Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 22 maggio 2010

A poche fermate dal capolinea

Continua a guardarmi le gambe, così le scavallo, cercando una posa più austera.
Dev'essere quel tipo d'uomo che ha la fissa delle caviglie perchè il suo sguardo si è avvinghiato alle mie come il cinturino di un sandalo.
Mi sento a disagio sotto quello sguardo impertinente e, come sempre accade quando provo imbarazzo, m'irrigidisco.
Unisco le gambe come una scolaretta sotto il banco, rimanendo immobile, concentrata sul libro che sto leggendo.
Lui ha visto la mia manovra ed intuito il mio disagio, così mi sorride di sghembo.
Ovviamente io rimango sulle mie, ignorandolo.
Ricaccio il naso nel libro, ma la trama mi sfugge perchè sento il suo sguardo intercettarmi mentre sfoglio la pagina o faccio un movimento.
Decido che ha un sorriso accattivante.
Decido che mi piace la fossetta sul suo mento.
Decido di smettere la farsa della lettrice.
Mi coinvolge molto di più la storia che sta accadendo al momento.
Chiudo il libro e metto gli occhiali da sole.
Ora sà che da dietro le lenti scure anch' io lo stò guardando.
Il suo sguardo scivola di nuovo, apertamente, sulle mie caviglie, soppesandone lo spessore e cercando d'intuire, attraverso le calze, la qualità dell'epidermide.
Provocatoriamente accavallo le gambe mettendo in evidenza le mie virtuose caviglie magnificamente esibite nelle strepitose decoltè di vernice rossa, da cui emergono lucide, ed insidiose, nel rivestimento sottile del nylon del collant.
Liscio le pieghe del vestito giocherellando con l'orlo che, distrattamente, faccio salire oltre la linea del ginocchio, ben consapevole del seducente contrasto del pallore naturale delle mie mani che accarezzano la seta nera dell'abito, maliziosamente indugiando sul lembo satinato delle gambe.
L'adoratore di caviglie dal sorriso accattivante, non riesce a distogliere lo sguardo dal fraseggio discreto, ed  al contempo impudico, del racconto delle mie dita.
Un racconto breve, senza un vero finale.
A poche fermate dal capolinea.

12 commenti:

  1. E si ci sono romanzi brevi, che però intrigano, e restano fissati in noi. Anche un vissuto di pochi momenti, ma chi sa perchè - chissà ? - ci restano impressi più di mille altre cose che si ripetono e ritornano nella nostra vita. Ci sono anche romanzi non finiti che ci lasciano quella curiosità, quel sapore strano in bocca, quel desiderio di sapere che cosa sarerebbe potuto succedere, sono terribili, restano lì e circolano, ineffabili, intrufolandosi di soppiatto nei nostri pensieri più nascosti. Non credo ci si sbarazzerà facilmente dell'adoratore di caviglie ......... miaaooooo stregatrice

    RispondiElimina
  2. Ciao Marilena,questo tuo scritto è molto bello e particolare,a tratti vedo la figura di questa donna molto sensuale.
    Mi piace tanto il tuo scritto,alle volte basta un particolare per scatenare un mare di sensazioni uniche,e in questo caso sono le caviglie amate da molti,come i piedi che io amo moltissimo delle donne,ma non tutti,solo un certo tipo di piede,certo non deve diventare un ossessione,il tuo lui della storia penetra con lo sguardo le sue gambe e le caviglie di lei,che subito non sembra gradire,ma poi sta al gioco,il finale è da manuale,un finale nel finale del viaggio,con il capolinea.
    Buona domenica amica dell'antro.
    Un bacio.

    RispondiElimina
  3. E' vero, Lucy, che sono i romanzi brevi e, soprattutto gli incompiuti, quelli che più solleticano la nostra fantasia, inducendoci a fantasticare su finali probabili e sognare su quelli improbabili.
    Che epilogo avrebbe potuto avere questo racconto?
    Forse trasportato nella realtà non sarebbe stato così eccitante come viverlo nella fantasia :)
    Così, come tu scrivi, difficilmente ci si potrà sbarazzare dell'adoratore di caviglie, destinato a perdurare nella nostra fantasia come l'incognita di un sogno intravisto.
    Un bacio stregatta, incantatrice di adoratori di vario genere
    Marilena

    RispondiElimina
  4. Un adoratore delle caviglie, Massimo, io l'ho conosciuto davvero.
    Era un ragazzo che trascorreva le vacanze nel mio stesso luogo di villeggiatura.
    Era un tipo anche molto ironico e questa sua "fissa" l'aveva trasformata in un elemento di curiosità che "acchiappava" molto le donne che ben volentieri accettavano il suo giudizio sulle loro caviglie, accettando perfino consigli sulle calzature più consone.
    Non era morbosamente ossessionato da questa parte anatomica femminile ma, come diceva lui, era quella che più lo ispirava :)
    Gli adoratori di caviglie, come quelli dei piedi, o di altre parti anatomiche, sono poeti spesso incompresi, a volte derisi o guardati con curiosità, perchè alla massa sfugge l'attrattiva incantatrice di un unico particolare, come tu giustamente scrivi:
    ......alle volte basta un particolare per scatenare un mare di sensazioni uniche.
    Un bacio,Massimo, e grazie di questo tuo contributo
    Marilena

