Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 18 aprile 2010

Una viaggiatrice

L'astuccio è posto di sbieco a colmare l'ultimo spazio residuo nel voluminoso baule che sempre mi trascino dietro nei miei rarissimi, e momentanei, spostamenti esistenziali.
La brevità del viaggio, però, non determina mai un adeguato ridimensionamento all'esigente impegno del mio bagaglio.
Da parte mia sempre supportato dallo studio, appassionato e metodico, della suddivisione delle geometrie dello spazio, affinchè nessun indumento subisca l'onta dello sgualcimento e nessun oggetto l'oppressione dovuta all'eccesso di volume, nell'interno cubicolare.
Astuzie d'insaccamenti e di posizionamenti che vado a sperimentare in un'area sempre troppo insufficiente, e circoscritta, di spazi ed angoli.
Non è vero che col passare degli anni le esigenze di una donna vanno a diminunire.
Almeno, nel mio caso, se ne sono aggiunte di nuove.
Ed assolutamente irrinunciabili.
Ragion per cui non posso, in alcun modo, definirmi una viaggiatrice dinamica.
E ben disposta.
Se la stagione è fredda indosso gli indumenti più voluminosi per alleviare del loro carico l'interno del bagaglio.
Ed acquisire, ancora, ulteriore spazio.
Oltretutto il mio pessimismo esistenziale mi porta ad immaginare cataclismi meteorologici anche nella bella stagione così da giustificare l'eccesso, spesso incongruo, d'indumenti e di calzature invernali, all'apparenza inopportuni in un viaggio estivo.
La mia organizzazione maniacale, e la mia fervida immaginazione, hanno sempre il sopravvento sulla necessità pratica, e talvolta immediata, di uno spostamento anche a breve raggio, senza variazioni di clima e di fuso orario.
Nulla deve mancarmi in caso di una improvvisa situazione di emergenza.
Se non in quella ancora più estrema di sopravvivenza.
Scenari di bivaccamenti all'addiaccio in territori d'improvviso diventati ostili a causa di un guasto meccanico o di una sciagura meteorologica che prolungherebbe il viaggio, moltiplicando quei disagi che, se posso anticipatamente prevenire, ho solo psicologicamente da guadagnarci.
E trarne materiale beneficio qual'ora l'infausta probabilità si concretizzasse.

UNA SITUAZIONE IMMAGINATA
Il treno aveva miracolosamente frenato poco prima che il tratto di binario conseguente frantumasse come un troncone d'osso, ridotto a schegge e polvere, dallo scoppio di un'ordigno.
E così, noi della vettura di coda, eravamo scesi a terra insperatamente illesi, seppur frastornati.
Davanti ai nostri occhi s'innalzava una inespugnabile muraglia di polvere che impediva la vista.
Immaginammo che quello scoppio sul binario, di cui ignoravamo l'origine, avesse provocato voragini e dissestamenti nelle aree circostanti, per cui la decisione più saggia era quella di non avventurarsi oltre e di attendere i soccorsi nel perimetro delimitato dalla frenata del treno.
Ma quanto tempo ci avrebbero impiegato questi ad arrivare non era dato saperlo, dal momento che i cellulari erano zittiti dall'assenza di campo.
Tutti ci abbracciavamo solidali, ben consci della sciagura sfiorata solo grazie ai riflessi prodigiosi del macchinista, e già qualcuno dei passeggeri stava valutando l'idea di promuovere una iniziativa su Facebook per sollecitare una raccolta di firme e chiedere alla Presidenza della Repubblica d'insignirlo con la medaglia di eroe dell'anno, quando un nuovo, ed imprevedibile cataclisma si andava di colpo preannunciando.
La temperatura andava repentinamente abbassandosi,  in quell'agosto che sarebbe passato alla storia come il mese più caldo in assoluto negli ultimi tre secoli.
Un vento gelido trasportava, nelle folate di polvere, l'odore acre del fumo dell'esplosione, impedendoci di respirare.
Impreparati a quell'estremo cambiamento di clima, i viaggiatori dinamici, quelli col bagaglio leggero, cercavano riparo nei vagoni del treno che non avessero subito troppe devastazioni nell'urto provvidenziale, ma violentissimo, della frenata.
Costretti a rintanarsi in un ammasso di ferro ed acciaio più gelido, se possibile, dell'esterno.
Alcuni, disfatti i bagagli, avevano cercato di coprirsi col maggior numero d'indumenti possibile.
Quelli partiti con la valigia del week end cercavano, invece, di scaldarsi in un groviglio promiscuo di corpi e di fiati.
In quel tratto di mondo diventato d'improvviso ostile, mi trascinavo dietro il mio baule da pioniera, pronta a difenderlo con la vita se qualcuno avesse osato metterci le mani sopra.
Trovai un pertugio tranquillo in un vagone deserto, e non troppo danneggiato, dove potei indossare il mio provvidenziale kit per le situazioni d'emergenza.
Avvolta poi nel calore confortevole del mio plaid da viaggio, mi ero quasi addormentata quando un'alta figura maschile mi chiese con voce, bella e gentile, se poteva sedersi nel mio stesso scomparto.
Aveva tracce di neve sui capelli.
Ed un sorriso accattivante.
Gli feci posto, offrendogli l'ospitalità della mia coperta.
Marilena


