il mio tempo -
Portoghese - Quindi anche voi inseguite la follia?-
Costanza - La mia follia siete voi -
Portoghese - E i vostri amanti?-
Costanza - Ognuno di loro ambisce ad essere per me il numero uno, il numero unico, allo stesso modo in cui voi aspirate ad esserlo per lei. Nulla di nuovo sotto il sole, amico mio. Come vedete siete in buona compagnia!-
Portoghese - Di nuovo vi burlate di me -
Costanza - Attento, Monsieur, quando vi compiangete diventate noioso e lei, come sappiamo, non sopporta la noia e, a dire il vero, neppure io. Ma io vi amo e sono disposta a fare un'eccezione...purché non diventi la regola. Monsieur, avete il  mio permesso di amarmi anche senza amore

lunedì 24 ottobre 2011

La strega Elvira, la fata Costanza e i capricci dell'innamoramento non convenzionale (capitolo 9)


"Sola non cura il mio triste languire,
e sola il può curar; chè solo a lei
il mio viver è in mano e il mio morire."
(Matteo Maria Boiardo - Amorum libri tres)

UNA DONNA FUORI DAL COMUNE.
Quanto Madame per sua natura era arrogantemente portata a celare, tanto, invece, la biondina sfacciatamente amava esibire.
Si era data a lui senza infingimenti, con un entusiasmo univoco, senza esigere promesse né appellarsi agli emendamenti dell'amore.
 Neppure aveva mai chiesto chi fosse l'altra, quella di cui lui farneticava e della quale nel sonno mormorava il nome.
Cancellare quel nome dalla sua memoria sarebbe stato per lei facile, un gioco di magia elementare, ma le amnesie, gli stordimenti e i filtri, erano strategie vietate in quella particolare disputa.
Ovviamente, Costanza, era ben dentro la storia dell'altra, della quale una notte era stata alleata e complice in un sessualissimo menagè a trois, e in quello stesso letto, non solo ne conosceva il nome ma l'aveva vista in azione e da subito aveva capito che si sarebbe dovuta confrontare con un'avversaria assolutamente da non sottovalutare.
Elvira, il suo talento, lo aveva da subito esibito: era stata sublime nel rendere schiavo un uomo che nella vita era nato padrone e altro ruolo mai aveva rivestito, riducendolo in catene ai suoi piedi di amante distratta, indifferente, capricciosa.

Arduo, se non impossibile, è ora il compito della fata Costanza, che è quello di scalzare la strega dal cuore e dai sensi del Portoghese, essendosi inoltre impegnata a non trasgredire alle regole prestabilite in base alle quali, in questa particolare sfida, avrebbe vinto la più arguta e non la più tecnologica.
La biondina dagli occhi turchini ha valutato che non le conviene stimolare un qualsiasi confronto sia pur indiretto con Madame, da cui sicuramente ne uscirebbe perdente, perché ora che lui ha conosciuto la disperazione dell'amore non corrisposto si renderà inaccessibile a qualsiasi altra possibilità che possa comportare un rischio simile.
Nella strategia psicologica che Costanza va elaborando, Madame non deve essere oscurata ma, al contrario, fatta risplendere

Il Portoghese è un guerriero senza più corazza, sà di esser nudo e vulnerabile, sà di aver ceduto la sua inalterabilità ad una donna e, ancor di più, è cosciente della visibilità del suo stato emotivo.
Ha permesso ad una femmina di violarlo, non darà a nessun'altra la possibilità di ripetere l'evento.
Ma ha pur bisogno di convincere se stesso prima ancora che il mondo, che quella riuscitissima profanazione non è stata opera di una cacciatrice raminga, un'avventuriera solitaria, una sua pari ma, piuttosto, di una donna fuori dal comune, perchè a nessun'altra sarebbe riuscita una simile impresa.
Forse una dea.
Forse una strega.

LA STRATEGIA DI COSTANZA
La biondina dagli occhi turchini aveva letto quel pensiero nascosto che la confortava sulla saggezza della strategia che andava programmando: Madame non deve essere oscurata ma, al contrario, fatta risplendere.
Se lui voleva credere, per orgoglio personale, che quello fosse amore, che lo credesse pure, lei non l'avrebbe dissuaso anzi, con forza lo avrebbe sostenuto nel suo convincimento.
Quello di cui nel caso specifico abbisognava al Portoghese, non era un sinonimo di Madame né un suo contrario, ma piuttosto una complice che lo supportasse in quella sua menzogna consolatoria, testimoniandola vera, esaltandola all'occorrenza, per trasformare il guerriero violato in un eroe straordinario e drammatico.

