Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 14 aprile 2010

Madeleine

Dal cassetto fuoriesce, come la mano di un fantasma, un guanto di pizzo bianco.
Un guanto da prima comunione.
Che, seppur impalpabile nella sua effimera trama di ragno, si disegna nitido sullo scuro del legno.
Se ne sta aggrappato sul bordo, sporgendo come da un davanzale.
Una mano avvinghiata, per non precipitare nel vuoto.
Sulle cui dita, più marcato, è l'ingiallimento dell'incuria del tempo.
All'interno del palmo la trama è consunta, sfilacciata, ingarbuglia le geometrie del pizzo.
Una reliquia riemersa da un buio remoto.
Conservata in quel cassetto assieme ad un libricino da messa.
Un rosario di madreperla.
Uno scapolare.
Ed una treccia polverosa.
Pronta a disfarsi nel respiro dell'aria.

Madeleine correva ignara verso quello che le sembrava un futuro di albe consecutive.
Dove la notte era solo il tempo dei sogni e del riposo.
E non quello buio dell'eternità.
Non risvegliarsi da quel buio è stato, per lei, l'inganno più crudele.

Nel sonno da cui non si è più ridestata, Madeleine, giace pallida nello sfarzo di un vestito di trine.
Una treccia sottile le scende su una spalla.
E s'arricciola sotto il nastro, come un muto punto interrogativo.
E le sue mani...le sue piccole mani strette a pugno rifiutano quei guanti da sposa.
Lei che mai sposa sarà.
E solo una si riesce a vestirne, con infinita cautela, che le dita potrebbero spezzarsi.
Quelle dita di bambina fatte per giocare con la sabbia e con la spuma del mare.
Per intrigarsi nei capelli di una bambola.
Per impiastricciarsi di crema e cioccolata.
E scrivere sui quaderni della scuola.
Quelle dita che sono fatte per queste ed altre meraviglie.
Quelle dita che non vogliono essere imprigionate in quei guanti di merletto.

Image by Eli Effenberger

12 commenti:

  1. E' un racconto toccante, che lascia un segno di dolore. Madeleine ad unica e sconfortevole giustificazione, resterà bambina per sempre e per sempre in quel pugno chiuso resteranno serrati i suoi giochi, i suoi sogni e piccole tracce di spuma di mare.
    Il pallore della morte stampato nell'immagine ha già tramutato quella bimba in una bambola di ghiaccio.
    un bacio
    Elisena

    P.S.: l'unica cosa che non ho mai dimenticato nella realtà della mia vita è il volto e le storie dei bimbi che ho conosciuto solo da cadeveri. Quei corpicini senza respiro sono racchiusi nel mio cuore!

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  2. DILEMMA D'AMORE
    Se voglio bene al ragno
    devo lasciargli mangiare la mosca.
    Se voglio bene a la mosca
    non devo lasciarla mangiare dal ragno.
    Com'è difficile o sultano!
    tu provvidente signore
    com'è impossibile amare tutti
    in questa cosca d'orrore.
    Ferdinando Tartaglia

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  3. La storia di Madeleine è racchiusa in un guanto da prima comunione.
    La morte è sempre ingiusta quando stronca una vita all'inizio.
    Detesto la retorica sui piccoli angeli e sulle ali spezzate delle farfalle.
    Anche se capisco che è più incoraggiamento a sopportare un dolore incommensurabile ed atroce, come quello della morte di un bambino.
    Così come ho sempre odiato la poesia di Pascoli "L'aquilone"

    Oh! te felice che chiudesti gli occhi
    persuaso, stringendoti sul cuore
    il più caro dei tuoi cari balocchi!

    No, la morte non persuade.
    La morte ghermisce.

    Un bacio, Eli, a te che la morte quasi mai mostra il suo lato più umano.

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  4. E' assolutamente vero, Antonio, ciò che quei versi racchiudono.
    Il ciclo vitale è così strutturato.
    La morte serve alla vita, allo stesso identico modo che la vita serve alla morte.
    Infondo, nulla è davvero crudele, se esaminato alla luce della ragione.
    Ma tutto è spietatamente atroce se vissuto attraverso i sentimenti.
    La morte di un bambino, poi, non trova quasi mai nel nostro animo la grazia della rassegnazione.
    Bello, come sempre, il tuo commento in versi.
    Bello, perchè hai saputo scegliere versi che parlano al cuore senza l'enfasi emozionale della retorica.
    Madeleine, te ne è grata.
    Un bacio
    Marilena

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  5. Lo so Marilena, il mio commento ha poco a che fare con il tuo scritto, ma penso che un post, perdona la mia arroganza, serva a riflettere anche sull'immediatezza dei pensieri che affiorano nel lettore. Grazie soprattutto a chi scrive.
    I miei pensieri sono andati subito ai bambini che non verranno più salvati nell'ospedale di Emergency di Helmand, in Afghanistan, per i capricci dei potenti. Quegli stessi potenti che non hanno un cassetto dove poter vedere o ricordare le atrocità commesse, perchè vigliaccamente chiuso e sigillato.
    Quanti bambini moriranno in più? Quanti con i sogni simili a Madeleine?
    Purtroppo loro non avranno nemmeno un guanto da portarsi dietro, vite troppo miserabili per dei bambini.
    Sono convinto che Madeleine piangerà per loro, insieme a noi.
    Grazie Marilena per aver condiviso con noi questo tuo racconto.
    Lorenzo