16 commenti:

  1. La tua straordinaria, reale e fervida immaginazione di strega!
    Dirti brava è poco!
    Però ho un consiglio per te:
    Qunado la situazione "si sblocca", prendi quell'elegante figura maschile, con tracce di neve sui capelli e trovagli un posto nel tuo bagaglio e lascia in quel vagone qualcosa che non valga più la pena di trascinarsi dietro!
    Un bacio!.....Biglietto di viaggi sereni!

    RispondiElimina
  2. Eli, che io viaggio con la fantasia tu ben lo sai, come sai che sono davvero pigra ed indolente per i viaggi.
    Con la fantasia si va dappertutto, così, io dappertutto sono stata.
    Ho visto luoghi e fatto incontri.
    Vissuto avventure e peripezie.
    Ed il finale mi riporta sempre nel rifugio sicuro della mia casa.
    Un lieto fine, quindi :)
    Riguardo al tuo consiglio, perchè lasciare qualcosa se è possibile, magari, avere tutto?
    Sono brava a far posto negli spazi :)))))
    Un bacio, sorellina strega, che hai la mia stessa mania di trascinarti dietro, negli spostamenti, anche tu tutta la tua casa.
    Marilena

    RispondiElimina
  3. Hai ragione. non rinunciare a niente, ma trovagli posto lo stesso, magari con la fantasia!

    RispondiElimina
  4. M'impegnerò a farlo, Eli.
    Questo lo garantisco :)

    RispondiElimina
  5. Presumo che il capotreno si sia volatilizzato nell'esplosione.........:DDDDDDDDDDD

    RispondiElimina
  6. Il capotreno stava obliterando biglietti nell'ultima carrozza, ed è assolutamente incolume :)

    RispondiElimina
  7. Incolume fisicamente può essere.....:DDDDD

    RispondiElimina
  8. In che altro modo si può essere incolumi?
    Secondo me non ha sentito nemmeno l'esplosione!!!!!

    RispondiElimina
  9. Piace anche a me viaggiare con la fantasia ....permette cose fantastiche ed impossibili ..... e la fantasia nel tuo antro ha un cantuccio tutto suo da dove escono scintille nel buio.
    Mi affascinano i viaggi in treno ...... e gli incontri ...... Non perdere il playd ha grandi possibilità miaaaaoooooo un bacio

    RispondiElimina
  10. Viaggiare con la fantasia......quanti viaggi ci ho fatto, Lucy, con la mia fantasia.
    Quelli che, nell'odierno faccio, sono meno avventurosi ed un pò più brevi di quelli di un tempo.
    Ho bisogno di ritrovarmi nelle sicurezze claustrofobiche ma, rassicuranti, della mia casa, dove non rischio mai di smarrirmi, dato il mio scarsissimo senso dell'orientamento.
    E, la fantasia, è una finestra spalancata da cui puoi vedere il mondo da Metropolis alle lontanissime Torri di Escher, passando attraverso il bosco di Cappuccetto Rosso, per poi imbarcarti sulla rotta di Moby Dick, ed abitare, poi, in un quadro di Hopper o ritrovarti protagonista in un film nel ruolo di una Tragica Eroina.
    No, non perderò quella coperta Lucy, è il mio feticcio esistenziale più sacro e rappresentativo.
    Un bacio, che sa di fumo e di polvere post esplosione
    Marilena

    RispondiElimina
  11. Ciao Marilena,bello il tuo racconto,mi piace com'è assemblato la prima parte descrive la figura di questa donna che tutto cura nel minimo dei particolari e la seconda parte del racconto,è come esser dentro una scatola-treno dove capita qualcosa di strano,uno scoppio che devasta il seguito del viaggio,e arriva un clima glaciale,il tipo che viene a trovarti non è lì per caso,è lì per te.
    Il tuo è un racconto particolare,dove dall'esplosione e dalla claustrofobia nasce uno strano personaggio che può essere un angelo che si presenta a te,e forse vuole portarti lontano.
    Io consiglerei di andare sull'altro binario destinazione foresta viola,penso io al baule.
    Come sempre grazie per questo tuo racconto.
    Buona serata.
    Un bacione.