Orgoglio ferito, virilità offesa, sentimenti calpestati...niente di tutta questa disperazione sarebbe mai trapelata dal confessionale privato di Costanza che, fedele a quella sua iniziale promessa di cogliere il suo penultimo respiro, in anticipo lo avrebbe fatto sentire assolto da tutti i futuri peccati.

venerdì 21 ottobre 2011

La strega Elvira, la fata Costanza e i capricci dell'innamoramento non convenzionale (capitolo 8)


IL PENULTIMO RESPIRO
 Ho voglia di baciarvi perchè l'amore vi sta uccidendo e vorrei essere io quella che coglierà il vostro ultimo respiro -
- Non me ne vogliate ma il mio ultimo respiro sarà solo per lei, per la donna che amo -
-  Allora coglierò il penultimo -
E lo bacia sussurrandogli: vi prometto che sarà un lungo, eccitante, penultimo respiro.
E' un giuramento che la biondina pronuncia con voce seria e nel suo accento straniero che confonde le vocali, cosicché il Portoghese se ne intenerisce e con un dito sfiora quelle labbra che si sono posate, un attimo prima, sulle sue.
Lei dischiude la bocca e a lui pare un istinto innocente quella punta di lingua che risponde alla carezza del suo dito, che lui non sottrae e lei non rifiuta, ma che complice morde, solletica e lusinga.
Lo eccita, trascinandolo nella lussuria di un gioco privato sfacciatamente esibito nello splendore delle luci del bistrot affollato.

IL FATTORE X
Il Portoghese non era un novellino da iniziare alle pratiche del sesso che, nella sua burrascosa carriera di dongiovanni ne aveva viste e fatte ed escogitate, anche d'inedite.
Ma puntando arrogantemente solo su stesso, estimandosi numero uno, anzi numero unico, non aveva tenuto in alcun conto che nel calcolo delle probabilità ci potessero essere altri, seppur remoti, numeri uno e numeri unici.
In barba a tutti i suoi diabolici calcoli matematici, riguardanti la teoria delle possibilità, erano saltati tutti gli algoritmi, cosicchè la casualità si era tramutata in necessità (Elvira) e la necessità aveva generato una nuova casualità (Costanza) che aspirava ad evolversi, in necessità.
Lui rappresentava il fattore X, quello di collegamento, l'innesco della miccia che, senza le dovute accortezze (ed è evidente che egli le ha abbondantemente eluse per via di quella sua eccessiva sicumera) ora rischiava di esplodergli in mano.

NUMERO UNO. NUMERO UNICO
Madame gli aveva rubato l'anima e lo aveva reso assolutamente vulnerabile, follemente innamorato e completamente dipendente da lei.
In questa fase esistenziale, e per lui  nuova, alla stregua di un adolescente inesperto sulla sintomatologia del male che lo stava divorando, si era barricato nella solitaria trappola delle introspezioni, laddove gemmano i sofismi filosofici e dilaga l'ermetismo poetico (materia, quest'ultima, a lui del tutto sconosciuta).
Non era la sua una gelosia di tipo convenzionale, (la disperazione d'immaginare Madame nuda tra le braccia di un altro) ma, piuttosto, la certezza dell'impossibilità di poterla davvero possedere.
Avrebbe accettato, senza alcuna amarezza, l'ipotesi di Madame amante di un altro uomo, o di tutti i maschi del pianeta, a patto che a lui fosse riconosciuto il ruolo di referente prescelto per una correità quasi consanguinea.
Quasi incestuosa.
Ma lui, numero uno, anzi, numero unico, era invece parimenti trattato alla stessa stregua di tutti gli zero, adoratori di Madame.

martedì 18 ottobre 2011

La strega Elvira, la fata Costanza e i capricci dell'innamoramento non convenzionale (capitolo 7)


