Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 7 novembre 2010

Finestre

Oltre la siepe splende la luna che non è astro ma solo luce di una finestra che rifulge nel buio come cristallo di specchio, richiamo, promessa, smania d' attesa per lui che non dorme ma aspetta che lei accenda la sua di finestra per dar cuore alla notte e scuoter la brama di chi non ha un nome ma solo un contorno, un'ombra nel vetro che aspetta paziente e più è lunga l'attesa più cresce la voglia e allora rallenta quel tanto che basta, quel tanto che serve, per rinnovare l'urgenza della sua luce che tarda  perché stanotte c'è luna e non serve altra fiamma a rivelare quei gesti che la sua ombra s'inventa per dare il piacere a chi non ha corpo ma solo pupille, affinché lei copra il buio con un lenzuolo notturno ad avvolgere la siepe che li separa. Scioglie i capelli e li spazzola a lungo e poi li riavvolge in cima alla nuca a lasciar nudo il collo senz'altra catena che quella del laccio che incastona una perla, traslucida e bianca, come goccia di luna, la stessa che occhieggia, diafana e lontana, sul confine remoto della siepe comune. Dalla finestra la sua ombra la fissa, non distoglie lo sguardo neppure un momento, aspetta paziente che si sazi del gioco, un inganno da poco di donna annoiata che consapevole ignora quella luce sguaiata e prosegue la recita come attrice pagata per far godere chi guarda, senza essere visto, dietro una porta o una finestra. Attrice che simula una parte non sua con tutto il fervore di una novizia che vuol essere creduta esperta davvero, e sembra una bimba che gioca alla donna ma è una donna che inganna in un gioco di bimba. E lo fa con tal grazia e naturale scioltezza che tu lo diresti che è il suo mestiere, che lei è davvero quello che mostra e che la realtà è quella del vetro e della perla di luce che risplende pallida sul nudo del collo ed ora dilaga sui seni sbocciati dalla sottana. E quando nuda si offre dietro il vetro appannato senz'altra insidia che la sua voglia svelata, la luce sfiamma dall'altra finestra, cede il posto alla luna e alla luce di perla, asseconda nel buio il ruolo che lo riguarda, l'estremo del gioco che paziente ha agognato.
Spegne la luce perché lei non lo veda, che quella parte è solo la sua.
Non è rispetto alla nuda puttana ma a quel desiderio che solitario consuma.


10 commenti:

  1. Adoro la tua innata capacità di sintesi :)
    Ma è vero: un monologo di desiderio.
    Un bacio, Antoine
    E buon inizio settimana
    Marlene

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  2. Ciao Marilena,testo poetico che si legge molto bene e velocemente,complimenti al tuo magico estro.
    Un gioco intrigante per uno spettatore,un gioco a due con energie invisibili sprigionate dal bagliore di luna che complice influisce sulla mente di lei,ma lei è consapevole del potere femminile e gioca,ottimo il finale.
    Nella lettura ho ricevuto delle belle emozioni,grazie.
    Buona serata.
    Un bacio a te e uno al tuo magico estro.

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  3. Sai Amarantosa adoro le storie che si celano dietro una finestra, inelluttabile per chi ama quadri e cinema, sorta di voyeurismo artistico.
    E adoro l'idea di un'attesa paziente e desiderosa di un mistero da svelare lentamente.
    E Mia Escura la luce soffusa del tuo antro e
    è irresistibile per uno sguardo di gatta.

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  4. di fronte a me solo il mare...sotto certi punti di vista davvero un peccato. baci

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  5. Il potere della luna e quello della donna, assommati diventano una miscela esplosiva, nelle storie d'amore com in quelle di sesso.
    Un gioco seduttivo che qui, però, non ha un epilogo felice.
    La luna illumina due mondi solitari, uniti/divisi da una siepe e da una finestra.
    Due solitudini che nemmeno nel gioco sessuale sono destinate ad incontrarsi.
    Non c'è nemmeno la condivisione dell'epilogo sessuale quando la luce, nella finestra di lui, si spegne per un piacere solitario.
    In quella luce che si spegne c'è il disprezzo per la donna usata come mezzo per arrivare al piacere ma non degna di condividerlo fino alla fine: una visione maschilista del sesso.
    Un bacio, Massimo
    Marilena

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  6. Le storie dietro le finestre, Lucy, le amo anche io.
    Mi capita spesso di guardare dentro le case: cerco d'immaginare dai particolari che mi è dato vedere, le storie vissute dietro i vetri.
    Mi piace soprattutto di sera, quando ci sono le luci accese.
    La luce m'ispira il senso della famiglia, dei rumori, della vita, del calore.
    Cose di cui sento la mancanza quando rientro nel mio appartamento, il più dele volte, silenzioso e vuoto.
    E vado allora di fantasia.
    Ma le storie che si svolgono dietro le finestre, come questa che ho raccontato, non sempre sono belle.
    Non sempre sono giuste.
    I gatti e gli insonni possono ben confermarlo:
    Da Beirut a Roma :)
    Un bacio
    Marilena

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  7. Ma il mare, Ady, sa raccontare storie meravigliose di vita marina, di fondali e di abissi, di sirene e di tritoni e della luna che s'immerge per il bagno di mezzanotte e s'innamora di un giovane pescatore e......
    Anche il mare ha finestre :)
    Un bacio
    Marilena

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  8. Mi capita di tornare a casa con il buio, e le luci che provengono dalle finestre mi ispirano storie a seconda dell'alone che proiettano in strada.Ancora più fervida la mia fantasia quando piove.
    Questo Tuo racconto, che all'inizio sembra un gioco maliziosamente fanciullesco fra due adulti, alla fine sottolinea l'immensa solitudine della singola persona. Il gioco si rivela contorto, più spietato con lei. Perchè mi chiedo, ma so che spesso lo scrittore, in questo caso la scrittrice, ha sempre un certo chè di implacabile verso la donna.
    Anche se in questo caso è lei a condurre il gioco, lui ne diventa il protagonista principale spegnendo la luce per escluderla dal suo personale piacere.
    Lascia l'amaro, ma io amo i racconti che non hanno un lieto fine, perchè sono più reali.
    Un bacio Marilena

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  9. Oltre l'apparenza, Francesca, di un post "erotico" c'è la storia di una solitudine profonda dove nemmeno il sesso è carne ma solo immagine, ombra dietro i vetri.
    In effetti lei solo apparentemente conduce il gioco, in realtà è vittima della sua stessa seduzione.
    Ma c'è una differenza enorme tra i due protagonisti: per lei il sesso è stimolo reale, gioco da condividere fino in fondo e
    non importa se dietro un vetro e senza un contatto diretto, la cosa che conta è il coinvolgimento totale.
    Per lui, invece, il sesso è piacere egocentrico e solitario. L'ombra di donna dietro il vetro gli serve per arrivare da solo al suo piacere, alla stessa stregua di una foto sexy su una rivista o di una prostituta in vetrina.
    Non ha bisogno della donna ma degli stimoli che lei gli può dare.
    Assolutametne concordo con te sui lieto fine.
    Un bacio, Francesca, e grazie del tuo commento
    Marilena

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