    RispondiElimina
  5. Racconto con finale a "libera fantasia".
    Interessante questa donna che sai così ben descrivere, il suo giocare parlando con le dita è schietto oltre che sensuale.
    Dai Tuoi racconti traspare la Tua grande capacità di cogliere molte sfaccettature dell'animo femminile, donne molto diverse ma reali.
    Sfati il mito a quei maschietti che ci dipingono "tutte uguali" :)
    Brava, i miei complimenti.
    Un bacione

    RispondiElimina
  6. Sfati il mito a quei maschietti che ci dipingono "tutte uguali" :)

    All'interno del tuo commento, Francesca, mi è piciuto molto questo rilievo.
    Concordo con te che, a dispetto di quel che si pensa, la tipologia femminile è assai più varia di quella maschile.
    Forse perchè noi donne siamo abituate ad esplicare più ruoli per cui, una stessa donna, ne racchiude altre.
    Ed il gioco raccontato in questo Frammento sicuramente rientra in quest'analisi.
    Il bello di essere donne, Francesca!
    Un bacio
    Grazie davvero per questo commento
    Marilena

    RispondiElimina
  7. Nel giardino pubblico
    -Alexis Diaz Pimienta

    Una giovane ha appena accavallato le gambe
    E il poeta spera che il vento sia suo complice.
    sorveglia irrispettosamente l’orlo del vestito,
    l’unica strada verso la felicità.
    La giovane sorride, estranea all’importanza della sua coscia
    parlando di profumi o ragazzi o promesse.
    E il vento soffierà
    - di fronte a tanta insistenza soffierà –
    ma la vera fortuna sta nel fatto che la mano della giovane
    scenda in tempo, e la sua pelle continui ad essere possibile.

    RispondiElimina
  8. La bellezza non ha confini, e gli occhi la seguono in parallelo.

    RispondiElimina
  9. Si può essere eroine consapevoli (la protagonista del mio racconto) o innocentemente estranee (quella della tua poesia) nel gioco seduttivo, vissuto appieno dallo sguardo di un uomo.
    Che sia un gioco assecondato o solo involontario, sarà assolutamente e sempre sensuale, perchè il godimento è nella natura immaginativa del desiderio, nella ipotesi che "la sua pelle continui ad essere possibile"

    Bellissima poesia, Antonio, e davvero molto confacente al mio scritto.
    Un bacio notturno
    Grazie
    Marilena

    RispondiElimina
  10. La bellezza non ha confini, e gli occhi la seguono in parallelo.

    Questa tua frase è davvero molto bella, Maurizio.
    Si addice molto a chi, come te, della fotografia ha fatto un'arte.
    Il particolare unico, che a molti sfugge, è spesso quello che racchiude il tutto.
    L'occhio di un fotografo, come quello di un poeta, riesce a captare nella sua magnificenza ciò che spesso gli altri valutano solo come seocndario, accessorio, se non insignificante.
    Grazie di questo bellissimo commento
    Un bacio
    a presto
    Marilena

    RispondiElimina
  11. Vorrei dirti innanzitutto grazie del bellissimo commento che hai messo sul mio blog, l'ho letto con molta commozione.
    Leggendo il tuo post mi sono vista come una somma di tutti quegli atteggiamenti tipicamente femminili, fatti di piccoli movimenti, gesti, pensieri che sono il linguaggio del corpo di una donna.
    Quell'uomo, attratto dalle caviglie della protagonista non ha fatto altro che mettere in moto questo linguaggio gestuale che purtroppo molti uomini non osservano con la stessa intelligenza e sensibilità di una donna.
    Paradossalmente ci parliamo solo fra donne:)))
    Beh,quante volte abbiamo notato più noi di loro proprio questi gesti? Loro ( gli uomini) la causa scatenante, ma a noi...l'ultima parola...in attesa di un altro autobus.
    Post delizioso e leggerlo mi ha messa di buon umore. Grazie
    Doriana

    RispondiElimina
  12. Ciao Doriana, mi spiace immensamente per la perdita della tua mamma, immagino cosa tu possa aver passato, prima e dopo.
    Ti auguro di ritrovare un pò di tranquillità ora, riposarti dei tuoi affanni e prendere atto che tu hai fatto il possibile per lei, standole vicina ed aiutandola per tutto quello che potevi.
    Lei lo sà!

    Come tu rilevi in questo commento ci sono, a volte, atteggiamenti inconsapevoli in noi donne, che attraggono l'attenzione di un uomo.
    L'accavallamento delle gambe è spesso un atto meccanico, non finalizzato ad uno scopo preciso, ma seducente per chi individua, nelle gambe o nelle caviglie, come nei piedi, come punti erotici femminili privilegiati.
    E se maliziosamente si asseconda il gioco......
    Poche fermate al capolinea sono sufficienti per una breve ma intensa relazione fra sconosciuti.
    Un bacio, Doriana
    Grazie per il tuo passaggio ed il tuo commento
    A presto
    Marilena

    RispondiElimina