 MAI PRIMA
...quando aveva varcato la soglia del bistrot gli era sembrato che lei lo stesse aspettando.
La biondina dagli occhi turchini gli sorrideva e con un cenno della mano, lo invitava al suo tavolo.
Era molto bella...ma non era Madame.
Sono davvero perso.
Pensò, immaginandosi come in quel momento appariva, impalato davanti alla porta, un intralcio con l'espressione stralunata.
Eppure c'era stato un tempo, neppure troppo remoto, in cui egli stesso avrebbe, in tale circostanza, sollecitato il gioco, rallentando o accelerando i tempi della recita, per rendere più eccitante ciò che gli sembrava fin troppo facile ottenere.
Ma tutto questo apparteneva al tempo prima di Madame.
Perchè lei lo aveva irretito col miele scuro del suo ventre e stordito col suo buio profumo, reso schiavo delle sue voglie e delle sue negazioni, completamente dipendente da lei.
Mai prima aveva vissuto così intensamente una donna.
Mai prima era appartenuto davvero a qualcuna.
E questo gli faceva dolere la pelle, ardere il sesso, vivere in continuo stato d'allerta emotiva.
Ma non bastava, ancor di più avrebbe voluto essere un dito, un dente, un lobo, un capezzolo di Madame, per essere parte viva di lei, e non gli sarebbe importato se quel dito, quel dente, quel lobo o quel capezzolo, avrebbero eccitato un altro uomo.
Lui ambiva ad appartenerle completamente.

UN UOMO SENZA  PIU' MISTERO
La biondina dallo sguardo turchino era così diversa da Madame, come il giorno dalla notte.
Lei sembrava fatta di luce quanto l'altra era permeata di tenebra.
J'ai envie de vous embrasser.

Era uscito dalle sue labbra naturale come un respiro: né richiesta, né proposta, ma desiderio.
J'ai envie de vous embrasser.
Perchè?
Era la prima volta che chiedeva il perché ad una donna che volesse baciarlo.

Ho voglia di baciarvi perchè l'amore vi sta uccidendo e vorrei essere io quella che coglierà il vostro ultimo respiro.
Così aveva risposto lei, seria, a quella sua domanda
Dunque il seduttore di un tempo era diventato, per colpa di Madame, un uomo senza più  mistero, facilmente abbordabile in un caffè da una biondina graziosa e molto perspicace che gli si proponeva come officiante per quell'ultimo atto: colei che coglierà ultimo respiro dalle sue labbra.
Un tempo, prima di Madame, era lui che coglieva, che disarmava, che costringeva alla resa per poi darsi alla fuga, lasciandosi dietro tumulti di sospiri, temporali di lacrime e l'inconsolabile disperazione di tutte le donne che aveva, nei suoi banditeschi approcci, reso vedove prima ancora della promessa di nozze.

Ma ora ecco che questa biondina, dagli occhi turchini e la bocca di monella, schiettamente gli palesa  la realtà evidente di ciò che egli è diventato: un agonizzante.

venerdì 14 ottobre 2011

La strega Elvira, la fata Costanza e i capricci dell'innamoramento non convenzionale (capitolo 6)


Non esistono due mondi separati, due realtà diverse, un mondo normale e uno paranormale...esiste un  mondo unico, che si può "guardare" o "vedere" (Carlos Castaneda)

TRACCE DI MADAME
E nel mondo di Madame, al Portoghese, non era concesso guardare neppure da uno spiraglio di serratura.
Aveva iniziato a vivere rattrappito in se stesso, disperato ed insicuro, in una sorta di sonnambulismo esistenziale, cosicchè passava il tempo nell'attesa dei suoi ritorni pur senza averne mai la concreta certezza.
Nei brevi attimi di lucidità materializzava visivamente, e con chiarezza di particolari, la rete nella quale l'allure nero di Madame lo teneva prigioniero, dove neppure osava dibattersi per timore di recidere quella corda sottile che lo univa a lei.
Non anelava la fuga ma piuttosto ad essere divorato dalla meravigliosa creatura, diventarne parte e palpitare all'unisono con i battiti del suo cuore.
Un filo si seta del suo scialle, una forcina, un guanto dimenticato, un bracciale usato come anello di catena: le scarne tracce dell'esistenza di Madame, feticci che lui gelosamente custodiva come reliquie del bottino proibito di un pirata.