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  6. Questo commento, Lorenzo, non è affatto incompatibile col mio post.
    Madeleine è una mia invenzione, ma i bambini di cui tu parli sono tragicamente veri.
    Vittime predestinate, alla sofferenza delle amputazioni e alla morte, dalla cecità e dalla ferocia degli uomini.
    Nascono già con le stimmate e senza nemmeno l'effimera illusione di un possibile domani.
    Di sicuro, noi pronti a commuoverci davanti ad un film o ad un racconto, non facciamo poi nel concreto molto per loro.
    L'Afghanistan è lontano dai nostri occhi e dalle nostre coscenze.
    Ed Emergency è, per tanti, solo una sigla.
    Grazie Lorenzo di aver dato con questo commento una validità più concreta al mio post.
    Madeleine ora è un pò più reale.
    Un bacio
    Marilena

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  7. Ciao Marilena,bel racconto,molto toccante,questo è un tuo racconto particolare e fantasioso ma molto reale,ogni giorno si sentono brutte storie che riguardano i bimbi,e poi altri non aiutano le vittime ma coprono i carnefici.
    Questo tuo scritto serve anche a dare voce a chi l'ha persa.
    Buona serata.
    Un bacio grandissimo.

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  8. Madeleine è reale.
    Me l'ha detto la lacrima che ha rigato il mio volto.
    Grazie Marilena, ancora una volta sei riuscita ad entrare nel mio intimo ed a scatenare emozioni fortissime.
    Un abbraccio affettuoso.
    Boudicca '67

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  9. Triste pensare a chi non ha potuto vivere,
    si è fermato in un momento quasi irreale della vita. E tu come sempre hai reso tutto questo con quel tocco che da ad ogni tema una sensazione comuque magica. Pascoli aveva molta sofferenza dentro, vedeva nella morte precoce almeno l'ingannare le delusioni della vita , quel bimbo per lui è simbolo di chi ha visto come grande delusione solo il cadere di un aquilone,la vita perduta ha risparmiato ben più atroci dolori. Chi ha unmale di vivere che alberga in lui fatica a vedere anche le altre possibilità di gioia che la vita ci offre.
    Un bacio mia cara sorella stregope

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  10. Eh si, principe achab, è sicuramente vero quello che tu dici sui bambini ed, in particolare, per quello che concerne la società odierna.
    Non ne abbiamo rispetto.
    Nè cura.
    Per molti rappresentano uno status symbol, per altri, invece, una fonte di guadagno.
    Le prosptitute minorenni, le danzatrici di laps dance, i piccoli costretti a mendicare, a rubare.
    Senza parlare poi delle loro inopportune apparizioni televisive, da piccoli divi, con l'orgoglioso consenso di mamma e papaà.
    Non parlo qui della pedofilia, nè del turismo sessuale, acui anche molti bravi padri di famiglia partecipano.
    Sarebbe un discorso lungo e già ampiamente denunciato da chi ha, ancora, una coscienza.
    Un bacio, principe achab
    e grazie di questo commento che, al pari di quello di Lorenzo, prende spunto da una storia fantastiosa per allargare il discorso su una realtà umiliante, crudele, cattiva, che circonda il mondo dell'infanzia e della prima adolescenza.
    Marilena

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  11. Ciao, Boudicca, innanzitutto grazie per questo commento, così bello e partecipato.
    Ho cercato di raccontare di Madeleine provando ad evitare la retorica ed il facile sentimentalismo.
    Ho raccontato della crudeltà di una morte ingiusta, perchè prematura.
    Perchè inaspettata.
    Anche se la morte di un bambino arriva sempre inaspettata.
    I feticci a cui ci aggrappiamo, come quel guanto rimasto nel cassetto perchè non è stato possibile farglielo calzare, e che parla di lei nel momento più doloroso, quello della vestizione, prima della sepoltura.
    Madeleine è già morta ma in quel suo pugno serrato, che rifiuta il guanto, c'è la sua ultima ribellione al destino.
    Un bacio, Boudicca, ed infinitamente grazie della tua presenza.
    A presto
    Marilena

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  12. La mia dolcissima Lucy che ha ripristinato una verità su Pascoli, da me forse, ingiustamente, criticato.
    Il fatto, Lucy, che io sono sempre, ed ostinatamente portata a vedere le cose attraverso il mio sguardo istintivo.
    Mai ragionato nell'immediatezza.
    E, questo, è un male.
    Lo dico perchè spesso ho preso degli abbagli, delle "cappellate" come diciamo a Roma.
    Leggo e valuto dal mio primo punto di vista.
    Dalla sensazione di grazia o di fastidio, che ne scaturisce.
    La rtorica......la retorica.
    Ma è vero, quello che io ho chiamato a torto retorica è, in questi casi, autodifesa, un aggrapparsi per non sprofondare, il cercare di farsene una ragione.
    Una mia zia teneva la radio accesa sul davanzale della finestra, convinta che le onde radio captassero dall'etere la voce di suo figlio morto a vent'anni.
    Sentiva la sua voce.
    E' una forma d'innocuo delirio per non diventare pazzi del tutto.
    Siamo pronti, in qualche modo, alla morte dei nostri genitori ormai anziani ma, assolutamente mai, a quella di un figlio.
    Spetterebbe prima a noi di morire.
    Sopratutto per evitarci un dolore da cui mai si guarisce.
    Un bacio, Lucy
    Marilena

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