    RispondiElimina
  12. Eccolo il principe achab che, con reale grazia, mi offre di cambiare binario e con destinazione la meravigliosa Foresta Viola, offrendomi anche di occuparsi del mio voluminoso e, pesantissimo, baule.
    HE IS A TRUE PRINCE!
    Realtà e fantasia come sempre, principe achab,fanno capolino dalle pagine del mio diario.
    La prima parte è assolutamente vera anche se ci ho ironizzato un pò sopra.
    Sono una che tende a voler tenere sotto controllo le situazioni, organizzando tutto nei minimi particolari per paura di non riuscire, al momento del bisogno, a fronteggiarle.
    Oltre al fatto di essere, consapevolmente, una viaggiatrice piuttosto pigra.
    La seconda parte, invece, è un viaggio fantastico in cui, grazie alla mia preveggenza organizzativa, riesco ad affrontare con mezzi adeguati una situazione estrema ma c'è pure un bel finale aperto.
    Forse il sequel di quel viaggio :)
    Grazie, principe achab, di essere entrato nel mio racconto. Non capita a tutte d'incontrare un principe che ti offre così gentilmente ospitalità nella sua terra e, persino, di aiutarti col bagaglio!
    Un bacio, realissimo principe
    E grazie del tuo passaggio nel mio blog e nel mio racconto
    Marilena

    RispondiElimina
  13. Premetto, faccio parte di coloro che viaggiando meno "zavorra" hanno appresso e meglio si sentono, sono maniacale solo con il beauty-case dove infilo più necessario per l'igene che belletti :DDDD
    Riguardo all'avventuroso viaggio.. ma che ci faceva la neve fra i capelli, del "gigante" dalla bella voce, in Agosto??
    Che fantasia, farmi cadere la neve ad Agosto.. questo è barare, immagina se su quel treno ci fossi stata anch'io, sarei morta congelata.. :DDDD
    Bel racconto.
    Un bacione

    RispondiElimina
  14. Premetto, faccio parte di coloro che viaggiando meno "zavorra" hanno appresso e meglio si sentono......

    Perchè tu, Francesca, a differenza di me sei una viaggiatrice vera.
    Io sono pigra e fare la valigia mi mette in subbuglio. Ho la tendenza a sovraccaricarla di troppo e di tutto, per prevenire ogni eventuale necessità.
    Insomma, quando penso ai risvolti di un avventura in viaggio ho sempre la visione di una catastrofe come appunto, quella illustrata nel racconto.
    E, se su quel treno Francesca ci fossi stata anche tu, avrei diviso la mia coperta con te.
    E, visto che nella vita tutto può succedere viaggerò, d'ora in poi, sempre con due coperte nella possibilità che ci s'incontri in un viaggio imprevisto ed avventuroso :)))
    Un bacio Francesca, sempre solare anche per un viaggio a rischio neve.
    Marilena
    P.S. - Il gigante spruzzato di neve......ma lui rappresentava la parte hot del racconto, quella che pudicamente non ho raccontato :)))

    RispondiElimina
  15. :DDD... ma grazie Marliena, che fossi di buon cuore l'avevo capito, ora addirittura in mio onore infilerai una coperta in più nel Tuo già.. pressatissimo bagaglio.. che dirTi.. grazie. Spero d'incontrarTi durante un mio viaggio.. però non volermene se farò tutti gli scongiuri affinchè non ci siano tempeste, sole a volontà e magari una romantica piogerellina, così, per rinfrescarci un pò :DDD

    Ecco lo sapevo io!?!.. Mi perdo sempre la parte migliore.. quella hot.. eheheheheheh
    Un bacione!

    RispondiElimina
  16. Cara Francesca, non solo mi porterei dietro una coperta in più ma dividerei, con te, tutto il sovrappiù del mio baule, con infinito piacere.
    E non solo in una situazione d'emergenza :)
    Il viaggio è esplorazione, conoscenza, meraviglia e condivisione.
    Non servono gli scongiuri, Francesca, le catastrofi sono solo nella mia testa.
    Prevenire, però, è sempre meglio che curare!
    Un bacio grande, in previsione di un nostro viaggio futuro, magari su una palla di cannone, come il Barone di Munchausen.
    Alla faccia delle compagnie di bandiera ed anche di quelle low cost :)

    RispondiElimina