RIVELAZIONI DELLA PRESENZA DI COSTANZA
Seduto al solito tavolino del solito bistrot, il Portoghese fumava una sigaretta dopo l'altra guardando fisso davanti a sè con lo sguardo introverso e cattivo degli ossessionati.
Madame non era ancora tornata, un'attesa lunga più delle altre che lo stava crudelmente dilaniando.
Gli occhi spenti, le occhiaie scure, la barba incolta: somigliava ad un naufrago disgraziato che era stato salvato suo malgrado, trascinato dalla forza del mare e scaraventato, al sicuro, sulla battigia, quando invece volentieri avrebbe preferito perire risucchiato dagli abissi piuttosto che sopravvivere senza Madame.
Abbandonato dalla sua musa e rinnegato perfino dalla nera signora, senza nemmeno quell'ultima sigaretta a cui ogni condannato ha pur diritto, malediceva quel Dio sadico che lo aveva risparmiato solo per farsi beffe di lui e che, dal profondo degli abissi,  ne era certo, lo stava beffardamente irridendo.

Ma ecco che da quel mare malvagio emerge Costanza, scintillante sirena dagli occhi di pervinca e la bocca di monella, che gli offre la sigaretta che tiene tra le labbra.
Et' la dernière, monsieur, mais volentieri je la divise avec vous.
La marcata pleofonia con cui pronuncia le vocali rivela la sua origine slava.
Il Portoghese non la degna d'uno sguardo, né s'avvede della sensualità di quell'offerta che profuma di bocca di donna, mentre ne aspira il fumo con avide boccate, allo stesso modo di un condannato alla forca che respira la sua ultima aria.

COINCIDENZE
Quanto dista l'isola del naufragio dal bistrot parigino dove ha incontrato la donna più bella, e più crudele, del mondo?
Coincidenze strane e beffarde spesso regolano la nostra esistenza, come in questo caso specifico dove la sigaretta rappresenta il fattore comune.
La prima volta che aveva visto Madame, lei fumava annoiata aspirando da un eccentrico bocchino d'ebano, ora la storia si stava ripetendo con quella sconosciuta, probabilmente una slava, emersa dalle penombre del suo delirio ad offrirgli la sua ultima sigaretta affinchè lui potesse calmare, sia pur solo per un breve momento, il dilaniamento dell'astinenza.
Astinenza da Madame, che da giorni era sparita non curandosi affatto di lui né del deliquio al quale stava soccombendo.

PER IL NAUFRAGO ESISTE SOLO UN MONDO UNICO
Ed ecco che nella storia è apparsa quest'altra donna, Costanza, che abbiamo stabilito essere di origine slava e che nonostante il Portoghese abbia trattato con indifferenza e rozza scortesia, si è seduta al suo stesso tavolo, esattamente come aveva fatto Madame

Nello scompiglio della spiaggia, il naufrago scorge il forziere delle reliquie proibite, profanato dei suoi tesori.
Come un folle setaccia furioso la sabbia, granello per granello, nella ricerca impossibile di quel filo di seta o della forcina, sfuggiti alla razzia del Dio delle burrasche.
Al naufrago, intento nella sua certosina quanto impossibile ricerca, gli sembra di cogliere nel lamento del vento, che pur va ora chetandosi, acciottolio di vasellame e tintinnio di bicchieri, e la voce della donna che gli siede accanto.
Ma non c'è, in quel sussurro di vento, il seducente, imperativo, richiamo di Madame.

sabato 8 ottobre 2011

La strega Elvira, la fata Costanza e i capricci dell'innamoramento non convenzionale (capitolo 5)


TEORIA DELLE PROBABILITA' - PROBABILISMO ONTICO
Il probabilismo ontico è una teoria ontologica in base alla quale ciò che è necessario rappresenta il massimo delle probabilità e ciò che è casuale il minimo delle probabilità. L'alternanza dialettica necessità/caso si dà quindi in una scala astratta, ma matematicamente controllabile per approssimazione caso per caso con adeguati algoritmi, dove la casualità è l'estrema improbabilità e la necessità l' estrema probabilità.
(da Wikipedia)

LIAISON D'AMOUR
Nel capitolo precedente abbiamo appurato che l'affascinante Portoghese, avventuriero in perenne fuga, è in realtà un matematico, mentre negli abiti seducenti della sensualissima Madame si cela la strega Elvira.
Nessuno è ciò che appare.
Converrebbe, al nostro matematico, prima di un suo maggior coinvolgimento, fornirsi di un buon testo filosofico e ristabilire la differenza tra ontico ed ontologico e, su questa rilettura analizzare al lume di quella logica matematica, che pur non dovrebbe difettargli, la sequenza degli eventi fin qui accaduti, partendo dalla teoria delle probabilità dove, in sunto, si chiosa che ai due estremi della scala matematica troviamo la casualità come fattore dell'improbabilità e la necessità, invece, quale fattore della probabilità.
Ma la divina visione di Madame in guepiere di pizzo nero e l'attimo dopo vestita solo di aggressivi sospiri, gli impedì qualsiasi salvifica valutazione: l'indifeso ontico, armato solo della spada del suo pene, si stava consegnando, nudo e consenziente, alla meravigliosa creatura ontologica.
Che deliziosa tortura può essere l'amore: più Madame esigeva più lui era disposto a dare.
Lei aveva stravolto ogni regola ed ora lui non voleva più fuggire.
L'avrebbe rincorsa, se fosse stato necessario, in capo al mondo, ululando in ginocchio il suo nome, semmai l'avesse conosciuto, che neppure quel privilegio lei gli aveva concesso.
Madame e le sue voglie, stravaganti, lussuriose, eccitanti.
Nessuna, come lei, aveva saputo ingolosirlo.
Nessuna, come lei, aveva saputo nutrirlo negandogli il cibo.
Arrivava dopo giorni di assenza, e  per lui di dannazione, preannunciata dalla scia amara del suo profumo.
Monsieur, j'ai besoin de vous.
Null'altro.
Ma questo gli bastava per tornare a vivere.


L'INCOGNITA
Eppure la meravigliosa creatura ontologica sarebbe riuscita a travolgere, con la potenza seducente del suo buio allure, tutti gli algoritmi sui quali fino ad allora il Portoghese aveva basato la sua teoria delle probabilità, se non fosse cinicamente accorsa in aiuto della ormai traballante ragione dell'umiliato, disperato ontico, quell'incognita che tutte le tesi possibiliste contemplano come futile ma destabilizzante, matematicamente non controllabile perché finalizzata solo all'ipotesi di se stessa: Costanza.

venerdì 7 ottobre 2011

Maledizione stregonesca contro i plagiatori

Maledizione stregonesca contro i plagiatori:
Che ogni virgola e punto da te copiato si trasformi, per proprietà della magia, in pustola, verruca, varice e schifosa piaga.
Che tu perda per ogni frase, paragrafo, capitolo usurpato, tutti i denti ed i capelli, affinchè visibilmente riacquisti la tua forma originaria che è quella glabra, e stolida, di zucca.
Che la tua voce non abbia più suono, ma indecifrabili stridii e gracidii, cosicchè il prossimo rifugga dall'eco molesto che dalla tua gola scaturisce.
Che tu appaia con le sembianze di mostro a due teste e con la molle lingua fuoriuscente, biforcuta e nera, come quella di un viscido rettile.
Che il tuo amante si allontani da te disgustato dall'alito fetido che dalla tua bocca costantemente emanerà.
Che nulla si avveri di ciò che ardentemente anela il tuo pensiero reso balbuziente, nel cui farfugliamento si scombinino le parole e accada esattamente quel funesto contrario che tu tanto paventi.
 Che tu viva asservito al volere altrui dal momento che il tuo agire è stato quello di servirti degli altri per magnificarti, sulle fondamenta da altri gettate, erigendoti statua di te stesso.
Che tu possa così trasformarti in un marmoreo, triste busto, che dimora in un cortile senza fioritura, muto e solitario, in un eterno inverno e nell'indifferenza del mondo.
Così è stabilito.
Così sia.
Amaranta La Strega

martedì 4 ottobre 2011

Blogger uniti contro la censura del governo

Probabilmente oggi stesso ricomincerà il dibattito parlamentare sul disegno di legge in materia di riforma delle intercettazioni, disegno di legge che introdurrebbe, una volta approvato, numerose modifiche al nostro ordinamento lungo tre direttrici: limitazioni alla utilizzabilità dello strumento delle intercettazioni da parte dei magistrati; divieto di pubblicazione di atti di indagine per i giornalisti, anche se si tratta di atti non più coperti da segreto; estensione di parte della normativa sulla stampa all’intera rete.
Cerchiamo di chiarire sinteticamente i dubbi espressi in materia.

Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito "comma ammazza-blog"?

Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Che cos'è la rettifica?

La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?

La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?

La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.


Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?

E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.


Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?

La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?

Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.
 
Estrapolato da:
http://www.valigiablu.it/doc/538/comma-ammazzablog-post-dedicato-a-gasparri-c.htm

Uniti contro la censura in rete

lunedì 3 ottobre 2011

La strega Elvira, la fata Costanza e i capricci dell'innamoramento non convenzionale (capitolo 4)


L'AMANTE ONIRICA
Il Portoghese si era svegliato che il sole era già alto, con i muscoli piacevolmente indolenziti come accade dopo una intensa notte di sesso, seppur sesso non c'era stato se non nell'eccitante sogno notturno dal quale si era destato con un appetito da lupo, una erezione spettacolare, ed una predisposizione benevola verso l'universo intero, in particolare quello femminile.
Magnifico sogno da sembrar vero, che le coltri erano tutte in subbuglio come dopo un'appassionata lotta amorosa, mentre i suoi sensi ancora vibravano deliziati dalle reminiscenze dell'eccitazione onirica.
Di quel sogno, però, non ricordava nulla della musa che lo aveva ispirato, che sempre la rivedeva sfumata nella controluce o nella penombra.
Ma di quei particolari superflui, quali il colore degli occhi o quello dei capelli, poteva farne a meno perché, pur non ricordando i suoi tratti la immaginava bellissima ed esperta più di ogni altra, se quel suo ricordo, pure anche incompleto, aveva avuto il potere di provocargli quel piacevole inturgidimento.
Sentiva la fame dello stomaco.
E quella dei testicoli.
Avrebbe quietato la prima in attesa di placare l'altra.

Seduto al suo tavolo preferito, con davanti una coppa di vino bianco, la sigaretta che ardeva dimenticata, il taccuino aperto su una pagina bianca, che prevedeva tale sarebbe rimasta, che quel giorno numeri e teoremi sarebbero stati soppiantati da...cosa? s' interrogava il Portoghese stupito dalla domanda e da quel suo io inedito che la poneva.
Quell'interrogativo lo perseguitava fin dal risveglio predisponendolo all'incertezza di un'attesa per lui inusuale, avvezzo a fomentare gli eventi della vita piuttosto che attendere accadessero.
Sto invecchiando.
Concluse, commiserandosi divertito.

MADAME
Da dove si era materializzata la meravigliosa femmina seduta al tavolo accanto?
Il Portoghese era certo che fino ad un attimo prima non c'era, gli sembrava impossibile non averla notata, vestita di nero e di perle, fumava annoiata aspirando da un lungo bocchino d'ebano.
Affascinato non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sensualità delle sue gambe accavallate e dalla provocazione del bocchino tra le labbra.

Ed ecco che lei si alza e viene a sedersi al suo stesso tavolo
- A questa distanza potrete osservarmi con più agio -
Gli sorride con la bocca ma lo sguardo è impenetrabile, gli occhi sono così scuri da non aver riflesso.
-  Siete stato l'unico a non avermi notato subito, e questo mi ha disturbata ma anche incuriosita. Non mi sorprende che mi si guardi troppo ma che non mi si guardi affatto. La vostra imperdonabile distrazione mi ha colpito. Vi confesso che non mi era mai capitato prima -
- Davvero imperdonabile, e per me stesso inspiegabile questa distrazione Madame, perché siete la donna più bella che abbia mai incontrato -
- Siete perdonato, almeno per il momento -
- Permettete che mi presenti -
- Non m'interessa il vostro nome nè io intendo dirvi il mio. Se qualcuno attrae la mia attenzione non chiedo altro che possa continuare a piacermi, almeno per un pò, dal momento che ho il vezzo di annoiarmi facilmente, e voi, Monsieur, mi piacete -

Lo sguardo di lei si posa sulla pagina bianca del taccuino.
- Vous êtes donc un mathématicien -
- Confesso il mio interesse per questa scienza, e voi dovete essere una strega per averlo indovinato da una pagina bianca!-
- Il vostro taccuino è troppo piccolo per appunti letterari ma sufficiente per la trascrizione di numeri e formule: una deduzione elementare -
- Anche voi siete del campo? -
- Mi occupo di formule, ma di un genere diverso -
 La luce scura degli occhi s'è fatta più nera.
Ma la bocca sorride maliziosa.